Nato e cresciuto a Royston nell’Hertfordshire,
Danny Bryant è una delle figure emerse nei primi anni Duemila
nel panorama inglese del blues-rock. Diventato chitarrista professionista
a 18 anni, ha formato la RedEye Band con la madre come manager, il padre
Ken al basso e il batterista Andy Burt, poi sostituito da Dave Raeburn
e infine nel 2008 da Trevor Barr. Dopo il ritiro di Ken nel 2013, il
nome della band è stato abbandonato e Danny ha continuato a registrare
passando alla Jazzhaus, mentre in precedenza aveva inciso per la sua
label e per la Continental Blue Heaven.
Ispirato dalla collezione discografica dei genitori, Bryant si è appassionato
alla musica di Rory Gallagher, Rolling Stones, Jimi Hendrix ed Eric
Clapton; tramite loro è andato indietro nel tempo approfondendo il blues
nero. A 15 anni, dopo un concerto dell’ex membro dei Bluesbreakers Walter
Trout, gli ha scritto ottenendo una risposta, un incontro e un forte
incoraggiamento. Danny ha restituito il favore nel 2014 quando ha guidato
la band di Trout, convalescente dopo un trapianto di fegato. 02:10
è una raccolta che si focalizza sui primi anni della carriera
del musicista, dall’esordio del 2002 con Watching You! fino a
Just As I Am del 2010. Sei album in studio dai quali sono state
estratte dodici tracce nel cd, ridotte a otto nella versione in vinile.
Se nel corso degli anni Bryant, pur mantenendo il blues come base, ha
incorporato nella sua musica dosi di rock sempre più grezze e robuste,
in questo primo periodo la voce roca e sporca che ricorda quella di
Trout è al servizio di un blues-rock che non raggiunge vette particolari,
mostrando comunque dei limiti di scrittura, ma che si dimostra a tratti
efficace e apprezzabile, seppure con qualche caduta. Lo slow Since
You’ve Gone con una chitarra incisiva e la ritmata title track sono
le due valide scelte dall’album d’esordio, replicate dall’epico mid-tempo
Shadows Passed e dalla lunga e sofferta Danny’s Blues in
cui la chitarra struggente richiama Gary Moore dal successivo Shadows
Passed. Tracce di contaminazioni hard rock si incontrano nella cadenzata
Movin’ On Back To You, nella ruvida Shut Out The Light e
nell’impersonale Heart Working Overtime, confermando che la dimensione
migliore è quella più vicina al blues del travolgente slow Days Like
This, esplosivo duetto con Walter Trout, dell’energica Last Goodbye
e di Alone In The Dark che chiude il disco con un malinconico
squarcio elettroacustico dall'album Just As I Am.