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Tra il 1991 e il 2001 i R.E.M. erano una delle rock'n'roll band più amate del pianeta e nello stesso tempo erano riusciti, e ce l'hanno fatta fino alla fine, a mantenere comunque un'aura cool attorno, o almeno a non perdere del tutto il misterioso fascino che li ha sempre distinti. Sono vent'anni in cui sono stati protagonisti, e non soltanto per il successo trascinato da Losing My Religion (in questa compilation compresa nelle versioni di entrambi i decenni). E' un periodo in cui hanno sfornato capolavori come Automatic For The People (o quasi, come New Adventures in Hi-Fi), in cui hanno suonato con (Monster) o senza le chitarre (Up) e dove sono passati dai venti milioni di copie di Out Of Time al milione di Reveal. Un pezzo importante della loro storia che, a posteriori, avrà un peso non indifferente nella decisione di sciogliersi, giusto tre anni fa. Li ha aiutati non poco la coincidenza della scelta in gran parte acustica di Out Of Time con la fortuna degli unplugged televisivi, almeno finché sono durati. Comunque, entrando nello specifico: nel 1991 i R.E.M. sono ancora nella formazione con Bill Berry, con l'aggiunta di Peter Holsapple alla chitarra e all'organo, con Peter Buck incollato al mandolino. Un bel concerto in cui, oltre alle canzoni di Out Of Time, spiccano alcuni ripescaggi dal passato, tra cui Fall On Me, Disturbance At The Heron House, Love Is All Around dei Troogs, un'ottima rendition di It's The End Of The World As We Know It (And I Feel Fine), meno frenetica dell'originale, nonché Pop Song 89. C'è anche una manciata di canzoni che non era compresa nello spettacolo televisivo, ovvero Fretless, la classica Swan Swan H, Rotary 11, Get Up e World Leader Pretend. L'unplugged di dieci anni dopo è un'altra storia, non solo perché si aggiungono Scott McCaughey alle chitarre, Ken Stringfellow al piano e Joey Waronker alle percussioni. I R.E.M. sembrano aver digerito una volta per tutte le pulsioni acustiche, suonano con molta più disivoltura e Michael Stipe canta come spesso è successo negli ultimi anni, ovvero in modo unico e magnifico e basta sentirlo nell'ispiratissima versione di Country Feedback o in At My Most Beautiful o nei ripescaggi di So. Central Rain (I'm Sorry), Cuyahoga e Find the River. Anche per il 2001 vengono riportate le canzoni che non si sono viste in televisione, tra cui una versione rallentata e più sentita di The One I Love. Tutto bello e interessante anche se trattandosi dei R.E.M., ovvero una delle più grandi rock'n'roll band degli ultimi trent'anni, almeno un paio di questioni restano aperte. Come già in occasione di Part Lies, Part Heart, Part Truth, Part Garbage 1982-2011, la definizione è sempre piuttosto relativa e limitata, in questo caso proprio perché i R.E.M. erano unplugged prima della trasmissione televisiva con quel nome e, come ha detto anche Mike Mills, c'è una marea di materiale negli archivi (anche in rete, se è per quello). Ogni tanto non sarebbe male provare a dare una visione un po' meno parziale, per esempio, cercando di capire da dove è nata la passione dei R.E.M. per la strumentazione acustica, magari risalendo fino a Joe Boyd e dintorni. Infine ci va una constatazione spicciola: quando erano in attività i R.E.M. pubblicavano un disco ogni due o tre anni. Dalla fine del 2011 hanno già pubblicato due CD (entrambi doppi). Forse è questa la fine del mondo che ci piace tanto: quanto comincia a funzionare tutto al contrario. |