Ace Of Blues rappresenta
un doppio ritorno: quello di Angela Strehli dopo 17 anni dal quinto
album solista Blue Highway e quello dell’etichetta Antone’s, legata
all’omonimo locale di Austin che Angela ha contribuito a fondare e del
quale è stata stage manager e tecnico delle luci negli anni Settanta,
nonché protagonista di decine di esibizioni. Nata a Lubbock nel ’45, la
Strehli è una figura storica del blues texano, pur avendo inciso con parsimonia
(l’esordio Soul Shake è del 1987). Ha creato la Antone’s Records
negli anni Ottanta, ha collaborato con Lou Ann Barton e Marcia Ball ed
è stata molto vicina a Stevie Ray Vaughan fino a quando si è trasferita
in California, a Marin County, dove ha costituito il Rancho Nicasio, un
ristorante e sala da concerto che gestisce tuttora con il marito Bob Brown
(già manager di Huey Lewis & The News). Da anni guida il quartetto delle
Blues Broads con Tracy Nelson, Annie Sampson e Dorothy Morrison, che ha
pubblicato un disco dal vivo nel 2019.
Nonostante l’età matura Angela ha mantenuto la solidità e potenza vocale
che è sempre stata la sua caratteristica. Stimolata dal marito, ha pensato
di omaggiare gli artisti che l’hanno ispirata e che spesso hanno calcato
il palco dell’Antone’s tra blues, rock and roll, soul e gospel, con l’aiuto
di session men californiani tra i quali Mike Shermer alla chitarra e Mike
Emerson alle tastiere e con ospiti come Kid Andersen, che ha anche mixato
il disco, Jim Pugh, il gruppo gospel Sons Of The Soul Revivers e una sezione
fiati. L’unico brano autografo è SRV,
un toccante ricordo del chitarrista che era già stato pubblicato in Blue
Highway in una versione differente. Angela ha conosciuto Stevie adolescente
a Austin, lo ha fatto suonare nel suo club, gli ha dato dei preziosi consigli
ed ha suonato più volte con lui, comprese due apparizioni alla trasmissione
Austin City Limits e il concerto alla Carnegie Hall pubblicato dalla Epic
nel 1997 in cui la Strehli canta C.O.D. di Albert King.
Quanto agli altri brani, tutti interpretati in modo brillante dalla voce
di Angela, spiccano l’opener soul Two Steps From
The Blues di Bobby Bland irrorata dai fiati, l’inevitabile
omaggio a Muddy Waters di una sensuale e swingata I
Live The Life I Live con l’armonica
di Kaz Kazanoff, una sciolta You Never Can Tell di Chuck Berry,
lo slow Gambler’s Blues di Otis Rush in cui spicca la chitarra
di Shermer, un’agile e spedita Howlin’ For My Darling di Howlin’
Wolf, che è l’unica canzone tratta dall’abituale repertorio della Strehli,
l’errebi scattante di Trying To Live My Life Without You di Otis
Clay (con il quale Angela ha collaborato) con i fiati in primo piano e
il gospel I Wouldn’t Mind Dying nel
quale assumono notevole rilevanza i controcanti dei Sons Of Soul Revivers.
Ace Of Blues è un disco riuscito che riafferma le qualità
di un’interprete che per anni è stata considerata “the queen of Texas
blues”.