Tra gli effetti negativi
della recente pandemia c’è stato quello di incidere pesantemente sul mondo
della musica, non solo impedendo o limitando fortemente i concerti, ma
anche costringendo alcune band, specialmente quelle indipendenti, a modificare
l’organico. E’ il caso dei Travellin’ Blue Kings, nati come formazione
belga/olandese affiancando al trio belga di Winne Penninckx (basso), Marc
Gijbels (batteria) e Jimmy Hontelé (chitarra) la voce e l’armonica dell’olandese
Stephan Harmsen. Dopo la pubblicazione nel 2019 dell’esordio Wired
Up, le restrizioni di movimento hanno inciso sul percorso del quartetto
che ha sostituito il cantante con JB Biesmans (voce, sax, armonica), che
era già vicino al gruppo, avendo registrato l’album nel suo Roots House
Studio, ed ha aggiunto in forma stabile le tastiere di Patrick Cuyvers,
ospite in un paio di tracce di Wired Up.
I due nuovi arrivati si dividono con Hontelé l’onere delle undici composizioni,
tutte autografe, che compongono Bending The Rules, il quale
conferma le coordinate dell’esordio accentuando, con l’aggiunta del sax,
la componente jazz e swing alternata ad un blues-rock tendenzialmente
leggero e disimpegnato, ricalcando i toni del blues della west coast e
dei texani Fabulous Thunderbirds di Kim Wilson. Stiamo parlando di cinque
musicisti rodati con esperienze passate di un certo peso in ambito europeo,
guidati dalla voce solida e potente di Biesmans che colora con il sax
e l’armonica un buon numero di brani, alternandosi come solista con l’hammond
e il piano di Cuyvers e la chitarra disinvolta e scorrevole di Hontelé.
Anche se il titolo suggerisce l’intenzione di infrangere le regole, non
possiamo attenderci grandi intuizioni e scelte innovative, semmai un discreto
mix di generi tra blues, jazz, soul e funky. L’up-tempo Too
Many People con il sax all’opera, una ritmica pulsante e una
chitarra solista sciolta apre il disco in modo esuberante, seguito dalla
mossa Do It Baby riscaldata dall’hammond e dalla ballata notturna
Never Never Land arrangiata con gli archi e un sax languido. Dopo
questo inizio promettente il blues leggero What Needed Doin’ Done e
il mid-tempo Gotta Get Away lasciano qualche dubbio, fugato parzialmente
da tracce come il rock and roll bluesato Hold
Your Horses, l’intima jazzata title track strumentale, la swingata
If Only e il robusto soul-blues Live Your
Life, primo singolo del novembre 2020 che chiude il disco con
un riuscito impasto di sax, armonica e organo.