Dixie Chicks, Wailin Jennys, Red Molly, Po' Girl: tanti sono i gruppi al
femminile che da anni a questa parte stanno rivalutando la tradizione folk, country
e bluegrass in una versione moderna ed attuale, portando al genere Americana una
ventata di aria fresca. Larkin Poe é il nome scelto dalle sorelle Rebecca
e Megan Lovell in memoria del loro bis bis (bis) nonno (che partecipò alla guerra
di secessione). Sciolte le Lovell Sisters, che l'anno passato diedero alle stampe
il bel Time
To Grow, a causa dell'abbandono della sorella maggiore Jessica per
motivi di studio e matrimonio (il 16 gennaio scorso il loro concerto d'addio),
le due più giovani sorelle hanno deciso di proseguire da sole nel loro cammino
di recupero della tradizione americana, sotto questo nuovo pseudonimo. L'amore
e la passione per la musica tradizionale è evidente dall'uso di strumenti acustici
come il mandolino da parte di Rebecca o dell'inconfondibile suono della lap steel
e dobro di Megan. Sarebbe però riduttivo chiamare il loro suono old time music.
C'e' un qualcosa che fa drizzare le orecchie nelle loro dolci melodie, nei ritornelli
a due voci, qualcosa di diverso da un puro e semplice revival. Anche rispetto
alle Lovell Sisters, il suono è meno prevedibile e meno legato alla tradizione
dovuta all'evidente assenza del violino (suonato da Jessica).
La band
che accompagna le due sorelle (Daniel Kimbro al basso, Mike Steal alle chitarre
e piano e Jonathan Maness alle percussioni) serve sul piatto arrangiamenti azzeccati,
dando alle canzoni quel tocco di originalità che non guasta mai. Aggiungiamo la
voce di Rebecca, che in alcuni episodi suona dolce e in altri sembra ruggire come
una tigre e le gradevoli melodie costruite dalla magica lap steel di Megan e il
risultato è spesso formidabile. Fatevi così catturare dalla dolce armonia del
brano iniziale Long Hard Fall o dalla lullaby
di We Intertwine dominata dalla suggestiva
voce di Rebecca accompagnata dal piano e da una batteria appena sussurrata. Burgalry
è molto bella con quei toni soul e un suono elettro-acustico che ricorda molto
la Ani di Franco di Revelling/Reckoning. To Myself è
una pop-song difficile da dimenticare con le due voci che si susseguono una dopo
l'altra in un riuscito ritornello mentre Shadows Of Ourselves
è una ballata desertica con dobro in bell'evidenza.
In The
Principle Of Silver Lining l'inconfondibile voce di Rebecca lascia
spazio a una lunga improvvisazione strumentale che la rende una delle migliori
canzoni della raccolta. Ball and Chain è una
pop song fuori dal tempo con un violoncello a terminare la sognante armonia che
ricorda le già menzionate Po' Girl mentre Nothin'But
Air ti fa sentire più libero con il suo ritmo deciso che cattura fin
dal primo ascolto. Un ritmo vellutato e un fraseggio jazz danno linfa alla conclusiva
Fairbanks, Alaska con tutta la band ad accompagnare
la voce e il dobro delle sorelle Lovell. La giusta conclusione per questo fresco
ed estivo Spring Ep (o Lp visto la durata di quasi 33 minuti) che
mette di buon umore e che non da segni di cedimento anche dopo vari ascolti.
(Emilio Mera)