Dalla
polvere degli archivi la Fat Possum resuscita un pezzo di storia del Delta blues
più puro e crudo, protagonista l'immenso Mississippi Fred McDowell. Maestro
indiscusso della slide guitar e fautore di un blues torbido e tribale, padre putativo
per le scorribande elettriche dei vari R.L.Burnside e T-Model Ford, principali
interpreti dell'etichetta di Oxford, McDowell resta ancora oggi una delle figure
cardine per comprendere i misteri di quello stile primitivo ed affascinante che
si è sviluppato nel Sud a cavallo tra gli anni venti e trenta. Riscoperto come
molti suoi colleghi grazie al revival folk degli anni sessanta (ad esempio l'altro
Mississippi John Hurt), visse una seconda carriera, prima di eclissarsi a causa
di una grave malattia nel 1972. Mama Says I'm Crazy coglie tutta
l'urgenza espressiva e la bellezza di una performance spiritata, suonata con il
piglio di una festa casalinga e la carica di un'esibizione da bettola del Sud.
Merito di questo tesoro nascosto va ascritto a George Mitchell, produttore che
decise di unire il talento di McDowell con l'armonica del vecchio amico ritrovato
Johnny Woods. Siamo nel 1967. i due non si incontrano da otto anni, ma
il tempo non ha scalfito nemmeno un centimetro della loro intesa. Suonano ad occhi
chiusi una lunga lista di classici, partendo con Shake 'Em On Down e finendo
dalle parti della leggenda di John Henry. L'intesa è perfetta, chitarra
ed armonica si intrecciano con un incedere ipnotico (splendida la parte centrale
con Red Cross Store, Going Down To the River e Standing At the
Back Door) e la voce di McDowell gracchia il suo blues, sempre lo stesso,
sempre irresistibile. (Fabio Cerbone) |