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Paolo
Bonfanti
Canzoni
di schiena
[Club de Musique 2009]

C'è tutto un mondo dietro a questi neanche quaranta minuti del nuovo cd
di Paolo Bonfanti nel lettore, che girano piacevolmente e volano
via, come spunti geniali. A parte infatti il gusto ineccepibile del chitarrista
genovese apprezzatissimo dietro ai mille progetti di casa o internazionali
(da La Rosa Tatuata agli Yo Yo Mundi, dagli Slow Feet con Franz Di Cioccio
e Lucio Fabbri della P.F.M. e Vittorio De Scalzi dei New Trolls, al tour
col bassista americano David James) nel suo approccio solista all'ottavo
disco il "Bonfa" non gira affatto le spalle al pubblico e smentisce un
titolo come Canzoni di schiena, rivelando appieno la sua
nobile maestria nel plasmare ad arte la tecnica col linguaggio popolare,
mostrandoci in realtà la faccia divertita di una personalissima visione
del blues e del roots rock americani, da un'angolatura contenutistica
tutt'altro che "americana".
E se a piegare la nostra lingua a un supporto di tal fatta occorre forse
l'abilità che riveste di country rock la storia di Bob
sull'Appennino (rimando testuale a To Be Alone With You di
Bob Dylan) e arie cajun per la favola di Jimmy
e Maria, pare immune da forzature il dialetto genovese sull'eloquente
ragtime O' gh'è' piaxèi, che ospita
Roy Rogers alla resofonica e non nasconde un omaggio non solo testuale
(e regionale) alla poetica di Blind Lemon Jefferson, Skip James o Robert
Johnson, per un blues effettivamente "glocale". Ma non è un disco di blues
questo, che si immerge piuttosto nel monito più esplicito alla fuga che
solo un rock'n'roll stradaiolo come Qui non ci
voglio più stare può dare, sfociando nella modalità più vicina
all'americana (che in realtà da noi ricorda un po' Francesco De Gregori)
per i Bei tempi andati, ballata da
heartland rock tra le migliori del disco. Bonfanti rielabora il linguaggio
di un'epoca negli stessi testi, persino quando nei meandri dell'incantevole
Dove a l'è, che pare la risposta
genovese a Van De Sfroos nel dialogo tra voci e chitarra - hammond di
Bonfanti - De Scalzi, anche Jimi Hendrix arriva in Liguria e traduce il
suo If 6 Was 9 in "chi 'n sei o l'è 'n noeve".
Un piacevole gioco di rimandi, testuali e non, che non ha alcunché di
derivativo ma che è un'arguta rilettura di una lezione da tempo assimilata,
per un lavoro divertente e brillante. Passando persino da un italianizzato
Leo Kottke di Jack Gets Up (Paolo si alza.. tardi)
a una più impegnata Cosa Danno degli
Stormy Six, Paolo Bonfanti cela professionalità e tecnica dietro poco
più di una mezz'ora, che dosa con equilibrio arte e mestiere (e un'interessante
line - up).
(Matteo Fratti)
www.paolobonfanti.com
www.myspace.com/paolobonfanti
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