C'è
stato un lunghissimo periodo, dopo la morte di Duane Allman e fino a non molto
tempo fa, in cui parlare degli Allman Brothers equivaleva ad essere disintegrati
da sguardi increduli, annoiati, schifati e chi più ne ha, più ne metta. Il perché
di questo atteggiamento, un po' banale e molto ignorante, non si è mai capito,
e tanto vale per i Lynyrd Skynyrd, ma questo è un altro discorso. Forse non colpiva
il loro look (a dire il vero non ne hanno mai avuto uno, nemmeno oggi, e basta
guardare il booklet del loro ultimo disco); magari certi virtuosismi sembravano
datati e suonare la chitarra come la suona Dickey Betts o Warren Haynes
(un applauso, prego) era sinonimo di tempo perso; oppure venivano additati, soprattutto
per il loro attaccamento alle radici southern, come reazionari (e questa non si
è mai capita). Poi, il giorno che sono spuntati i Black Crowes (una grande perdita,
comunque la si voglia girare) qualcuno ha cominciato ad accorgersi che gli Allman
Brothers avevano sviluppato uno stile e sonorità spaziali, in grado si sintetizzare
il rock'n'roll con l'improvvisazione jazzistica (e si scoprì, per esempio, che
erano e sono grandissimi fans di Miles Davis), di sviluppare percorsi ritmici
dentro tutte le sfumature della musica afroamericana e di divertire con intrecci
chitarristici spettacolari. Anche ascoltando distrattamente il recente e potente
Hittin' The Note, gli Allman Brothers mantengono tutte quelle qualità
e smentiscono i luoghi comuni: certo, l'innesto di Warren Haynes ha il suo peso,
così come il passaggio emblematico da Butch Trucks (il padre) a Derek Trucks
(il figlio) sembra una sorta di rinnovamento generazionale, ma la verità che
scaturisce è che la musica sopravvive, le banalità muoiono all'alba, cioè non
appena affiora la slide guitar di Firing Line. Hittin' The Note non è il gadget
di una reunion e nemmeno una rimpatriata, anche se il senso del gruppo e dei legami
negli Allman Brothers è molto forte: è piuttosto la testimonianza di una vitalità
e di una passione che non hanno bisogno di ulteriori commenti. Se serve (serve,
serve) andare più a fondo resta imperdibile e indispensabile Dreams,
il cofanetto retrospettivo che esplora gli anni migliori degli Allman Brothers.
C'è qualche funghetto in copertina (quelli non mancano mai), ma dentro c'è grandissima
musica che non ha limiti di nessun tipo. (Marco Denti) The
Allman Brothers Band - Hittin' The Note   1/2
The Allman Brothers Band - Dreams    
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