Selwyn Birchwood
Pick Your Poison
[Alligator/ IRD 2017]

selwynbirchwood.com

File Under: blues contemporaneo

di Paolo Baiotti (02/08/2017)

Padre di Tobago, madre inglese, nato nell'85 a Orlando, folgorato nell'adolescenza dall'ascolto di Jimi Hendrix e da un concerto di Buddy Guy, a 19 anni Selwyn conosce il suo vicino di casa, un certo Sonny Rhodes, bluesman texano che gli insegna i segreti della lap steel e della chitarra elettrica. Da allora la strada del ragazzo è segnata. Dopo avere completato gli studi, si trasferisce a Tampa, forma una band con Donald Wright (basso), Regi Oliver (ogni tipo di sax, flauto, clarinetto) e Curtis Nutall (batteria), musicisti esperti che aiutano la sua crescita, incide due dischi indipendenti e vince nel 2013 l'International Blues Challange. Il contratto con la Alligator di Bruce Iglauer è un passo decisivo: esordisce con l'eccellente Don't Call No Ambulance, partecipa ai principali festivals internazionali e diventa in breve tempo uno dei giovani bluesmen più considerati.

Birchwood si ispira al passato, ma non è un imitatore. Compositore valido e duttile, scrive tutti i brani dei suoi dischi, suona l'elettrica e la lap steel tenuta sulle ginocchia come il suo mentore Sonny Rhodes, e ha una voce riconoscibile roca e sporca che, a seconda delle necessità, si ammorbidisce o inasprisce. Pick Your Poison prosegue nella scia dell'esordio su Alligator, è stato inciso a Orlando, prodotto da Selwyn, suonato dagli stessi musicisti con un solo cambiamento, il poderoso Courtney "Big Love" Girlie alla batteria al posto di Nutall. A differenza di molti bluesmen contemporanei, Birchwood non ama esibirsi come un virtuoso dello strumento: gli assoli sono prevalentemente brevi e serrati, inserendosi naturalmente nel tessuto della canzone. L'attenzione principale è rivolta alla scrittura e anche ai testi che in un paio di casi affrontano temi politici e sociali, nonché alla cura degli arrangiamenti, lasciando il giusto spazio ai sassofoni (tenore, alto e baritono) di Regi Oliver.

La ritmata Trial By Fire apre il disco con una breve introduzione di flauto prima dell'entrata di una chitarra di matrice hendrixiana, seguita da Even The Saved Need Saving, traccia intrisa di gospel e di influenze fifties, con un sax insinuante e una voce dai toni morbidi bilanciati da una lap steel distorta. Guilty Pleasures è un blues sudista intimo, ruvido e paludoso, Pick Your Poison un funky jazzato con un brillante assolo di elettrica nell'inserto strumentale con azzeccato cambio di ritmo, Heavy Heart un epico slow blues, drammatico e intenso. Nella parte centrale spiccano la cinematografica Reaping Time, un delta blues teso e raffinato e il divertente rock bluesato di Haunted, mentre nel finale si distinguono Police State con un testo di denuncia sulle brutalità della polizia affiancato da una aspra lap steel, la notturna love song Lost In You e Corporation Drone, funky blues bollente che critica lo sfruttamento nel mondo del lavoro.

Pick Your Poison è la conferma delle qualità di Birchwood, al momento uno dei pochi giovani in grado di mantenere alto il vessillo del blues.


    


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