Condividi
 
  Graziano Romani
Still Rocking
[Route 61 Music 2023]

Sulla rete: grazianoromani.it

File Under: roots rock & Jersey Sound from Italy


di Paolo Baiotti (06/07/2023)

Sono passati 33 anni dall’esordio di Graziano Romani come cantante dei gloriosi Rocking Chairs, che negli anni Ottanta hanno pubblicato quattro album intrisi di amore per il soul, per il Jersey sound di Bruce Springsteen e Southside Johnny e per il roots rock di John Mellencamp e Tom Petty. La successiva carriera solista del cantautore di Casalgrande ha alternato dischi in italiano e in inglese, collaborazioni e cover sempre di buon livello. Dopo Tre Colori del 2007 e l’album di cover Between Trains, Graziano si è dedicato all’ambizioso progetto di coniugare la passione per la musica con quella per il fumetto (espressa anche in alcuni libri), incidendo tre album afferenti altrettanti personaggi dell’editore Sergio Bonelli (Zagor, Tex e Mister No) e uno su Diabolik, pubblicati dalla Panini Comics. Quindi, tornato a collaborare con Ermanno Labianca (Route 61 Music), ha registrato un doppio dal vivo riassuntivo delle diverse fasi del suo percorso, è tornato con un secondo volume ad interpretare l’amato Springsteen, ha organizzato un album di duetti in italiano e inglese con amici e colleghi tra i quali Gang, Cheap Wine, Edward Abbiati e Andy White e infine ha omaggiato Augusto Daolio, voce dei Nomadi.

Ora è il momento di Still Rocking, un album cantato in inglese che comprende sette canzoni nuove, tre recuperi del repertorio dei Rocking Chairs e una cover, il tutto inciso con l’aiuto di Max Marmiroli (sax, flauto) e Franco Borghi (tastiere e fisarmonica) che lo hanno accompagnato in quella avventura giovanile con i Chairs, oltre a Lele Cavalli (basso), Nick Bertolani (batteria) e Follon Brown (chitarra). La notevole voce soul arrochita senza eccessi di Graziano mantiene ancora la sua forza e ruvidezza, sorretta da arrangiamenti che mettono in evidenza l’apporto essenziale dell’espressivo sax di Marmiroli e la solidità della sezione ritmica.

Ma la forza principale del disco restano le canzoni, che ci riportano al periodo migliore del roots rock, a partire dalla trascinante My Starless Sky e dal mid-tempo cadenzato di Kozmic Pendulum, proseguendo con la nostalgica ballata Land Of Plenty And Sin con il flauto di Max che richiama i Jethro Tull e i Genesis, due influenze importanti del songwriter emiliano, e con il soul carezzevole di It’s Never Really Over, un invito a resistere anche nei momenti difficili. La nervosa This Guy Lucifer, la distesa ballata Pure Lovin’ con il sax romantico di Marmiroli, e l’altra notevole ballata Summer’s Almost Gone confermano lo sforzo profuso nella scrittura, mentre la ripresa di No Reason To Cry in stile folk/roots con fisarmonica e sax è un pregevole omaggio a Tom Petty.

Quanto ai brani dei Rocking Chairs, Right From Wrong assume una cadenza reggae con un testo modificato, Wounds And Scars è un errebi vitale e grintoso con una chitarra incisiva, mentre Truth Is Told è una ballata pianistica che chiude il disco con un tocco di sentimento.


    

 


<Credits>