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country girls from oklahoma di
Marco Restelli (05/07/2018)
Una
profonda riconoscenza nei confronti della vita: questo, in estrema sintesi, il
filo conduttore che tiene unite molte delle nuove canzoni della nostra Queen
of Oklahoma. Quando ebbi il privilegio di intervistareCarter Sampson ad Amsterdam nel 2016, l'impressione fu di trovarmi di fronte
ad una persona felice, entusiasta del proprio lavoro ma anche dello stile di vita
che quest'ultimo, in qualche modo, la porta a condurre quotidianamente. Di fatto
non ha una casa di mattoni, ma una di quelle grandi roulotte che si vedono nei
film americani nelle quali molte delle anime stradaiole che ci leggono hanno verosimilmente
sognato, almeno una volta nella vita, di viaggiare. E così, la piacevole dicotomia
fra l'amore per la propria terra - insieme alle persone a cui è legata - e il
desiderio di andare via per raccontare le proprie storie Folk/Americana, in giro
per il mondo, si trasmette a pieno nel suo nuovo disco (coprodotto con l'amico
Oki, Jason Scott, senza mai strafare) ed è efficacemente riassunta nell'ermetico
titolo: Lucky.
Il testo della ritmata title track, che apre
le danze, è emblematico riguardo a quanto appena anticipato, considerandosi Carter
una donna fortunata non solo per quello che fa ("somebody call it work, somebody
call it work") ma anche per l'amore del suo partner, dei genitori, sentendosi
sempre sostenuta dallo spirito delle nonne che chiama "fate". Parallelamente,
accetta con grande serenità anche il fatto di non aver mai avuto dei bambini.
Nella più intima e calma Anything Else To Do il
concetto viene ulteriormente approfondito, ma solo con riferimento più ristretto
alla sua relazione d'amore: "I never knew I needed anything like you / Now
that you're here if you were gone I don't know what I would do / Wake me up with
your kisses and sing me to sleep /I guess you don't need much when you've got
everything".
Il richiamo alla terra della Sampson arriva nell'acustica
e cullante Tulsa, città dell'Oklahoma che
dice di amare per il suo verde e la vita di campagna, ma poi durante il brano
il campo si ampia e gli apprezzamenti si allargano al whiskey, agli abiti fighetti
e ad un ragazzo incontrato tempo prima che l'ha lasciata per andarsene a cercare
fortuna a Nashville. Storie americane di cowboy dei tempi nostri. In Peaches,
il personaggio è una donna che è stata lasciata e, pur ritenendosi fortunata per
essere comunque viva, in realtà si sente di non avere più niente senza l'amore
del suo uomo. Se dovessi scegliere la più bella, infine, direi che la ballata
mid-tempo Wild Ride merita la corona di canzone
"regina", sia per il piglio leggermente radiofonico, sia per la serenità che trasmette.
Lucky conferma la crescita artistica di Carter Sampson ed è certamente un altro
interessante tassello nella sua carriera, forse ancor più solido del bellissimo
Wilder Side,
che fu apprezzato da entrambe le sponde dell'Atlantico solo un paio d'anni fa.
Speriamo quindi gli si addica il detto: Nomen omen.