Back In Blues Band - Back on the Good Foot Kayman rec.2004
 

La Back In Blues Band ritorna a calcare il palco col suo sound festoso, e ritorna…On The Good Foot. Era questo il titolo del loro debutto discografico, sui cui passi procede il numeroso cast sulle tracce del soul e del grande rhythm & blues d'annata. Un live registrato gli scorsi 23 e 24 gennaio al Teatro alle Vigne di Lodi, con tutta l'energia e l'espressione migliore dello stile musicale e dell'impatto sonoro del gruppo. A questo proposito la decisione da parte della produzione e direzione artistica di Stefano Signoroni - voce solista -, Lele Botti - chitarre - e Gianluca Sambataro - piano e hammond - di registrare Back on The Good Foot e regalare al vasto seguito della band dal vivo, un album che immortalasse appunto, le performance dell'orchestra nei suoi cavalli di battaglia. Insieme per più di un'ora di musica, sul cd anche tre bonus da studio a firma Botti-Sambataro-Signoroni, un assaggio di ciò che la Back In Blues sa fare oltre la reinterpretazione dei grandi classici, di una musica che è pure parte integrante di un linguaggio. Fratelli minori di Jack ed Elwood allora, sebbene nelle tracce autografe l'impronta si faccia un po' più rock, come in Too Much Time, così nello slow Singing For Your Self o nella conclusiva Traffic Jam, spruzzata di funky-wha nel refrain chitarristico dello strumento di Botti presente in modo significativo in tutte tre. Fiato agli ottoni di Beffa, Riva e Castellotti invece, per il pubblico presente alle serate dove le voci di Signoroni, Gaia Pedrazzini e Arianna Panozzo ed il supporto ritmico della band con Andrea Varischi al basso e Marco Sambataro alla batteria, Gianluca Sambataro alle tastiere, regalano in piena joy of repetition brani assunti a moduli espressivi del rhythm & blues più vero, intrisi di funk & soul, dalla Superstition di Steve Wonder, agli intimismi blues di Piece Of My Heart, comunque diversa e lontana dalle impareggiabili asperità della memorabile Janis Joplin. Buona l'alternanza delle voci, dosate con equilibrio e impreziosite dalla coralità degli strumenti, dalle cui esecuzioni trapela a prima vista un certo imprinting accademico, che poi però si lascia andare nella dedica al grande The Genius. Per l'occasione Hit The Road Jack, Halleluja I Love Her So e What'd I Say in swinganti realizzazioni sonore. Seguono la dolcissima Lately, riflessiva e accarezzata al piano jazzy, di nuovo omaggio a Wonder. Versione decisamente live quella dell'altro grande riferimento, Otis e la sua (Sittin') On The Dock Of The Bay, equamente suddivisa tra voce femminile e voce femminile. Libero sfogo per la band sul medley in chiusura che certo non poteva mancare, quello per il "reverendo" James Brown. In fila Get Up (I Feel Like Being A Sex Machine), Cold Sweat, Papa's Got A Brand New Bag e Doing It Do Death. Scelte non facili gli stessi brani, per un generoso repertorio avvicinato con rispetto, eseguito con sentimento, che la Kayman Records pubblica allargandone la distribuzione anche all'estero.
(Matteo Fratti)

www.backinblues.com
www.kaymanrecords.com


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