La
prima cosa che salta all'orecchio di questo disco è…l'inizio; sembra un'ovvietà,
ma per una volta non si tratta di uno di quei consueti e abusati "shuffles",
ne tanto meno di uno di quei "jump", belli ma che si assomigliano tutti,
spesso usati in maniera marpiona per catturare il vestibolo auricolare.
Si tratta invece di un eccellente lento, battuto e sudato, in cui è possibile
percepire tutte le sfumature del caso (caratteristica peraltro di tutto
il lavoro, registrato "live" in studio), dalla batteria marcata di Warren
Grant, al piano centellinato dell'ottimo Anthony Geraci (ascoltare
il suo lavoro in un altro lento prezioso, One Of Those Days), al
fraseggio acuto del leader. Il quale leader, Monster Mike Welch,
appare molto cresciuto da quando stupì i bluesofili, poco meno di dieci
anni fa, allorché pubblicò una serie di dischi (i vari "These Blues Are
Mine", "Axe To Grind" e "Catch Me") che fecero gridare al miracolo e inaugurarono
la felice stagione del "teen-blues". Mike dimostrava già di avere tutti
i numeri e una voce non da poco, che oggi appare definitivamente maturata;
prima di mettere su famiglia, il nostro ha fatto parte della band di Sugar
Ray Norcia. Insomma, Cryin' Hey inizia bene e prosegue meglio,
sulle note della terrosa title-track e su quelle di A Thrill To Be
Alive, che sembra un gioiellino dimenticato di Lowell Fulsom, ospite
d'onore Jimmy McCracklin'. E' uno degli episodi migliori di questo
lavoro intenso e asciutto, insieme con la corposa My Fatehr's Son,
con la sporca This High, High Coast Of Living (composta dal bassista
Michael "Mudcat" Ward, uomo di prim'ordine), con il proto rock'n'roll
They Call Me Monster Mike. Un prodotto con il cuore, senz'altro
il migliore per l'ancora giovanissimo artista, che non manca di ostentare
tanta personalità, ne di saper citare le sue passioni, tra il mai dimenticato
Stevie Ray Vaughan e Robert Johnson, velatamente ricordato tra le pieghe
di Everybody. Quando non si tratta di Robert Lockwood, da cui la
splendida My Daily Wish, unica cover di questo bel disco. Per il
resto, il buon Mike, fa tutto da sé.
(Roberto Giuli)
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