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Fossero nati oggi non avremmo dubbi nel definire The Amazing Rhytmn Aces come il prototipo perfetto di band "Americana": infatti, se con tale termine si vuole indicare una musica che raccolga i più disparati linguaggi della tradizione dai quattro angoli della grande nazione, allora pochi meglio di loro hanno saputo sintetizzare, e con largo anticipo per l'appunto, questa attitudine, lì dove il rock'n'roll abbracciava filologicamente i suoi antenati, dove country, blues, southern music e persino pop trovavano un punto di incontro, alternandosi i ruoli nell'arco di uno stesso lavoro. La ristampa della benemerita Real Gone - etichetta sempre attentissima a ripescare gemme eclissate dal passato, date uno sguardo veloce al suo ricco cataologo online - fa giustizia dei primi due - e più interessanti - album della band di Memphis, già pubblicati in precedenza, ma senza una adeguata rimasterizzazione e con scarsissime note biografiche. Stacked Deck e Too Stuffed to Jump vengono oggi riuniti in questa selezione, con l'inclusione di una bonus track (il lato b del fortunato singolo Third Rate Romance, una versione inedita del classico Mistery Train), un breve ma esaustivo ritratto curato da Scott Schinder e la riproduzione dell'artwork originale dei due lp, usciti a cavallo tra il 1975 e il 1976. Nucleo formatosi a Memphis intorno alle figure del bassista Jeff Davis e del batterista Butch McDade, reduci dalle registrazioni con il folksinger Jesse Winchester, The Amazing Rhythm Aces hanno fin dal principio nella figura del folletto Russell Smith, magica voce soulful e autore principale, l'elemento caratterizzante: ex disc jockey locale, songwriter di grande cultura musicale, con una capacità interpretativa che attraversa country, pop e educazione soul sudista, le sue canzoni offrono al gruppo l'opportunità di legare fra loro più anime dell'american music, tracciando una linea ideale che muove dalla stessa Memphis verso Nashville e si avventura fino in California. La svolta decisiva è datata 1974, quando la formazione si completa con l'arrivo del chitarrista e produttore Barry "Byrd" Burton, musicista di lungo corso che vanta persino una carriera alla Sun records di Sam Phillips, e della bellezza di due pianisti (James Hooker e Billy Earheart), capaci di donare al sound quelle qualità peculiari che li distinguono, fin dagli esordi, rispetto alla grande massa di rock tradizionale dell'epoca. E' difficile infatti definire Stacked Deck un semplice prodotto della sbornia country rock della metà dei 70s: si tratta di uno dei debutti più eclettici in seno al movimento, che seppure accodato al successo di Eagles, Poco, Nitty Gritty Dirt Band e altri campioni del suono Californiano, si distingue esattamente per le radici sudiste di Russell Smith e compagni, dando alla musica degli Amazing Rhythm Aces lineamenti più singolari, lì dove swamp blues, swing, effluvi country gospel trovano un terreno comune. Basterebbe il loro fortunato singolo (numero 14 nelle classifiche pop di Billboard e clamoroso successo in Canada) Third Rate Romance, per esprimere queste differenze: un ritmo danzereccio, una melodia vagamente caraibica, una cura originale nel testo, particolari che aiuteranno il music business di Nashville ad accorgersi presto del talento di Smith come autore. È l'intero album a svelare piccoli segreti dietro ogni curva: The "Ella B" è il brano più influenzato dal southern feeling del gruppo, autentico swamp rock; The Beautiful Lie una limpida ballata che dalle radici country si muove in direzione soul; Hit the Nail on the Head un irresistibile rock'n'roll dalle movenze fifties (Elvis avrebbe potuto farla sua...) e un po' retrò, mentre Who Will the Next Fool Be è la ripresa di una vecchia torch song di Charlie Rich, con un magistrale lavoro blues al piano. Il secondo singolo, Amazing Grace (Used to Be Her favorite Song), cita il famoso traditional folk e lo rivede in chiave ironica, naturalmente con accenti country gospel che sembrano richiamare la lezione della Carter Family. Si tratta forse di uno dei momenti strettamente più roots all'interno di un disco che parla dall'America profonda con una verve da veterani più che eordienti: tanti e tali sono i riferimenti da confondere il pubblico che ha adottato Eagles e Dobbie Brothers come paladini. Viene facile capire perché la band fosse poco catalogabile, passando da una ballata soul blues quale My tears Still Flow al puro swing notturno di Whay Can't Be Satisfied (il primo Tom waits tra le righe) alle movenze solari e ancora imparentate con i caraibi di Emma Jean, una sottile storia d'amore lesbico che nel 1975 non doveva essere affato un comodo biglietto da visita per farsi accettare nel mainstream musicale. Nonostante tutto, il seguito per la ABC del 1976, Too Stuffed to Jump, non solo mantiene le promesse e costruisce un secondo atto sulle stesse coordinate del predecessore, ma riesce anche a confermare la band ai piani alti della scena roots americana, grazie ad una dignitosa entrata in top 20 nel settore country di Billboard, e sfiorando un'altra hit di una certa risonanza con The End Is Not in Sight (The Cowboy Tune), dolce ballata country rock di immediata presa melodica. The Amazing Rhytm Aces sono qui essenzialmente catturati all'apice della loro forma compositiva, ancora una volta ispirati da una sintesi mirabile di linguaggi legati alle radici del rock'n'roll, tentando anzi di rompere ulteriori barriere. Se Typical American Boy apre l'album con una delle migliori liriche di Russell Smith e con un irresistibile incedere swamp rock dettato da piano e chitarre, episodi acustici quali la cantautorale If I Just Knew What to Say, l'accoppiata di romantiche ballad These Dreams of Losing You e Dancing the Night Away o il vispo sobbalzare country di Out of the Snow evidenziano le potenzialità di Smith come songwriter, mentre l'incalzante shuffle di I'll be Gone e il puro southern rock di Fool for the Woman testimoniano la duttilità assoluta della band in fatto di stile. Nella formazione originale, ma con un progressivo allontanamento dai favori commerciali (i seventies volgono al termine e la luna di miele con il country rock si affievolisce), The Amazing Rhytm Aces proseguiranno il cammino in casa ABC, pubblicando ancora un paio di apprezzabili lavori sul finire del decennio, prima di spegnersi lentamente e dedicarsi a collaborazioni sparse e carriere soliste. Innegabile che la loro eredità Americana, come detto in principio, resti tutta racchiusa in queste due opere: classici "minori" si sarebbe detto un tempo, che a maggior ragione vale la pena riscoprire in un 2013 ancora a caccia di radici. |