Marco Pandolfi & The Jacknives - Step Back Baby Jack Knife 2004 1/2
 

Un altro disco di Chicago blues? E' davvero un terreno minato quello in cui si sono addentrati Marco Pandolfi & The Jacknives, soprattutto per chi non distingue le parossistiche imitazioni del genere, sempre più inutili, dalla fedeltà ad uno spirito prima che ad uno stile. Step Back Baby omaggia un'epopea del blues che deve restare esattamente uguale a se stessa, ma allo stesso tempo non scade nella prima delle ipotesi perchè possiede un'anima davvero antica. C'è un feeling speciale in queste registrazioni della band vicentina che entusiasmano oltre le semplici note tecniche: certo, Marco Pandolfi è un ottimo armonicista, apprezzato già in diverse produzioni italiane, e i Jacknives una band rafforzata dall'attività live, che suona con limpidezza a volumi "ridotti", ma il vero vincitore in questo caso è il feeling generale, quell'atmosfera informale, ovattata, che l'incisione in presa diretta ha enfatizzato. "Everybody playning in the same room at the same time, no overdubs", recitano le note interne del cd: ed è proprio così che nasce Step Back Baby, un altro disco di Chicago blues che non è tuttavia il solito Chicago blues. A partire dallla scelta del repertorio: Milton Campbell (My Mind is Troubled), Snooky Prior (Someone To love Me), Eddie Taylor (Do You Want Me to Cry), John Lee Williamson (la title track), James A. Lane (I Used to have a Woman). Una volta tanto la leva operaia va in paradiso, con buona pace dei soliti Muddy Waters e Howlin' Wolf. Tolti di mezzo gli standard risaputi e i venerati mostri sacri, che inevitabilmente produrrebbero paragoni insostenibili, Marco Pandolfi & The Jacknives regalano quaranta minuti di distillato "vintage blues". Punto di forza, evidentemente, l'armonica del leader ma anche la "secca" chitarra di Marco Gisfredi (impeccabile in I Feel so Alone) , mentre la sezione ritmica di Luca Bernard (contrabasso) e Federico Patarnello (batteria) spolpa il blues con un ritmo scheletrico e swingato, conducendolo all'essenza del primordiale sound elettrico di fine anni quaranta. Lungo il tragitto l'occasione per apprezzare anche due strumentali scritti dalla band, Blue Breeze e Last Ride, talmente aderenti allo spirito del vecchio repertorio da sembrare altrettanti standard. Sulla sempre vivace scena blues italiana Marco Pandolfi & the Jacknives hanno qualcosa in più da offrire.
(Fabio Cerbone)

www.marcopandolfi.com


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