inserito 08/06/2009

Paolo Bonfanti
Canzoni di schiena
[Club de Musique  2009]



C'è tutto un mondo dietro a questi neanche quaranta minuti del nuovo cd di Paolo Bonfanti nel lettore, che girano piacevolmente e volano via, come spunti geniali. A parte infatti il gusto ineccepibile del chitarrista genovese apprezzatissimo dietro ai mille progetti di casa o internazionali (da La Rosa Tatuata agli Yo Yo Mundi, dagli Slow Feet con Franz Di Cioccio e Lucio Fabbri della P.F.M. e Vittorio De Scalzi dei New Trolls, al tour col bassista americano David James) nel suo approccio solista all'ottavo disco il "Bonfa" non gira affatto le spalle al pubblico e smentisce un titolo come Canzoni di schiena, rivelando appieno la sua nobile maestria nel plasmare ad arte la tecnica col linguaggio popolare, mostrandoci in realtà la faccia divertita di una personalissima visione del blues e del roots rock americani, da un'angolatura contenutistica tutt'altro che "americana".

E se a piegare la nostra lingua a un supporto di tal fatta occorre forse l'abilità che riveste di country rock la storia di Bob sull'Appennino (rimando testuale a To Be Alone With You di Bob Dylan) e arie cajun per la favola di Jimmy e Maria, pare immune da forzature il dialetto genovese sull'eloquente ragtime O' gh'è' piaxèi, che ospita Roy Rogers alla resofonica e non nasconde un omaggio non solo testuale (e regionale) alla poetica di Blind Lemon Jefferson, Skip James o Robert Johnson, per un blues effettivamente "glocale". Ma non è un disco di blues questo, che si immerge piuttosto nel monito più esplicito alla fuga che solo un rock'n'roll stradaiolo come Qui non ci voglio più stare può dare, sfociando nella modalità più vicina all'americana (che in realtà da noi ricorda un po' Francesco De Gregori) per i Bei tempi andati, ballata da heartland rock tra le migliori del disco. Bonfanti rielabora il linguaggio di un'epoca negli stessi testi, persino quando nei meandri dell'incantevole Dove a l'è, che pare la risposta genovese a Van De Sfroos nel dialogo tra voci e chitarra - hammond di Bonfanti - De Scalzi, anche Jimi Hendrix arriva in Liguria e traduce il suo If 6 Was 9 in "chi 'n sei o l'è 'n noeve".

Un piacevole gioco di rimandi, testuali e non, che non ha alcunché di derivativo ma che è un'arguta rilettura di una lezione da tempo assimilata, per un lavoro divertente e brillante. Passando persino da un italianizzato Leo Kottke di Jack Gets Up (Paolo si alza.. tardi) a una più impegnata Cosa Danno degli Stormy Six, Paolo Bonfanti cela professionalità e tecnica dietro poco più di una mezz'ora, che dosa con equilibrio arte e mestiere (e un'interessante line - up).
(Matteo Fratti)

www.paolobonfanti.com
www.myspace.com/paolobonfanti


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