[Home]
 
 
Acquista (#pubblicità)
Condividi
     
 

JD Clayton
Blue Sky Sundays
[Mulberry Records 2025]

Sulla rete: jdclayton.bandcamp.com

File Under: southern roads


di Davide Albini (17/04/2025)

Tra le tante nuove voci del sud che stanno ridando slancio al genere, JD Clayton è un songwriter originario di Forth Smith, Arkansas, che avevamo incontrato per la prima volta due anni fa in occasione del suo esordio sulla distanza, Long Way From Home. Si ripresenta all’appello con un secondo capitolo, Blue Sky Sundays, che da subito mi è apparso come la sua grande occasione, se non altro perché si è messa di mezzo la Rounder, marchio discografico di un certo prestigio, che curerà la distribuzione per il solo mercato americano.

La musica di Clayton trasmette quell’inconfondibile sapore southern di un ragazzo cresciuto in quelle terre, figlio di un pastore (il padre lasciò il lavoro per dedicarsi alla predicazione) e che ha poi preso la sua strada da vagabondo, studiando all’Università statale e facendo le valigie per Nashville, inevitabile punto di approdo per molti autori. Le difficoltà non sono mancate, cercando insieme alla giovane compagna di tenersi a galla con lavoretti saltuari (anche in una compagnia di trasporti) mentre nascevano le prime canzoni. Nashville dà e Nashville toglie, insomma, e allora Blue Sky Sundays è il disco con il quale JD si riappropria delle sue radici in Arkansas, fa ritorno a casa, almeno idealmente nei testi, e compone una serie di brani (più una cover di Give Me One Reason di Tracy Chapman) che trasmettono un felling ancora più sudista rispetto al lavoro precedente: lì c’era country d’autore in abbondanza, qui invece soul, southern rock e swamp music si fanno più presenti nella scrittura di Clayton, che apre con i colori memphisiani e vivaci della prima traccia, Let You Down, sostenuta dagli interventi dell’organo e di una chitarra elettrica un po’ acidula.

Prodotto dallo stesso Clayton nei Sound Emporium Studios di Nashville, con la supervisione al mixaggio di Vance Powell (Sturgill Simpson, Chris Stapleton), è evidente che Blue Sky Sundays si riaggancia a tutta la musica outlaw e country rock degli anni Settanta, ricordando altri giovani colleghi, tra cui citerei Charles Wesley Godwin e Brent Cobb, con i quali JD ha condiviso il palco in diversi festival, compreso il famoso Bonnaroo. La decisione poi di avere inciso con i propri musicisti, la stessa band che lo ha affiancato dal vivo dal 2023 ad oggi, mi pare che renda un buon servizio alle canzoni, forse non eccelse per originalità, ma suonate con piglio vivace, come l’honky tonk di Dirt Roads of Red, il dittico di classiche ballate southern rock Slow & Steady e Dance Another Dance, o ancora la più robusta Arkansas Kid, ispirata per ammissione di JD alla Mississippi Kid dei Lynyrd Skynyrd, mentre Madelene e High Hopes & Low Expetations risaltano il lato agrodolce del musicista, un giovane autore che sembra voler portare avanti la fiaccola della tradizione dei grandi troubadour americani dei 70s.



<Credits>