Slim Harpo - The Excello Singles Anthology Universal 2003

 

In un'epoca in cui le ristampe e la rete ancora non esistevano, per scoprire personaggi come Slim Harpo c'erano soltanto due possibilità: la ricerca sul campo oppure l'interpretazione di sue canzoni da parte di qualche rock'n'roll star. A lui, nato come James Moore l'11 gennaio 1924 nel cuore della Louisiana, toccò la fortuna di arrivare alla più grande rock'n'roll band del mondo, i Rolling Stones, che attinsero per anni al suo repertorio, Exile On Main Street compreso. Non furono gli unici, per quanto i più imporanti. Da Muddy Waters ai Kinks di Ray Davies, i fans di Slim Harpo, prima ancora tra i musicisti che tra gli ascoltatori, hanno subito il fascino misterioso e incredibile di canzoni straordinariamente ricolme di suggestioni. Basterebbero i due brani che aprono questa splendida raccolta, The Excello Singles Anthology, I'm a King Bee e I Got Love If You Want It, ovvero il singolo del 1957 che rivelò il talento di Slim Harpo a introdursi nel suo tordibo mondo. Una carica ritmica devastante (Jon Spencer qualcosa deve averlo imparato da questi dischi), un miscuglio di allusioni e provocazioni a sfondo sessuale, la formula standard del blues dilatata e ampliata. Molte delle intuizioni a cui Slim Harpo ha dato seguito sono forse il motivo principale per cui è stato così amato dalle rock'n'roll band: i continui break chitarristici, le parti di organo che poi sarebbero diventate obbligatorie per tutte le province di Nuggets e dintorni, la capacità di passare da John Lee Hooker a Johnny Cash (di cui suonò Folsom Prison Blues, un singolo del 1969, qui presente) sono stati gli elementi che lo hanno spostato dal downhome verso l'ebollizione del rock'n'roll. Un'evoluzione che The Excello Singles Anthology non poteva essere raccontare meglio: tutti i classici di Slim Harpo presenti, rimasterizzati e ordinati secondo un'utile scadenza cronologica che ne ripercorrre la carriera. Anche le note di copertina sono dettagliate e comprensive di tutto quello che serve per comprendere la natura e la storia di Slim Harpo: diffidate dalle enciclopedie (orrore: in quelli che sono stati spacciati per tempo come testi sacri, il suo nome proprio non c'è) e affidatevi piuttosto alla verità che sgorga dalla sua chitarra, dall'armonica e dalla voce che sembra provenire direttamente dalla profondità della notte.
Forse era per questo che i Rolling Stones l'adoravano e l'unico, vero rimpianto è che Slim Harpo non riuscì mai ad arrivare alle London Sessions (come, per esempio, è stato con Howlin' Wolf) già programmate anche per lui. Sarebbe stato l'epilogo finale, la celebrazione di un incontro, quello tra il Delta e il rock'n'roll, che è soprattutto un ritorno a casa.
(Marco Denti)



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