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Danny Bryant
02:10 The Early Years
[Continental Blue Heaven 2022]

Sulla rete: dannybryant.com

File Under: british rock blues


di Paolo Baiotti (26/05/2022)

Nato e cresciuto a Royston nell’Hertfordshire, Danny Bryant è una delle figure emerse nei primi anni Duemila nel panorama inglese del blues-rock. Diventato chitarrista professionista a 18 anni, ha formato la RedEye Band con la madre come manager, il padre Ken al basso e il batterista Andy Burt, poi sostituito da Dave Raeburn e infine nel 2008 da Trevor Barr. Dopo il ritiro di Ken nel 2013, il nome della band è stato abbandonato e Danny ha continuato a registrare passando alla Jazzhaus, mentre in precedenza aveva inciso per la sua label e per la Continental Blue Heaven.

Ispirato dalla collezione discografica dei genitori, Bryant si è appassionato alla musica di Rory Gallagher, Rolling Stones, Jimi Hendrix ed Eric Clapton; tramite loro è andato indietro nel tempo approfondendo il blues nero. A 15 anni, dopo un concerto dell’ex membro dei Bluesbreakers Walter Trout, gli ha scritto ottenendo una risposta, un incontro e un forte incoraggiamento. Danny ha restituito il favore nel 2014 quando ha guidato la band di Trout, convalescente dopo un trapianto di fegato. 02:10 è una raccolta che si focalizza sui primi anni della carriera del musicista, dall’esordio del 2002 con Watching You! fino a Just As I Am del 2010. Sei album in studio dai quali sono state estratte dodici tracce nel cd, ridotte a otto nella versione in vinile.

Se nel corso degli anni Bryant, pur mantenendo il blues come base, ha incorporato nella sua musica dosi di rock sempre più grezze e robuste, in questo primo periodo la voce roca e sporca che ricorda quella di Trout è al servizio di un blues-rock che non raggiunge vette particolari, mostrando comunque dei limiti di scrittura, ma che si dimostra a tratti efficace e apprezzabile, seppure con qualche caduta. Lo slow Since You’ve Gone con una chitarra incisiva e la ritmata title track sono le due valide scelte dall’album d’esordio, replicate dall’epico mid-tempo Shadows Passed e dalla lunga e sofferta Danny’s Blues in cui la chitarra struggente richiama Gary Moore dal successivo Shadows Passed. Tracce di contaminazioni hard rock si incontrano nella cadenzata Movin’ On Back To You, nella ruvida Shut Out The Light e nell’impersonale Heart Working Overtime, confermando che la dimensione migliore è quella più vicina al blues del travolgente slow Days Like This, esplosivo duetto con Walter Trout, dell’energica Last Goodbye e di Alone In The Dark che chiude il disco con un malinconico squarcio elettroacustico dall'album Just As I Am.


    



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