The Rides
Can't Get Enough
[429 Records
2013]

www.theridesband.com


File Under: rock blues

di Paolo Baiotti (18/09/2013)

Credo che il rischio maggiore per questo disco sia il paragone con il leggendario "Super Session" di Al Kooper/Stephen Stills e Mike Bloomfield. Prendiamo atto della presenza comune del leggendario Stephen Stills e del tastierista Barry Goldberg (che parteciparono separatamente a quel disco) e del fatto che al posto del grande Mike Bloomfield il terzo protagonista sia un altro chitarrista, il giovane Kenny Wayne Shepherd, ma fermiamoci qui e ascoltiamo Can't Get Enough senza pensare al passato. Io l'ho fatto pių volte e sono giunto alla conclusione che Stills non si sia espresso a questi livelli in studio per troppo tempo, che Goldberg non abbia partecipato a un progetto cosė importante da tre decadi e che Shepherd abbia suonato cosė bene soltanto nell'esordio Ledbetter Heights ('95) e in 10 Days Out ('07), tributo a grandi musicisti del blues nel quale mantenne un basso profilo.

In sostanza l'esordio di The Rides č un ottimo album di rock blues, non un esercizio di stile vuoto di contenuti come tanti altri dischi di questo genere (ad esempio il recente 3 Skulls And The Truth del trio Hidalgo/Dickinson/Nanji); č un insieme di buone canzoni eseguite con classe, senza strafare e senza esagerare nelle parti soliste, per emergere rispetto ai colleghi. Il disco comprende quattro brani nuovi composti insieme dai tre artisti, un vecchio brano di Stills, tre covers di blues e due di rock. Stephen e Kenny si alternano alla voce solista (meglio il primo, Kenny interpreta il blues con una voce poco vissuta e un po' anonima) e alla chitarra, duettando in pių occasioni. Le tracce nuove sono le pių convincenti: il roccioso rock blues di Roadhouse, l'avvolgente ballata californiana Don't Want Lies, lo slow Can't Get Enough con chitarre e tastiere da applausi, la rilassata Only Teardrops Fall e World Game, composta da Stills per i Buffalo Springfield, trasformata in una cavalcata con un testo aspro e polemico.

Tra le covers di blues preferisco lo slow di Muddy Waters Honey Bee rispetto ad una Talk To Me Baby pių prevedibile, mentre non convincono fino in fondo le riprese di Search And Destroy degli Stooges, inno punk normalizzato da una versione stonesiana che perde la furia dell'originale e di Rockin' In The Free World di Neil Young, anche'essa priva della necessaria rabbia, seppur parzialmente riscattata da un finale jammato. Alla riuscita del disco contribuiscono l'esperta sezione ritmica di Chris Layton (batteria) e Kevin McCormick (basso) e l'attenta co-produzione di Jerry Harrison.



    


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