“Se è vero che
la parola blues richiama malinconia, i bluesmen spesso sono
tutt’altro che tristi; è gente che viaggia, suona, racconta,
incontra, si diverte a festeggiare i compleanni”. La citazione
sembra fatta per Hans Theessink, musicista, chitarrista,
cantante e compositore olandese di stanza a Vienna, secondo
alcune note, “moderno troubadour, un po’ bluesman, un po’
storyteller”. Hans, classe 1948, sembra uno della serie “ha
visto e fatto di tutto”; ha inciso una lunghissima lista di
dischi, collaborato con i più svariati artisti, da Terry Evans
(l’eccellente Delta Time, 2012) a Ry Cooder, Big Daddy
Wilson (il recente Pay Day, 2021), per menzionare qualcosa,
interpretato brani dai songbook più disparati, Lloyd Price,
Big Bill Broonzy, Townes Van Zandt, Bob Dylan, Jimmy Reed,
Chuck Berry, Jagger & Richards, sé stesso.
In definitiva, una vita da profondo appassionato, una sterminata
antologia fatta persona capace di rompere
ogni sorta di confine, stilistico e non. In aggiunta, è uno
che i compleanni ama celebrarli in grande stile, almeno da
quando inizia la pregiata saga dei “birthday bash”, anno 2009.
Allora le candeline erano sessanta; data la cadenza quinquennale,
ci è gradita l’occasione per apprezzare l’ottimo concerto
al Metropol di Vienna (65 Birthday Bash, 2014) e l’altrettanto
prezioso doppio 70
Birthday Bash, con niente meno che i Blind Boys Of Alabama
in prima fila. Come prevedibile l’artista, affascinante e
coerente, non ha voluto mancare al nuovo appuntamento. Il
“bash 75” cattura due performance all’insostituibile Metropol,
nel 2023 e ’24; al solito vengono coinvolti numerosi ospiti,
inclusi Eric e Ulrika Bibb, Guy Davis, Chris Fillmore, Douglas
Linton & The PlanBs, Dana Gillespie, l’eccellente pianista
austriaco Roland Guggenblicker, il chitarrista Vlado Kreslin
e via dicendo, oltre a una quantità di vocalist. Il risultato
è un ricco, doppio CD con ventisette canzoni (disponibile
il vinile con otto tracce), tali da confermare la grande varietà
del suo bagaglio.
All’alba del terzo millennio, è una poesia assaporare il nitido
finger picking di Theessink, udire la sua voce baritonale
che scandisce i versi di canzoni importanti come What
Will The Children Play o Bridges, accompagnato
dagli Insingizi, trio dello Zimbabwe con cui dà vita pure
alla bella Somlandela, acappella. Un’occasione da non
perdere l’ascolto di Guy Davis in Goin’
Down Slow (Jimmy Oden) e May The Road, l’armonica
di Christian Dozzler in Sittin’ On The Top Of The World
e nell’eccellente Slidin’ Delta (Mississippi John Hurt)
o Douglas Linton & The PlanBs, che contribuiscono alle armonie
nella rilettura di My Girl (Leadbelly),
oltre che nella personale versione “cottonfields” di Symphaty
For The Devil degli Stones. Difficile non subire il fascino
di Eric Bibb in Goin’ Down The Road
feeling Bad o di Dana Gillespie, “the one and only”,
che compare in due eccellenti blues, Fck Blues e
Blue Blood (tra le cose migliori dell’intero corpus).
Come risulta arduo non lasciarsi prendere da questo magnifico
interprete in Love You Baby, Hard Time Killing Floor
di Skip James, accompagnato dalla cantante irlandese Eleanor
Shanley o One Kind Favour, scritta da Blind Lemon Jefferson
nel 1926; sono pezzi che hanno fatto la storia, ma che sono
rimasti da sempre nel cuore di appassionati e non. C’è spazio
infine per due intriganti ballate in tedesco, Da Schurf
Und Da Linnge e Schwoazzmarie, eseguite dal cantante
viennese Ernst Molden, oltre che per le due perle conclusive,
People Get Ready (Curtis Mayfield) e One Love
(Bob Marley) riunite in un medley. E tante altre cose, c’è
davvero di che farsi una cultura. Disco sontuoso, come dicevamo:
l’appuntamento è al prossimo “Bash”. Da non mancare.