Darrell Scott
Long Ride Home
[
Full Lights Records
2012]

www.darrellscott.com


File Under: country, singer songwriter

di Emilio Mera (30/01/2012)

Darrell Scott é stato battezzato alla country music. Questo settimo sigillo della sua lunga carriera é un omaggio alla musica ascoltata da bambino (come si evince dalla copertina) ed è un viaggio a ritroso (come dice il titolo), alla musica cantata dal padre o fatta ascoltare dalla madre, che hanno sempre presidiato e custodito questo battesimo. Darrell avrebbe potuto rendersi la vita più semplice riempiendo la raccolta con alcune delle hits da lui composte e rese famose da altri (Travis Tritt, The Dixie Chicks e Keb'mo per ricordarne alcuni) invece decide di rispolverare alcune canzoni scritte in compagnia del padre quando aveva solo 16 anni e altre scritte nei suoi primi anni di carriera (gli inizi dei '90) quando viveva a Nashville. Come il precedente album A Crooked Road del 2010, anche Long Ride Home è stato registrato nel suo Home Studio e vede la partecipazione di nomi storici della scena country come il grande Guy Clark (co-writer di Out in the Parking Lot), Rodney Crowell e Patty Griffin ai cori, Tim O'Brien e Wayne Scott (il padre di Darrell che canta in due toccanti ballads) oltre alla sua vigorosa "Nashville Honky Tonk Band" composta dal pianista Hargus "Pig" Robbins, il vero motore di tutto l'album, dal bassista Dennis Crouch e dal batterista Kenny Malone.

Il risultato sono 16 canzoni sopraffine e fedeli ai canoni della Country Music dei 60 e 70 e che riflettono le sue influenze (che Scott onorò nel bel Modern Hymns del 2008) come Gordon Lightfoot, Mickey Newbury, Kris Kristofferson, ma anche George Jones, Charlie Rich e Merle Haggard. E Darrell (che, oltre a far parte della band di Robert Plant, la Band Of Joy, ha vinto negli ultimi 5 anni sia un American Music Award sia un Indipendent Music Award) dal canto suo canta e suona con tanto cuore, stile, passione e coinvolgimento. It Must Be Sunday potrebbe essere un potenziale hit per un qualsiasi gruppo hype del momento, con quel lungo intro pianistico e quel gospel sound che riecheggia di passione e religiosità, il singolo Hopkinsville è una riuscitissima country Dance Hall song con tanta carica ed energia, supportata al cento per cento dal piano e dalla slide. La toccante Out In The Parking Lot è una delle canzoni migliori della raccolta; inizia con la sofferta voce di Guy Clark subito raggiunta da quella di Darrell in un'atmosfera sognante, bagnata da violino e slide e dalla voce dei due, mentre Someday è una ballata carica di pathos con un finale corale da brividi alla schiena.

E' la volta del ragtime di No Use for Today che riporta alla mente le country songs di Jimmie Rodgers con tanto piano del bravo Hargus un vero marchio di fabbrica. You're Everything I wanted to be è un'altra intensa ballad dove la voce di Darell raggiunge il suo apice e non da meno è Dance in The Darkness, ballata pianistica con un bel crescendo. Troviamo un altro duetto con il padre Wayne (da ricordare il suo This Weary Way del 2005 sempre per la Full Light Rec.) nella riuscita Country Boy, che racconta la vita di un country singer e delle sue disavventure. In Long Ride Home tutto suona alla grande: troviamo canzoni lente come Candle For a Cowboy, veloci honky tonky come la trascinante Pay Lake, country standard come la decisa Trying Not To Love You, romantiche porch song come Every Road Leads Back To You e You'll Be With Me All The way e intime ballate folk dal sapore antico come la conclusiva Still Got a Way To Go.
Un album che si ascolta tutto di un fiato e senza ombra di dubbio il suo miglior lavoro.


   


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