“Woolabaloola, cosa significa?
Niente, ma suona bene, è la parola che cerchiamo per esprimere
la nostra anima, così come suggerisce il brano che da titolo
all’album”. Incoraggiante presupposto, soprattutto per un
genere come il blues. L’autore della dichiarazione è NGguitarboy;
dietro tale nickname si cela in realtà Angelo Gaddi, musicista,
cantante, chitarrista e autore di lungo corso, attivo (come
recitano le note) nella scena underground milanese fin dagli
anni Novanta, periodo in cui, oltre a collezionare esperienze
grazie alla collaborazione con diversi musicisti, progressivamente
si avvicina al blues.
Sono proprio le dodici battute a fornire le coordinate per
l’apprezzato Ten Years, lavoro del 2020 che non difetta
in potenza e incisività e attorno al quale ruota una band
di spessore, ovvero, oltre a Gaddi, Davide Badiali alla
chitarra, Riccardo Massari al basso e Matteo Giussani alla
batteria. Woolabaloola, secondo capitolo della
storia, presenta lo stesso organico, con l’eccezione di
Stefano Battisti al posto di Massari, oltre a vari collaboratori:
Luca Angeleri e Sergio Sala (tastiere), Manuela Martini
e Fabrizia Guarnieri (cori) e Enzo Giliberti, il quale presta
il suo sax alla title -track, deliziosa e intelligente novelty.
È un disco coinciso, logico e ben realizzato, trentasette
minuti di blues (tempo perfetto) con qualche venatura rock
in più rispetto al precedente. Si ascoltino a tal proposito
il pezzo d’apertura My Side, caratterizzato da un
riff possente e un bel supporto d’organo, o l’energica
The Place, dal taglio più funky. Ma c’è dell’altro.
Se Old Jail è un lento ben concepito che si muove
entro i canoni, molto interessanti sono The
River e Sidewalk Man,
bel rock blues pure con un riff distintivo. Dieci tracce
per un lavoro che mette in luce un notevole livello compositivo
(tutti i pezzi sono firmati da Angelo). Su tutto, la nervosa
e marcata No Love, e Puzzled
Life, ottima nella sua agile veste rock da candidata
a singolo. Da ascoltare.