Hannah
Rothschild
La baronessa La
Rothschild ribelle musa segreta del jazz [Neri
Pozza, pp.287]
Uscito
dodici anni fa come The Baroness. The Search for Nica, the Rebellious
Rothschild e ora in versione italiana, questo libro di 287 pagine
è un significativo omaggio a una donna dal talento multiforme, particolarmente
importante anche (soprattutto?) per una delle grandi espressioni dell’arte
e cultura afroamericane: il jazz. L’autrice, nata nel '62, anche lei
discendente della dinastia Rothschild, racconta un’affascinante storia,
fatta di relazioni, denaro, viaggi, gatti, farfalle e molto altro. Ma
soprattutto di passione per la musica e di un insolito “triangolo affettivo”
che sfida le convenzioni sociali, in particolare quelle razziali.
Il tutto riguarda Kathleen Annie Pannonica (1913–1988), che porta
anche il nome di una farfalla - in realtà una falena, come qui precisato
-, datole dal padre, Nathaniel Charles, appassionato collezionista.
Nel ‘35, Nica, com’è più semplicemente nota, sposerà il barone Jules
de Koenigswarter, col quale avrà cinque figli; divorzieranno nel ‘55.
Per dare consistenza al suo minuzioso lavoro, Hannah Rothschild
si reca anche a Francoforte (luogo di origine della dinastia), incontrando
non poche difficoltà coi famigliari che, in vario modo, considerano
la baronessa una fastidiosa anomalia; persino dannosa per il loro buon
nome. Quasi solo dalla prozia Miriam ricava informazioni che chiariscano
alcuni tratti e fatti particolari. Nell’84, in un fumoso locale di New
York, Hannah incontra la leggendaria parente. La descrive come “logorata
dal whisky… dalle notti bianche… una voce che era in parte rombo e in
parte brontolìo…” (splendida raffigurazione, ndr). Rimarranno in contatto
epistolare, con qualche omaggio vinilico da parte di Nica. Il percorso
narrativo intenso, a tratti labirintico, richiede molta attenzione,
anche per i numerosi riferimenti che riconducono al foltissimo albero
genealogico parziale riportato nelle pagine introduttive (si parte da
metà ‘700…), rivelando alcuni dei tratti principali, storici e caratteriali
dei più significativi personaggi delle due dinastie. Senza indulgere
in facili schematismi.
Scrittura brillante e appassionata quindi - schiettezza di analisi e
racconto culturale, sociale ed economico -, non priva di ironia, affetto,
rispetto e obiettività su difetti, incomprensioni ed egocentrismi, nonché
sul maschilismo imperante all’interno della famiglia, che spiega ancor
più il carattere ribelle della grande protagonista, con le sue varie
esperienze “fuori canone” (sarà anche pilota d’aereo). Così, della ricchezza
e della passione della baronessa, donna di straordinaria vitalità, Hannah
ne fa elementi di grande supporto alla sua causa - più ampiamente alla
cultura jazz -, narrando il tutto con molti dettagli, grazie anche a
incontri con vari musicisti coinvolti dal “vortice Nica”, in tempi e
occasioni diversi. Circa metà del libro è dedicata alla minuziosa ricostruzione
della vita di Pannonica prima della “mutazione” personale e sociale,
che porterà anche alla fine del suo tormentato matrimonio, per dedicarsi
a quella musica di cui lei s’innamora definitivamente dopo il trasferimento
a New York, dove frequenta i vari club, arrivando anche a sovvenzionare
vari artisti.
In estrema sintesi, l’innesco “senza ritorno” (viste le sue attitudini
di pilota, potremmo dire il “decollo”) per Nica è l’ascolto dell’ellingtoniana
Black, Brown and Beige, in cui lei s’imbatte nel ‘48. Ma a folgorarla
sarà ‘Round Midnight di Thelonious Sphere Monk, composta e incisa
nei primi 40 dal pianista del North Carolina (1917-1982), geniale, imprevedibile,
indisciplinato gigante, fisicamente e musicalmente. Quando anni dopo
riesce ad incontrarlo, nasce una relazione del tutto particolare: lui
ha già famiglia, ma lei diverrà amica anche della moglie, Nellie Smith
(1921-2002); quel che ne consegue è molto inconsueto. Non mancano episodi
urticanti, come quello di un arresto, mentre Nica e Monk viaggiano in
macchina. Vengono fermati dalla polizia: certo, una bianca e un nero…
Lui si rifiuta di scendere e viene malmenato e lei interviene duramente
in sua difesa... Vengono arrestati. O quello, ancor più drammatico,
in cui Charlie Parker muore, il 12 marzo 1955 a New York, mentre è ospitato
nella suite che Nica mette a disposizione dei musicisti (lo narra anche
da Clint Eastwood nel suo Bird, film dell’88). Questi sono solo
alcuni dei fatti che compongono il complesso puzzle storico-artistico,
con alcune delle pagine finali del libro dedicate a “Scelta di canzoni
scritte per Nica, o da lei ispirate”, “Bibliografia”, “Documentari e
spezzoni”, nonché all'“Indice dei nomi”.
Una biografia che a tratti sembra parte di un’intricata favola (con
i cattivi e i buoni, i grandi e i mediocri, a far da sfondo a ricchezza,
tradimenti, soldi e musica), che non risparmia critiche, alla famiglia
- in particolare ad alcuni “rami” dell’albero genealogico -, alla stessa
Nica che pur ammira. Un testo che offre tutti i possibili elementi per
comporre un racconto esaustivo, come una complessa “suite jazzistica”,
dalla quale non si può che rimanere affascinati: tornando anche a rileggerla,
almeno in alcuni passaggi imperdibili, con irrinunciabile sottofondo...