Jimmy Rogers - His Best MCA/Universal 2003

 

Come spesso accade ai musicisti il cui lavoro dietro le quinte ha reso autentiche figure di culto, i riconoscimenti arrivano troppo tardi. Jimmy Rogers ha senz'altro un conto aperto con la storia del blues, finalmente riverito da vecchie e nuove generazioni solo al momento delle sua dipartita. Ancora relativamente vicino infatti il ricordo del progetto Jimmy Rogers All Star, disco del '98 in cui una parata di stelle bianche e nere del rock e del blues rendevano omaggio a questo eroe oscuro della Chicago primi anni cinquanta, periodo in cui Rogers si affermava sulla crescente scena urbana come chitarrista della band di Muddy Waters. All'anagrafe James A.Lane, nativo di Ruleville, Mississippi, giugnoi 1924, Jimmy si sposta idealmente e non solo lungo il corso del fiume, passando da Memphis a Chicago, sul finire degli anni quaranta. Si ritrova così coinvolto nella fervida trasformazione del blues in linguaggio elettrico: sono gli anni della Chess e della felice esperienza con Waters. Jimmy parte con l'intenzione di suonare l'armonica, ma vista l'entrata in scena dell'immenso Little Walter, sceglie di dedicarsi anima e copro alla chitarra. Uno stile unico alla chitara, a tratti quasi rilassato, contraltare perfetto per la voce levigata di Rogers, senza dubbio priva di quella aggressività tipica degli altri musicisti di estrazione southern. Sarà al tempo stesso il suo inconfondibile marchio e la caratteristica che non lo farà apprezzare immediatamente agli imberbi rockers bianchi, più orientati verso la viscerale forza di Howlin' Wolf e dello steso Muddy Waters. Rogers, pur restando al fianco di quest'ultimo per gran parte dei cinquanta, forma stabilmente i Rocking Four nel '51 e avvia una serie di registrazioni per la stessa Chess, oggi mirabilmente raccolte in rigorosa sequenza cronologica in questo semplice His Best. E' la migliore introduzione alla seminale figura di Rogers nell'evoluzione del blues urbano di quel periodo. Già, perchè quello che salta agli occhi da subito è la grande messe di piccoli classici del genere: l'immortale That's All Right, il suo primo e più grande successo dell'agosto 1950. E poi Ludella, Walking By Myself (con l'armonica di Big Walter Horton), il lentaccio Blues All Day Long, Sloppy Drunk, Rock This House. Il materiale raccoglie nove anni di incisioni (ventidue brani), arrivando a lambire la soglia dei sessanta, periodo in cui Rogers si defila dai riflettori per ritornare solo a metà del decennio successivo. Nelle sessions in casa chess una grande parata di stelle: ovviamente Muddy Waters alla chitarra, Little Walter (armonica), Willie Dixon (basso), Otis Spann (piano)...
(Fabio Cerbone)


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