Madeleine Peyroux
The Blue Room
[Decca/ Universal  
2013]

www.madeleinepeyroux.org


File Under: Madeleine's standards

di Gianni Del Savio (25/05/2013)

Non è un confronto-riferimento da poco quello che si è proposto la bravissima interprete (che però aveva scontentato molti col suo precedente cd): quello di riprendere in buona parte un album di Ray Charles, Modern Sounds In Country And Western. LP della ABC che a suo tempo (1962) era diventato storico, quanto controverso, per la scelta di affrontare un repertorio country e pop-country che lo portava lontano dalle magnifiche trame black (r&b, blues, swing, proto soul) degli anni '50 (con l'Atlantic), anche se qualcosa, come I'm Moving On di Hank Snow, nella sua discografia c'era già stato. Metà dei dieci brani che compongono l'album sono quindi cover di quell'incursione di Charles in un terreno "pieno di trappole", l'altra metà vanta firme (e riferimenti interpretativi) di notevole caratura.

Prodotta da Larry Klein (che ha un curriculum collaborativo impressionante), la nostra ne esce piuttosto bene anche quando si tratta di un classico quale I Can't Stop Loving You (autore Don Gibson), pur ineguagliabile(!) per intensità espressiva. Ma la Peyroux, voce e in qualche caso chitarra acustica, coadiuvata da un bel team di sessionmen - Dean Parks, chitarre, Larry Goldings, hammond e tastiere, David Pitch, basso, Jay Bellerose, batteria - riesce anche a rendere meglio una Bye Bye Love (hit degli Everly Brothers) che Charles aveva improvvidamente accelerato. E la raffinata voce di Madeleine centra l'obiettivo anche nell'affrontare le "torch songs" Take These Chains e Born To Lose (delicata cadenza valzer-country), e la più pacata You Don't Know Me, tutte adeguatamente orchestrate da Vince Mendoza.

Il repertorio "charlesiano" non è sequenzialmente allineato, ma inframmezzato da quello di altre fonti, di ben diversi riferimenti stilistici, anche cantautorali. Ecco quindi sorprenderci per la scelta di Changing All Those Changes, una delle cose minori di Buddy Holly, dall'adeguato dosaggio mid-tempo; per il terzinato melodico-blues della Guilty di Randy Newman, che sfocia nella delicata, quasi eterea e commovente Bird On The Wire (uno dei massimi livelli della poetica di Leonard Cohen). Niente male la Gentle On My Mind di John Hartford (hit per Glen Campbell e Patti Page), ma a sigillare con bella misura interpretativa un album di cover riuscito è Desperadoes Under The Eaves di Warren Zevon seppure, contrariamente ad altre tracce dell'album, un po' sovraorchestrato. Insomma, cercando di volare alto, la Peyroux ha rischiato, ma le ali hanno tenuto.


     


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