Quinto
album in studio di una carriera solista avviata con l'omonimo album del 1970,
Slowhand (mano lenta, soprannome dell'artista) è il disco di maggior
successo degli anni settanta del chitarrista di Ripley. Segue due prove alterne
come There's One In Every Crowd e No Reason To Cry, riuscendo a riportarne il
nome ai vertici di popolarità dei primi anni del decennio, con brani di sicura
presa come Cocaine, Wonderful Tonight
e Lay Down Sally che sono ancora nel repertorio
live dell'artista. E' stato registrato nel maggio '77 subito dopo la fine del
tour europeo di No Reason To Cry, nei londinesi Olympic Studios con la produzione
di Glyn Johns, conosciuto da Eric tramite Pete Townshend (Glyn aveva prodotto
Who's Next) e con la band americana utilizzata in tour comprendente Dick Sims
(tastiere), Marcy Levy e Yvonne Elliman (voce), Carl Radle (basso), Jamie Oldaker
(batteria) e George Terry (chitarra) con l'aggiunta di Mel Collins (sax).
Come
sempre Clapton alterna materiale originale con covers e tradizionali, preferendo
atmosfere rilassate e tempi medi, senza lasciare eccessivo spazio alla chitarra
solista. La trascinante cover di Cocaine di JJ Cale che apre il disco è
un omaggio ad uno degli artisti preferiti del musicista; incisa l'anno prima da
Cale su Trubadour, ottiene un grande successo in questa versione con la chitarra
in primo piano, garantendo entrate sicure al suo autore. Wonderful
Tonight, una ballata languida composta da Clapton per la compagna Patti
Boyd (ex di George Harrison), registrata in due ore e inserita quasi casualmente
nel disco, ne diventa uno dei brani classici, trasmesso continuamente anche dalle
radio pop e ballato a luci basse nelle feste da migliaia di adolescenti. La versione
live del doppio Just One Night, rallentata ad arte, è superiore, ma anche l'originale
non è male. Lay Down Sally è un up-tempo country
allegro e divertente composto con la cantante Marcy Levy, coautrice anche di The
Core, traccia grintosa cantata a due voci con un'importante sezione
strumentale nella quale chitarra, tastiere e sax si alternano in assoli calibrati.
Next Time You See Her è un mid-tempo discreto mentre We're
All The Way è una ballata sussurrata tratta dal repertorio del popolare
musicista country Don Williams. John Martyn è uno degli artisti più stimati da
Eric, che ripropone la sua May You Never (dall'album Solid Air) senza brillare.
Anche il blues Mean Old Frisco è eseguito con eccessiva pacatezza; preferisco
il delizioso strumentale Peaches And Diesel che
chiude il disco originale.
La recente edizione deluxe aggiunge quattro
tracce delle medesime sessions tra le quali una cover di Looking
At The Rain di Gordon Lightfoot e la morbida ballata Stars, Strays
And Ashtrays. Molto interessante il secondo dischetto che propone nove brani
registrati all'Hammermith Odeon il 27 aprile del '77 (l'intero concerto è sul
box della versione super deluxe). Cinque sono inediti assoluti: il mid-tempo blues
Steady Rolling Man, una Can't Find My Way Home con Yvonne Elliman
alla voce solista che cerca di far dimenticare Steve Winwood (ma non ci riesce),
una grintosa Badge improvvisata con calore,
I Shot The Sheriff splendida nell'assolo
di chitarra, ma appesantita dall'assolo di batteria e Layla, che anche
quando non è superlativa si ascolta volentieri. Gli altri quattro sono una vibrante
Tell The Truth dal repertorio di Derek & The Dominos, il blues veloce Further
On Up The Road, una sofferta Stormy Monday e la reggata cover dylaniana
di Knocking On Heaven's Door, non del tutto convincente.
La scaletta
delle deluxe: Disco 1 1. Cocaine // 2. Wonderful Tonight // 3. Lay Down
Sally // 4. Next Time You See Her // 5. We're All The Way // 6. The Core // 7.
May You Never // 8. Mean Old Frisco // 9. Peaches And Diesel // 10. Looking At
The Rain // 11. Alberta // 12. Greyhound Bus // 13. Stars, Strays And Ashtrays
Disco 2 1. Tell The Truth // 2. Knocking On Heaven's Door // 3. Steady
Rollin' Man // 4. Can't Find My Way Home // 5. Further On Up The Road // 6. Stormy
Monday // 7. Badge // 8. I Shot The Sheriff 9. Layla