Poco
All Fired Up
[Blue Rose  
2013]

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File Under: country rock nostalgia

di Davide Albini (22/05/2013)

Le operazioni nostalgia non sono mai state il piatto forte del rock: parlo in termini di risultati artistici, perché se dovessimo metterci a fare il conto di quanti ci hanno provato, allora la prospettiva cambierebbe sensibilmente. Dopo quarantacinque anni di onorata carriera i Poco sono ancora qui a tentare la fortuna, portando avanti una sigla storica del country rock, che vanta non solo una certa qualità ma anche un ruolo storico nel genere e una sfilza di successi che sono forse secondi soltanto ai "cuginetti" Eagles, quanto meno nell'avere inciso sull'immaginario del pubblico americano. Il problema comincia però dal fatto che il solo Rusty Young, autore e riverito pedal steel player dei Poco, è l'unico membro originale ancora presente in formazione: Jim Messina e Richie Furay hanno abbandonato la nave per primi, poi ha fatto le valige Randy Meisner (come dargli torto, visto che passò ai suddetti Eagles), in seguito una girandola di collaboratori e musicisti hanno preso il posto dei vecchi compagni, proseguendo a fasi alterne l'avventura discografica del gruppo per altri tre decenni.

Le ultime notizie risalgono al 2005, con un disco dal vivo e in precedenza una serie di album di studio che nulla aggiungevano ad una curriculum in fondo più che dignitoso (resto dell'idea che i primi due lavori della band siano ancora oggi autentici gioielli della stagione country californiana, il seguito invece un altalenante viaggio dentro e fuori il mainstream dell'epoca), fase rilanciata oggi dalla pubblicazione di All Fired Up. I nuovi arrivati sono il bassista Jack Sundrud, ex leader dei poco conosciuti Great Plains (un paio di lavori all'attivo), e Michale Webb, tastierista e non solo (anche mandolino, accordion e chitarre), entrambi co-autori di tutto il nuovo materiale e anche voci soliste al fianco di Young, cui si aggiunge il batterista George Lawrence. Il quartetto ha registrato fra Nashville e il Missouri una manciata di inediti che strizzano l'occhio all'Americana, genere che in fondo i Poco hanno contribuito a fondare nelle sue regole, spaziando dalle atmosfere rurali della stessa All Fired Up, di When She's Mine e Little Rain al rock dalle trame sudiste, elettriche di That's What Rock'n'roll Will Do (ospite il grande Bobby Keys al sax) e Rockin' Horse Blues.

Brani in sé gradevoli, ai quali i nuovi Poco non mancano di aggiungere il marchio di fabbrica delle armonie vocali, sconfinando purtroppo in un easy listening che non disdegna il legame con gli anni settanta ma lo rende ancora più insipido (Regret e Long Shot, ai confini con un pop rock levigato, e Love Has No Reason). Fatta eccezione per una Hard Country dale tematiche persino politiche (potrebbe passare per un brano di Chris Knight), in generale All Fired Up tiene in piedi la baracca con troppi ricordi e materiale di seconda scelta: strumentalmente inattaccabile, ma spesso inconsistente, a cominciare dalle liriche, tra cui una spiritosa (ma imbarazzante) Neil Young, canzone in cui Rusty Young spiega una volta per tutte di non essere il fratello del cantautore canadese!


    


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