Forte del successo del suo
I Be Trying e del Grammy vinto
nel 2021, Cedric Burnside decide di dare seguito a quel fortunato
disco con un album dedicato alla musica con cui è nato e cresciuto, il
cosiddetto Hill Country Blues. Da un lato è apprezzabile lo sforzo di
portare avanti la tradizione di R.L.Burnside, Junior Kimbrough e Otha
Turner (tra i più noti), dall’altro riproporre per l'ennesima volta brani
come Po’ Black Mattie o Shake ‘Em Down, catene polinucleotidiche
che sicuramente fanno parte del DNA del giovane bluesman, la consideriamo
una scelta troppo facile e cautelativa. L’avevano già fatto i Black Keys,
tirando fuori il loro miglior disco da almeno un decennio a questa parte
(Delta Kream),
ma si intravedeva chiaramente l’operazione commerciale sotto la patina
di rispettoso tributo con il quale avevano coperto quel progetto discografico.
Non è qui sicuramente l’intenzione di Cedric, ma siamo partiti con il
punto debole del disco per poi analizzarne le qualità.
Il lavoro di Burnside, registrato e prodotto in soli due giorni dall’amico
Luther Dickinson in una catapecchia a Ripley, Mississippi, è dunque
un tributo al genere reso famoso da suo nonno, ed è stato fatto proprio
nel paese, Ripley appunto, che è considerato il luogo di origine dell’Hill
Country Blues. Inciso, citando direttamente Cedric, in mezzo ai rifiuti,
trovando spazio per l’attrezzatura tra scarti di legno e lattine, il disco
si compone di alcune cover e brani originali per quattordici episodi semplici
e diretti, ovviamente nel solco della tradizione del blues delle colline.
Fra la tracce più interessanti c’è proprio Hill
Country Love, una dedica alle persone del Mississippi, alle
proprie radici e alla direzione intrapresa dal più giovane Burnside. Juke
Joint ovviamente fa riferimento al centro della vita notturna del
blues rurale, campo di gioco e palestra per Cedric Burnside. Ci sono poi
brani strumentali come Get Funky, brani più diretti come Toll
on your Life e anche cover (oltre alle già citate è presnete anche
You Gotta Move di Fred McDowell, resa
famosa dagli Stones ma suonata spesso anche da R.L. Burnside).
Hill Country Love, nonostante sia stato registrato e scritto
da una “giovane leva”, sente fortemente l’influenza delle radici del blues
delle colline, e la produzione esperta di Dickinson spinge ancora di più
in quella direzione. Nelle intenzioni di Burnside questo è un album senza
compromessi, dedicato interamente al genere con il quale è cresciuto.
Un disco di blues rock, R&B, funk ma come se fosse stato registrato alla
fine degli anni ‘50. Un altro ottimo lavoro di Cedric Burnside, anche
se dovrebbe ricordarsi che gli artisti blues, quelli che noi consideriamo
“tradizionali”, in realtà erano sperimentatori, quasi avanguardisti. E
chissà quindi se nel prossimo disco Cedric non decida di rompere i confini
immaginari che lo costringono dentro la Hill Country per dare maggior
spazio alla sua musica.