Uncle Tupelo reissues
Da tempo attese, dopo la pubblicazione lo scorso anno di un interessante best antologico, escono finalmente le ristampe dei quattro dischi ufficiali della band alternative-country per eccellenza (anche se è probabile che loro non sapessero nemmeno di suonarlo questo genere...), ovvero gli Uncle Tupelo da Belleville, Illinois. No Depression, Still Feel Gone e March '92, i tre lavori indipendenti, in origine pubblicati dalla piccola label Rockville, vengono riproposti nella collana Columbia/Legacy, mentre il quarto episodio, Anodyne, esce per la Rhino/Warner. Ovviamente ogni disco è corredato da un nutrito numero di bonus tracks: sono demo version, estratti live e inediti non proprio indinspensabili, ma per chi in questi anni non avesse avuto la possibilità di apprezzarli, queste ristampe sono un acquisto consigliatissimo
(di Fabio Cerbone)

Uncle Tupelo - No Depression Columbia/Legacy 2003
Correva l'anno 1990, il rock'n'roll era attraversato dalle scosse nichiliste del grunge, mentre l'underground finiva direttamente in classifica, ribaltando gusti e certezze del decennio appena trascorso. A Belleville, Illinois, nel mezzo del nulla della piatta provincia del Midwest americano, Jay Farrar, Jeff Tweedy e Mike Heidorn davano vita ad una rivoluzione silenziosa e pacifica, che nessuno al momento avrebbe notato. Nasce il piccolo mito degli Uncle tupelo che segnano idealmente la nascita di un genere, attraverso un disco che diverrà il simbolo di un intero movimento ed il nome della rivista più autorevole del settore. No Depression mutua il titolo da un classico della roots music a firma Carter Family e non si vergogna di resuscitare i fantasmi del folklore musicale americano. Cresciuti con i suoni del punk-rock nelle orecchie, con le rasoiate degli Husker Du e gli insegnamenti del rock alternativo, gli Uncle Tupelo non fanno altro che mischiarli con le loro radici rurali e contadine: è nato l'alternative-country, squarci di furiosa elettricità e poesia folk, il canto strascicato di Farrar e Tweedy, le chitarre scorticate, la cover di John Hardy di Leadbelly (icona della folk music afro-americana) ed una Graveyard Shift che apre i battenti descrivendo con spietato cinismo la piatta vita di provincia. La routine del lavoro in fabbrica (Factory belt), il dramma dell'alcolismo (Whiskey Bottle) ed una vita che cerca disperatamente un senso (Life Worth Livin'), No Depression tratteggia una Midwest in decadenza, dopo la mannaia della ricetta liberista di Reagan

Bonus Tracks:
14. Left In The Dark
15. Won't Forget
16. Sin City
17. Whiskey Bottle (Live Acoustic Version)
18. No Depression (1988 Demo)
19. Blues Die Hard (1987 Demo)
 
Uncle Tupelo - Still Feel Gone Columbia/Legacy 2003
Secco, aspro, volutamente naif, Still Feel Gone arriva diretto come un pugno nello stomaco, ed è il seguito naturale di No Depression. La ricetta è la stessa, mischiare antico e moderno, country e punk-rock E' passato un anno, ma di riconoscimenti all'orizzonte non se ne vedono. Ballate taglienti come lame, aspre come un caffè amaro di prima mattina, allo stesso tempo tradizionali e rumoriste, metà Hank Williams e metà Husker Du. Still Feel Gone mostra una maggiore coesione rispetto agli esordi, anche se manca il fattore sorpresa: nonostante tutto è ancora stupendamente impreciso, uno scarabocchio imperfetto di grande musica americana che si apre con la furiosa Gun di Tweedy e si chiude con la ciondolante melodia folk di If That' Alright. In mezzo ci sono quaranta minuti scarsi di splendido country-rock "out of time": i classici si chiamano Lookin' For a Way Out, Fall Down Easy, Punch Drunk, True to Life e la magnifica Still Be Around, uno dei vertici del primo Jay Farrar

Bonus Tracks:
14. Sauget Wind
15. I Wanna Destroy You
16. Watch Me Fall (Demo)
17. Looking For A Way Out (Demo)
18. If That's Alright (Demo)

 
Uncle Tupelo - March 16,20 1992 Columbia/Legacy 2003
Concettualmente il disco più importante della breve esperienza della band, è tuttavia stilisticamente molto lontano dal suono Uncle Tupelo per antonomasia: sono azzerati gli slanci elettrici e la furia punk, tutto viene ricondotto all'essenza di un suono scarno ed acustico, quello dei padri della folk music, malinconico ed intimamente connesso con la terra che vuole raccontare. Diviso tra materiale inedito e rivisitazioni di brani della tradizione, rappresenta la definitiva scesa a patti con la storia dell'american music e con le tematiche politiche della Grande Depressione. Il risultato è una sorta di Basement Tapes del movimento alternative-country: di una purezza incontaminata, la musica di March 16, 20 1992 (che, come suggerisce lo stesso titolo, è il frutto di un'ispirata session di pochi giorni) ha il peso e la forza degli stessi classici che intende recuperare. Coalminers resuscita i fantasmi di Woody Guthrie; Moonshiner mette sempre i brividi ogni volta che la si ascolta; Atomic Power rispolvera nuovamente l'amata Carter Family e il puritanesimo religioso di Satan, Your Kigdom Must Come Down mostra il delirio dell'America al lastrico prima del New Deal.

Bonus Tracks:
16. Take My Word
17. Grindstone (1991 Longview Farm Acoustic Demo)
18. Atomic Power (1991 Longview Farm Acoustic Demo)
19. I Wanna Be Your Dog (1991 Longview Farm Acoustic Demo)
20. Moonshiner (Live 1/24/1993)

 
Uncle Tupelo - Anodyne Warner/Rhino 2003
Anodyne è il disco che rappresenta contemporaneamente il raggiungimento dell'età adulta (con il passaggio alla major Sire/Warner) ed il loro personale canto del cigno, prima del doloroso scioglimento, causa principale l’incompatibilità nella stessa band di due talenti naturali, quelli di Jay Farrar e di Jeff Tweedy. Riassume in modo magistrale il lavoro svolto in pochi anni di carriera: la costruzione della canzone ricopre sempre più un ruolo centrale rispetto alla furia giovanile. Arrivano Ken Coomer (batteria, al posto dello storico Mike Heidorn) e Max Johnston ed il suono si fa più corposo. Le iniziali Slate e Acuff Rose sono diamanti di folk music che, se non fosse per la qualità del suono, potrebbero benissimo essere uscite da chissà quale polveroso archivio del passato. The Long Cut e Chickamauga mostrano ancora il volto più sporco e viscerale della band, ma il cuore del disco risiede nella stessa title track, in New Madrid, High Water e Steal The Crumbs, che dimostrano come i ragazzi non solo abbiano imparato la lezione, ma siano a loro volta già diventati maestri di un country-rock puro e cristallino, che ha assunto lo status di classico e non di semplice imitazione.

Bonus Tracks:
13. Stay True (previously unreleased)
14. Wherever (previously unreleased)
15. Are You Sure Hank Done It This Way (previously unreleased)
16. Truck Drivin' Man (live)
17. Suzy Q (live)