Taccona
Blues Band Will
It Float? [Taccona
Blues Band 2013]
File
under: brianza blues
di Matteo Fratti
Ci vengono in soccorso voci dalla rete a dirci chi è o
cos'è "Taccona". E a noi che pensavamo a richiami esotici di un nome che per una
svista avremmo letto "Taccoma", rinviando a qualche remota località dal toponimo
nativo-americano; che no, invece è con la "n" e potrebbe essere benissimo il cognome
di uno dei membri del gruppo, ma nessuno, ahi ahi, all'anagrafe fa "Taccona";
che allora è sicuramente un nomignolo da Bar Sport, appioppato di sfuggita alla
femme - fatale di turno… Fuori strada, ragazzi, perché come al solito, quanto
ci sta sotto il naso spesso non si vede e Taccona è frazione di Muggiò, nella
Brianza, luogo poi non così lontano, quanto remoto come la geografia dell'Italia
di provincia e dei suoi paesini, a loro volta parcellizzati in "di sopra" e "di
sotto", "vecchio" e "nuovo", "alto" e "basso", "pievi.. ed uniti".. che dici:
"…a Tutwiler ci passava almeno il treno"! Ma se parliamo di blues in tempi di
globalizzazione, il nostro Belpaese potrebbe dirsi anch'esso provincia americana
e visto come vanno le cose oggi (e che Angelo "Leadbelly" Rossi loro non ce l'hanno..)
non c'è bisogno di ostentare altrove un'anglofonia che pur non ci appartiene:
ci basti soltanto un linguaggio musicale espresso nella sua compiutezza e tant'è,
il nostro blues ce l'abbiamo anche noi. Con ciò, i Taccona kids cercano di stare
a galla, nel senso che proprio se lo chiedono, cioè: Will It Float? (galleggerà?).
Ravasi & son, Gabriele e Marco, chitarra e armonica, sono allora l'onde da cui
il cantante e bassista Daniele Lucingoli con Moreno Contato alla batteria si fan
trasportare, giudicando invero il fatto che qui è tutta la squadra che rema, cercando
di rendere quanto più retorica la domanda del titolo e inanellando una serie di
godibili blues-songs autografe, tanto composte quanto precise ma un po' troppo
accademiche all'approccio. E' un'impressione sottesa a tutto il lavoro, quel che
ci vien da pensare allorché si ascolta poi The Sound
Of My Step o la stessa title-track strumentale, divertente come la
traccia d'apertura Miss Aubergine, nella medesima
vena artistica di Biba Boogie. Non c'è che dire, il quartetto prende gusto, ma
pare incedere nel compiacimento anziché distribuirlo più equilibratamente tra
chi suona e chi ascolta. Belle anche le cover come Chains
(Goffin & King), sofferta e appassionata che pare divincolarsi al di sopra delle
altre, indi la dirompente Just Your Fool di
Little Walter, che conferma l'abilità di una band al debutto ma la cui libertà
espressiva sembra ancor celata dai rigidi schematismi di studio.