Non è così comune incrociare un musicista che invece
di citare altri colleghi e i loro dischi come principali fonti di ispirazione,
preferisce ammettere di essere un ascoltatore un po’ distratto e di perdersi
da sempre fra le pagine di un libro, nominando le poesie di Wendell Berry
e la narrativa di Larry McMurtry, o del gigante William Faulkner. Accade
curiosamente con Pony Bradshaw, James all’anagrafe, songwriter
cresciuto fra l’East Texas e l’Oklahoma, ma che ha fatto delle colline
della Georgia e della lunga coda degli Appalachi la sua casa di adozione
da almeno una quindicina di anni a questa parte. Completando un percorso
iniziato con il precedente Calico
Jim, prezioso scrigno di ballate rurali ambientate in quei
luoghi, North Georgia Rounder esplicita ancora di più la
scrittura musicale di questo autore dal taglio letterario e introverso,
che utilizza i caratteri e i paesaggi della sua terra come illuminazioni
per le sue liriche, mentre la colonna sonora si sviluppa tra meditative
canzoni che sanno di country folk leggermente elettrificato e bagnato
dal soul.
Angolo di America popolato di comunità suburbane e grandi infrastrutture
industriali dove progresso e tradizione si scontrano e convivono a seconda
dei casi, la Georgia che descrive Bradshaw si anima di personaggi, come
un vero narratore. Da qui l’impressione che il suo atteggiamento solitario
e indipendente (l’esordio nel 2019, Sudden Opera, avvenne su etichetta
Rounder, ma presto lasciata alle spalle a favore di un totale controllo
sulla sua musica) non sia una posa innaturale, ma un’esigenza istintiva
da cane sciolto, e il tutto si riflette in questi dieci episodi che ricordano
un poco, anche per l’avvolgente timbro della sua voce, lo stile del Lyle
Lovett più cantautorale, o ancora quello del collega Jeffrey Foucault,
già evocato in occasione del citato Calico Jim.
Questione di lievi sfumature e inflessioni, offerte da una band che ha
i suoi punti di forza indiscutibili nel polistrumentista Philippe Bronchtein
(dobro, pedal steel e organo), in Jenna Mobley al fiddle e nello stesso
Pony Bradshaw alle chitarre acustiche, che dettano la morbida cadenza
country soul dell’album fin dalla partenza con Foxwire Wine, per
addentrarsi nella flessuosa A Free Roving Mind
e nella più rustica scenografia di Holler Rose. Disco che lascia
trapelare l’anima errante e probabilmente irrequieta di Bradshaw, proprio
quel “rounder” in cerca di storie, approdi e nuove strade lungo la sua
terra, North Georgia Rounder si lascia cullare dalla punteggiatura
rurale della title track, dal soffio bluegrass che sottende Go
Down Appalachia, da quello più vispo e honky tonk di Kindly
Turn the Bed Down Drusilla, per ritrovare poi la via di quella sorta
di languido country d’autore, irrorato dalla limpida vocalità di Bradshaw,
che emerge nello sviluppo di Safe in the Arms of Vernacular o nel
finale più scuro e con un bel lavoro alla chitarra elettrica (Will Stewart)
di Notes on a River town.
Se un’obiezione va mossa nei confronti di Bradshaw, che resta un songwriter
di indiscutibile livello, è forse l’eccessiva somiglianza delle atmosfere
che attraversano l’intero North Georgia Rounder, una scelta di
fondo che tuttavia sembra piuttosto un filo condutore del racconto, quasi
una cadenza “linguistica” (visti i riferimenti letterari) da offrire all’ascoltatore.