Simon Reynolds
Post-Punk 1978-1984

Isbn Edizioni
pp.186



Il tema è molto interessante ed avvincente: sviscerare tutto quello che è successo dalla rivoluzione copernicana del rock'n'roll avvenuta nel 1977, proprio a partire da una smentita ormai abbastanza evidente. Ovvero che il punk non sia stato proprio quel ribaltamento perentorio, ma piuttosto una continuazione, con altre motivazioni estetiche e politiche, del primordiale rock'n'roll. E' una tesi che Post-Punk 1978-1984 ribadisce con una certa frequenza del raccontare tutto ciò che è avvenuto dopo il 1977 e che ha una sua essenza, se non proprio un valore esplicito. Simon Reynolds la usa come base di partenza per andare poi a ricostruire, in un libro dettagliato, minuzioso, puntuale ma al tempo stesso scorrevole come un romanzo, le infinite esperienze racchiuse nell'emblematico titolo Post-Punk 1978-1984: dai Public Image Limited ai Devo, dal Pop Group ai Cure, dai Black Flag ai Depeche Mode, la variegata gamma dei personaggi e delle proposte è piuttosto distante dal gusto di chi naviga per queste pagine, ma è anche l'occasione per approfondire la conoscenza di un intero mondo che ha avuto una sua non relativa importanza. Come scrive lo stesso Simon Reynolds nella postfazione: "l'aspetto del post-punk che più merita di essere ripescato sembra essere la sua tensione al cambiamento. Un'impostazione espressa tanto nella convizione che la musica dovesse guardare sempre avanti, quanto nella fiducia che la musica potesse trasformare il mondo, fosse anche alterando le percezioni di un singolo individuo o allargandone il senso delle possibilità".

James G. Ballard
Regno a venire
Feltrinelli
pp.293



Un'omicidio in un grande centro commerciale è l'occasione per squarciare un velo sopra gli sviluppi, soprattutto l'involuzione, delle periferie della civiltà occidentale: Regno a venire è un'inquietante indagine su ciò che siamo diventati a partire dalla forma, ancora non archiviabile, del romanzo che qui J.G. Ballard interpreta al meglio. Presentandolo ha spiegato così l'intuizione che l'ha portato a scriverlo: "Ricordo che qualche anno fa qualcuno mi chiese: come definirebbe il futuro? Io risposi: è facile, il futuro sarà noioso. Saremo tutti annoiati e quando la gente è annoiata, come i bambini che si annoiano, comincia a rompere i giocattoli. Vedo periferie che si diffondono per il pianeta, la suburbanizzazione dell'anima, vite senza senso, noia assoluta. Una specie di mondo della tv pomeridiana, quando sei mezzo addormentato. E poi, di tanto in tanto, bum! Un evento di una violenza assoluta, del tutto imprevedibile: qualcosa come un pazzo che spara in un supermercato, una bomba che esplode. È pericoloso". E' quello che si nasconde nelle periferie e che Regno a venire svela: "E' un nuovo tipo di democrazia, vi vota alla cassa invece che alle urne. Il consumismo è lo strumento migliore mai inventato per controllare le persone. Nuove fantasie, nuovi sogni, nuove antipatie, nuove anime da salvare. Per qualche strana ragione chiamano tutto questo shopping. Ma in realtà è la forma più pura di politica".

   

Joseph Heller
Comma 23
Minimum Fax
pp.389


Joseph Heller è l'autore di quello straordinario romanzo che è Comma 22 in cui descrivendo la follia, l'orrore e la realtà della guerra inventava l'incredibile motto che in sé racchiude tutta la logica aberrante di ogni prassi bellica: "Chiunque sia pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di guerra, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di guerra non è pazzo". In gran parte tratto dalle (sessanta) missioni di bombardamento che Joseph Heller ha compiuto durante la seconda guerra mondiale (in gran parte sull'Italia), Comma 22 ebbe una vita strana e curiosa perché quando venne pubblicato non ottenne il giusto riscontro ma poi, come ricordava E.L. Doctorow "quando ci trovammo impantanati nel Vietnam quel libro divenne una specie di manuale per la coscienza di un'epoca. Si sostiene che la letteratura non sia capace di cambiare niente, ma è certamente in grado di influenzare la consapevolezza di una generazione". Richiamando, già nel titolo, quel capolavoro, Comma 23 esplora però una gamma maggiore dei temi trattati da Joseph Heller allineando racconti, riduzioni teatrali, ricordi e, inevitabilmente, una parte dedicata a Comma 22, alla sua ispirazione autobiografica, alla trasposizione cinematografica e alla sua storia. La traduzione è di Isabella Zani e Comma 23 è completato da un saggio molto pertinente di Mattia Carratello.
 

John Sinclair
Va Tutto Bene. It's All Good
Stampa Alternativa
pp.284



Un "guerrigliero della poesia", il deus ex machina degli MC5, il critico musicale capace di spendere pagine e pagine per Sun Ra (nonché di svenarsi per farlo suonare), l'attivista senza sosta a cui John Lennon ha dedicato una canzone, l'uomo libero, l'ultimo beatnik: John Sinclair è stato ed è ancora tutto ciò e Va Tutto Bene. It's All Good è un ritratto che nonostante le ridotte misure del libro (neanche trecento pagine in formato tascabile) offre una percezione piuttosto chiara del personaggio e soprattutto delle sue idee che, ormai una rarità, sono rimaste coerenti e cristalline nel tempo. A partire dagli MC5, come dichiara nell'intervista compresa nell'introduzione di Matteo Guarnaccia: "Con gli MC5 volevamo sovvertire il governo degli Stati Uniti, né più né meno, non certo ottenere un contratto discografico". Tra un poesia e l'altra (compresa una piccola e perfetta autobiografia in versi, Capita tutto a me), un discorso contro le guerre e a favore dell'immaginazione ("La verità è che possiamo muoverci fino a dove ci porterà la nostra immaginazione") John Sinclair trova anche il modo di raccontare la sua (e nostra America) perché "è stata la cultura di strada a far grande l'America, e quando la vita rimane sulle strade, là ci sarà sempre grande musica, grande poesia, grande pittura, grande arte d'ogni genere, a riflettere e restituire alla gente di strada energia e vivacità". Un sognatore.


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