La Back In Blues Band
ritorna a calcare il palco col suo sound festoso, e ritorna…On The Good
Foot. Era questo il titolo del loro debutto discografico, sui cui passi
procede il numeroso cast sulle tracce del soul e del grande rhythm & blues
d'annata. Un live registrato gli scorsi 23 e 24 gennaio al Teatro alle
Vigne di Lodi, con tutta l'energia e l'espressione migliore dello stile
musicale e dell'impatto sonoro del gruppo. A questo proposito la decisione
da parte della produzione e direzione artistica di Stefano Signoroni
- voce solista -, Lele Botti - chitarre - e Gianluca Sambataro
- piano e hammond - di registrare Back on The Good Foot
e regalare al vasto seguito della band dal vivo, un album che immortalasse
appunto, le performance dell'orchestra nei suoi cavalli di battaglia.
Insieme per più di un'ora di musica, sul cd anche tre bonus da studio
a firma Botti-Sambataro-Signoroni, un assaggio di ciò che la Back In Blues
sa fare oltre la reinterpretazione dei grandi classici, di una musica
che è pure parte integrante di un linguaggio. Fratelli minori di Jack
ed Elwood allora, sebbene nelle tracce autografe l'impronta si faccia
un po' più rock, come in Too Much Time, così nello slow Singing
For Your Self o nella conclusiva Traffic Jam, spruzzata di
funky-wha nel refrain chitarristico dello strumento di Botti presente
in modo significativo in tutte tre. Fiato agli ottoni di Beffa,
Riva e Castellotti invece, per il pubblico presente alle
serate dove le voci di Signoroni, Gaia Pedrazzini e Arianna
Panozzo ed il supporto ritmico della band con Andrea Varischi
al basso e Marco Sambataro alla batteria, Gianluca Sambataro alle
tastiere, regalano in piena joy of repetition brani assunti a moduli espressivi
del rhythm & blues più vero, intrisi di funk & soul, dalla Superstition
di Steve Wonder, agli intimismi blues di Piece Of My Heart, comunque
diversa e lontana dalle impareggiabili asperità della memorabile Janis
Joplin. Buona l'alternanza delle voci, dosate con equilibrio e impreziosite
dalla coralità degli strumenti, dalle cui esecuzioni trapela a prima vista
un certo imprinting accademico, che poi però si lascia andare nella dedica
al grande The Genius. Per l'occasione Hit The Road Jack, Halleluja
I Love Her So e What'd I Say in swinganti realizzazioni sonore.
Seguono la dolcissima Lately, riflessiva e accarezzata al piano
jazzy, di nuovo omaggio a Wonder. Versione decisamente live quella dell'altro
grande riferimento, Otis e la sua (Sittin') On The Dock Of The Bay,
equamente suddivisa tra voce femminile e voce femminile. Libero sfogo
per la band sul medley in chiusura che certo non poteva mancare, quello
per il "reverendo" James Brown. In fila Get Up (I Feel Like Being A
Sex Machine), Cold Sweat, Papa's Got A Brand New Bag
e Doing It Do Death. Scelte non facili gli stessi brani, per un
generoso repertorio avvicinato con rispetto, eseguito con sentimento,
che la Kayman Records pubblica allargandone la distribuzione anche all'estero.
(Matteo Fratti)
www.backinblues.com
www.kaymanrecords.com
|