Natalia M.King
Soulblazz
[Jazz Village  2014]

www.nataliamking.com

File Under: soul jazz blues

di Silvio Vinci (09/06/2014)

Signore e Signori: Natalia M. King! Questa straordinaria artista ci regala oggi un meraviglioso album, che è un capolavoro nel suo genere, un affresco di soul moderno con forti tinte jazz e sapori blues, mi verrebbe da dire uno di quei dischi senza tempo, da mettere tra gli abiti eleganti che s'indossano nelle feste o nei colloqui di lavoro o che si ha piacere di mettere per fare innamorare qualcuno al primo appuntamento. Vi confesso subito che sono rimasto letteralmente colpito al cuore da questa mirabile interprete, che non conoscevo molto bene. Natalia è Newyorkese, di origini Dominicane, infanzia difficile a Brooklyn, laurea in sociologia e scelta di vita da cittadina del mondo, a Parigi. Non ho molte notizie sull'attività musicale di Natalia M. King, vocalist e polistrumentista abituata a maneggiare materiale prezioso come il soul e il blues; ricordiamo che ha inciso già tre album, mai intercettati prima a dire il vero: "Milagro" nel 2002, "Fury and sound" del 2003, "Flesh is Speaking" del 2005 ma questo Soulblazz è un disco che mi ha fulminato e incuriosito a scoprire le sue origini. Mi impegno a scovare in rete le precedenti registrazioni, sopratutto per capire come abbia costruito un percorso che la vede oggi già matura, alle prese con i delicati suoni di strumenti acustici, perfetti per l'obiettivo che ha voluto centrare.

Soulblazz riesce a fare impazzire le sinapsi già dal primo pezzo in playlist, meraviglioso shuffle jazzato, con l'intro acido di un sax penetrante, You Don't Know What Love Is, brano breve e perfetto, con l'entrata e le ripartenze di sassofono, cambio di ritmo blues, voce squillante, sulle toniche, ora elastica poi lunga, che ricorda immediatamente la classe della prima Billie Holliday. Stessa abilità nel jazz di I've Changed, dove la tromba sostituisce nel ruolo di alfiere, il sax, e bellissima interpretazione tecnica vocale, ma anche ispirata esecuzione strumentista in Ring Ring Dangaling, mix di sessanta anni di musica nera americana, col finale groove e gospel da brividi. Atmosfere prima asiatiche poi europee e classe immensa in Stronger Than I, per la quale giuro di aver avuto i brividi già dopo il primo minuto . Nemmeno la migliore Carleen Anderson era riuscita a conciliare la modernità e il classico lessico jazzy del delta. Anche la melodia in varie parti del disco esplode senza ridondanza, decisa ma con misura. Il livello si mantiene altissimo, specialmente in Lady Of The Night, ballata soul di classe e notevole raffinatezza tecnica, con l'ennesimo assolo di sax a cesellare la parte centrale e il finale di pezzo. Today I Sing the Blues, cover di un classico che fu di Aretha Franklin, interpretato con grande originalità, fa da fisiologico spartiacque tra la prima parte del disco, marcatamente soul e blues, e la seconda, più jazz, dove gli strumenti vanno più sciolti, come in esecuzione live in uno dei tanti locali Parigini.

Nutty Revisited diventa quasi free, con i fraseggi pianistici alla Thelonius Monk. I Need To See You Again apre di spazzole (Larry Crockett) e contrabbasso (Ivan Thorchinsky), per poi scorrere dolcemente col pianoforte e la tromba a ricamare sul vellutato cantato della nostra quarantacinquenne Natalia M. King. Sorprendente la duttilità vocale di questa straordinaria artista, colta e umile, forgiata dalle sofferenze patite in gioventù ma ricca della partecipazione cosmopolita alla vita da musicista, capelli rasta, abbigliamento e stile sobrio, minimale, e lavoro in palestra sui classici del jazz (Billie Holliday, T.Monk, Coleman, Coltrane, Miles Davis), del rock (Hendrix, Joplin, G. Dead, Morrison), del soul (A. Franklin, N. Simone) e del blues (R. Johnson). Love and Leave Me Kind è un capolavoro di arte contemporanea, condita da spettacolari fraseggi di piano elettrico Rhodes in saturazione (Vladimir Ivanowsky) che spennellano improvvisazione psychedelic- jazz su un prezioso tema chitarristico (Dominic Cravic). In chiusura Amazing Grace è una pausa birra prima delle due bonus tracks, Who Knows Best, lezione di maestria di cool jazz e Miss Celie's Blues (Sister), ultimo delizioso piccolo gioiello di soul blues jazz a briglia sciolta, in cui la nostra Miss M. King esalta le sue doti di cantante (senza dimenticare che suona la chitarra).

Null'altro da dire o scrivere, abbiamo scoperto un capolavoro, non lasciamocelo scappare, e personalmente sono felice di aver trovato una grande artista, della quale mi era sfuggita in questi anni la produzione musicale. Complimenti a Natalia M. King, mi auguro che non ci lasci in attesa di un prossimo lavoro per troppo tempo.


   


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