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Redd Kross
Redd Kross
[In the Red 2024]

Sulla rete: reddkross.com

File Under: power pop'n'roll


di Fabio Cerbone (22/07/2024)

Copertina rosso fiammante, nient’altro che il nome della band “scolpito” ma un po’ impercettibile: se i beniamini The Beatles hanno avuto a disposizione il loro white album per entrare nella storia, i Redd Kross replicano senza vergogna con un doppio omonimo red album, basta prendere il confronto con la giusta dose di ironia, la stessa che non fa difetto alla band californiana. Stiamo pur sempre parlando dei fratelli Jeff e Steve McDonald, istituzione del power-pop in veste punkettara della west coast, discepoli legittimi non solo dei Fab Four ma anche dei Beach Boys e di tutto ciò che da allora, adorabili sixties, si è appiccato come una caramella succhiata sotto le scarpe del rock’n’roll.

Festeggiano quarantacinque anni di storia i Redd Kross, tanto è passato dagli esordi di due ragazzini delle scuole medie che nella bolgia punk della Los Angeles fine anni Settanta si sono proiettati nella rivoluzione alternative rock dei decenni successivi, quando hanno assunto il ruolo di cult-band, attraversando le intemperie dell’esplosione grunge e il riflusso di tutta la scena come oggetti non identificati, fuori dai giochi e dalle mode. Sarà per questo che, sigillati in una teca i loro album più preziosi, da Neurotica allo sfortunato (per meriti non riconosciuti) Phaseshifter, i Redd Kross hanno potuto reinventarsi una seconda carriera, ormai classici collocati fuori del tempo che non devono rendere conto a nessuno se non alla loro passione immutata da perenni “adolescenti”.

Beyond the Door nel 2019 era già un bello scherzetto pop punk alla maniera dei McDonald, una decina di brani e poco più dritti al punto e soprattutto fedeli alla linea dei Redd Kross, disco che ha avuto soltanto la sfortuna di capitare in piena pandemia, tagliando le gambe a tour e promozione. I cinque anni trascorsi hanno permesso a Jeff e Steve di scrivere e condividere un sacco di canzoni, di dare libero sfogo a qualsiasi idea gli frullasse per la testa e di chiamare infine l’amico Josh Klinghoffer (Red Hot Chili Peppers, Jane’s Addiction) a mettere ordine. L’esito sono diciotto canzoni per un’ora di musica (la concisione resta un marchio di fabbrica, anche se il vinile raddoppia) che hanno del “miracoloso” se si pensa all’età della band. Ma i Redd Kross sono felici di essere qui nel 2024, con un documentario sulla loro storia, Born Innocent, diretto da Andrew Reich, e una biografia, Now You’re One Of Us, curata da  Dan Epstein che accompaganno questo omonimo “red album” come fossero un’unica operazione.

Sulle singole canzoni è persino superfluo scendere nei dettagli, anche perché andrebbero davvero prese in blocco, così come l’intero disco suona come una sorta di “monolite” punk rock dalla melodia facile, dove tutti i trucchi e i numeri di repertorio del gruppo sono messi sul piatto, persino in maniera eccessiva. Esagerato, quindi? Può darsi, ma è difficile rinunciare, se si frequentano con piacere i territori del power pop più baldanzoso ed elettrico, alle esplosioni di Candy Coloured Catastrophe e Too Good To Be True, all’assalto hard rock di Stunt Queen, all’acido che imbratta Cancion Enojada e Lay Down And Die, alle zuccherine melodie pop di The Main Attraction e I'll Take Your Word For It, al garage beat di The Shaman's Disappearing Robe e più ancora di una Good Times Propaganda Band che potrebbe uscire indenne da A Hard Days Night e nessuno avrebbe da recriminare.

L’elenco, si sarà capito, è abbondante e in fondo tutto il senso dell'operazione Redd Kross, qui e adesso nel 2024, ce lo spiega direttamente la band, quando in chiusura di scaletta piazza una canzone intitolata Born Innocent. Appunto, beata innocenza del migliore rock'n'roll.


    


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