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Mark
Pickerel and His Praying Hands
Cody's Dream
[Bloodshot 2008]

Cody's Dream conferma il sodalizio di Mark Pickerel
con la comitiva denominata His Praying Hands, musicisti adeguatisi alle
esigenze del leader: le chitarre vispe e riverberate di Johnny Sangster,
la pedal steel di Margrethe Bjorklund a soffiare una brezza western
sull'intero repetorio, una sezione ritmica che non disdegna qualche impazienza
rock, cedendo a volte il passo alle radici punk e garage dello stesso
Mark Pickerel. Ebbene si, perché dalla Seattle mitizzata della metà degli
anni '80 parte il suo curriculum di autentico battitore libero: prima
membro fondatore, in qualità di batterista, degli Screaming Trees, diamante
della scena alternative rock cittadina; quindi lupo solitario che abbandona
la nave proprio prima dell'esplosione "grunge" e dei contratti con le
major. Forma per un breve istante il power trio Truly, passa successivamente
a collaborare con l'amico Mark Lanegan e con Neko Case, lanciando infine
l'esca solista di Snake
in the Radio, esordio del 2006 a suo tempo indagato su queste
pagine.
Cody's Dream è figlio legittimo di quelle intuizioni, rock dall'anima
country e dalle atmosfere tenebrose, costruito intorno alla voce profonda
e un po' misteriosa del leader. Un sound volutamente sensuale, oggi definito
con più impegno nei minimi particolari: c'è una maggiore convinzione,
persino un'esuberanza e qualche variazione nella ricetta che rendono il
disco una scommessa per il futuro di Mark Pickerel, songwriter a cui piacciono
i luoghi oscuri dell'animo e i contorni vintage delle chitarre elettriche.
La title track racconta più di molte parole: contagioso groove rock'n'roll
e qualche complicazione garage che ritornerà insistentemente nel corso
del disco.
Nel frattempo Let Me Down Easy fa
il verso al Nick Cave più elegante e oscuro mentre Last
Leaves aggiunge orizzonti country&westren che non mancano mai
di affascinare. Il peso di una formula un po' derivativa non può essere
taciuto, eppure le canzoni sono dannatamente buone nella forma, basterebbe
che Mark Pickerel si concedesse qualche rischio in più. Quando questo
accade Cody's Dream diventa meno prevedibile: She
Calls è un rock'n'roll lascivo e trascinante, Leaving
with the Swamptones uno strano scherzo retro-swing,
Cherokee Grove una maliziosa ballata spruzzata di gocce
sixties e ottimi impasti vocali. La matrice pop è il dato che sembra distinguere
con più vivacità il nuovo lavoro: non si spiegherebbe altrimenti anche
la presenza di She Sleeps Through Sirens,
contrassegnata dal mellotron dell'ospite Steve Fisk. Pickerel però non
rinuncia all'abito più serioso del songwriter (e la rabbuiata cover di
One More Cup of Coffee di Bob Dylan
dovrebbe darne atto) rischiando purtroppo di apparire a volte troppo accodiscendente
con lo stile nero delle sue ballate (I Promise
e The Cosing Theme passano un po'
inosservate). Si è messo comunque sulla buona strada.
(Fabio Cerbone)
www.markpickerel.com
www.myspace.com/markpickerelandhisprayinghands
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