Condividi
     
 

Travellin' Blue Kings
Bending the Rules
[Naked 2022]

Sulla rete: travellinbluekings.com

File Under: european blues & roots


di Paolo Baiotti (21/07/2022)

Tra gli effetti negativi della recente pandemia c’è stato quello di incidere pesantemente sul mondo della musica, non solo impedendo o limitando fortemente i concerti, ma anche costringendo alcune band, specialmente quelle indipendenti, a modificare l’organico. E’ il caso dei Travellin’ Blue Kings, nati come formazione belga/olandese affiancando al trio belga di Winne Penninckx (basso), Marc Gijbels (batteria) e Jimmy Hontelé (chitarra) la voce e l’armonica dell’olandese Stephan Harmsen. Dopo la pubblicazione nel 2019 dell’esordio Wired Up, le restrizioni di movimento hanno inciso sul percorso del quartetto che ha sostituito il cantante con JB Biesmans (voce, sax, armonica), che era già vicino al gruppo, avendo registrato l’album nel suo Roots House Studio, ed ha aggiunto in forma stabile le tastiere di Patrick Cuyvers, ospite in un paio di tracce di Wired Up.

I due nuovi arrivati si dividono con Hontelé l’onere delle undici composizioni, tutte autografe, che compongono Bending The Rules, il quale conferma le coordinate dell’esordio accentuando, con l’aggiunta del sax, la componente jazz e swing alternata ad un blues-rock tendenzialmente leggero e disimpegnato, ricalcando i toni del blues della west coast e dei texani Fabulous Thunderbirds di Kim Wilson. Stiamo parlando di cinque musicisti rodati con esperienze passate di un certo peso in ambito europeo, guidati dalla voce solida e potente di Biesmans che colora con il sax e l’armonica un buon numero di brani, alternandosi come solista con l’hammond e il piano di Cuyvers e la chitarra disinvolta e scorrevole di Hontelé.

Anche se il titolo suggerisce l’intenzione di infrangere le regole, non possiamo attenderci grandi intuizioni e scelte innovative, semmai un discreto mix di generi tra blues, jazz, soul e funky. L’up-tempo Too Many People con il sax all’opera, una ritmica pulsante e una chitarra solista sciolta apre il disco in modo esuberante, seguito dalla mossa Do It Baby riscaldata dall’hammond e dalla ballata notturna Never Never Land arrangiata con gli archi e un sax languido. Dopo questo inizio promettente il blues leggero What Needed Doin’ Done e il mid-tempo Gotta Get Away lasciano qualche dubbio, fugato parzialmente da tracce come il rock and roll bluesato Hold Your Horses, l’intima jazzata title track strumentale, la swingata If Only e il robusto soul-blues Live Your Life, primo singolo del novembre 2020 che chiude il disco con un riuscito impasto di sax, armonica e organo.


    


<Credits>