Un altro disco di Chicago blues?
E' davvero un terreno minato quello in cui si sono addentrati Marco
Pandolfi & The Jacknives, soprattutto per chi non distingue le
parossistiche imitazioni del genere, sempre più inutili, dalla
fedeltà ad uno spirito prima che ad uno stile. Step Back
Baby omaggia un'epopea del blues che deve restare esattamente
uguale a se stessa, ma allo stesso tempo non scade nella prima delle ipotesi
perchè possiede un'anima davvero antica. C'è un feeling
speciale in queste registrazioni della band vicentina che entusiasmano
oltre le semplici note tecniche: certo, Marco Pandolfi è
un ottimo armonicista, apprezzato già in diverse produzioni italiane,
e i Jacknives una band rafforzata dall'attività live, che
suona con limpidezza a volumi "ridotti", ma il vero vincitore
in questo caso è il feeling generale, quell'atmosfera informale,
ovattata, che l'incisione in presa diretta ha enfatizzato. "Everybody
playning in the same room at the same time, no overdubs", recitano
le note interne del cd: ed è proprio così che nasce Step
Back Baby, un altro disco di Chicago blues che non è tuttavia il
solito Chicago blues. A partire dallla scelta del repertorio: Milton Campbell
(My Mind is Troubled), Snooky Prior (Someone To love Me),
Eddie Taylor (Do You Want Me to Cry), John Lee Williamson (la title
track), James A. Lane (I Used to have a Woman). Una volta tanto
la leva operaia va in paradiso, con buona pace dei soliti Muddy Waters
e Howlin' Wolf. Tolti di mezzo gli standard risaputi e i venerati mostri
sacri, che inevitabilmente produrrebbero paragoni insostenibili, Marco
Pandolfi & The Jacknives regalano quaranta minuti di distillato "vintage
blues". Punto di forza, evidentemente, l'armonica del leader ma anche
la "secca" chitarra di Marco Gisfredi (impeccabile in
I Feel so Alone) , mentre la sezione ritmica di Luca Bernard
(contrabasso) e Federico Patarnello (batteria) spolpa il blues
con un ritmo scheletrico e swingato, conducendolo all'essenza del primordiale
sound elettrico di fine anni quaranta. Lungo il tragitto l'occasione per
apprezzare anche due strumentali scritti dalla band, Blue Breeze
e Last Ride, talmente aderenti allo spirito del vecchio repertorio
da sembrare altrettanti standard. Sulla sempre vivace scena blues italiana
Marco Pandolfi & the Jacknives hanno qualcosa in più da offrire.
(Fabio Cerbone)
www.marcopandolfi.com
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