Più che un semplice disco, un omaggio a una storia editoriale
probabilmente unica, qualunque sia il giudizio sulla sua passata e presente
linea musicale, nonché la scusa perfetta per promuovere un festival collegato
alla rivista, che da diversi anni seleziona e porta in Italia una manciata
di artisti legati all’ambito Americana. Stiamo naturalmente parlando del
Buscadero,
mensile di informazione rock e dintorni, che forse non dovremmo neppure
spiegare su queste pagine: infatti, una buona parte delle firme di RootsHighway
ci sono cresciute dentro, vi hanno collaborato o tutt’ora lo fanno. Questo
per chiarire subito possibili – seppure, si spera, innocenti – confilitti
di interessi e un affetto inevitabile.
In fondo giudicare un doppio album come Buscadero Americana
ha senso soltanto se lo si colloca nella giusta prospettiva: un’iniziativa
nata in collaborazione con Appaloosa records (altro marchio che si pone
in prima fila nella scelta di proposte di area folk rock e americana)
e con Pomodori music, il promoter che sta al centro dell’organizzazione
del Buscadero Day, la manifestazione che dall’estate 2007 celebra
il legame fra lettori, rivista e appassionati in generale, tutti in nome
di un’amore per l’american music, le sue radici, quel suono roots che
ha condotto sul palco del festival calibri da novanta come Lucinda Williams,
James McMurtry, Joe Ely, Steve Earle... E accanto al Buscadero Day andrebbe
anche ricordato il Townes Van Zandt International Festival, altra
lodevole serata che ogni anno intreccia nuova e vecchia guardia del folk
americano, in ricordo del grande maestro texano scomparso. Lo evidenziamo
perché una buona fetta degli artisti riuniti in Buscadero Americana hanno
probabilmente calcato entrambi i palchi in queste stagioni (ehi, ma dove
è finito Bocephus King nella scaletta? Una mancanza inaspettata la sua...):
venti brani, dieci per disco, e altrettanti musicisti che hanno risposto
alla chiamata, interpretando un classico dell'american music (dalle più
note a vere e proprie canzoni di culto), di cui fieramente il Buscadero
stesso si sente portavoce in Italia.
Cover d’autore dunque, che si possono approcciare avendo
in testa l’obiettivo di una simile iniziativa discografica, ma non mancando
di segnalare quello che veramente funziona e quello che resta un poco
in disparte. D’altronde, è meglio chiarirlo subito, da qui non passano
le stelle più luminose e i fuoriclasse del genere: sarebbe stato anche
molto difficile pretenderlo, per ragioni organizzative, di costo e artistiche,
lo sappiamo benissimo. Dovremmo comunque citare nel novero dei “big” la
coppia formata da Mary Gauthier e Thom Chacon, alla prese in apertura
con il brano di John Prine, The Speed of the Sound of Loneliness,
oppure un vero folksinger dello stampo più puro come Eric Andersen
in Snowin’ on Raton di Townes Van Zandt, e ancora il Willie Nile
in solitaria dell’acustica Everybody Knows (Leonard Cohen), e volendo
allargarci pure un tenace Michael McDermott, sempre intenso nell’intepretazione
pianistica di un brano-monumento quale Thunder Road.
Il resto affolla quelle che potremmo definire le seconde linee e i generosi,
a volte ottimi, gregari, parte di tutto quell’universo che ricade sotto
l’ombrello stilistico dell’Americana: il che non è necessariamente uno
svantaggio, anche perché ne sono piene le pagine di RootsHighway stesso,
a patto però di non aspettarsi, se non in via eccezionale, piccoli gioielli
nascosti e lezioni magistrali. Partiamo dalle sorprese: brillano davvero
la voce di James Maddock in un’emozionante rilettura di Madame
George (Van Morrison), il surreale arrangiamento di vago sapore gipsy
e dixieland di Simple Twist of Fate (Bob Dylan) inventato da Brian
Mitchell, ma soprattutto il talento di casa Andrea Parodi (animatore
stesso della citata Pomodori music), che propone una romantica ed epica
traduzione in italiano di Sonora’s Death Row (brano del texano
Blackie Farrell interpretato da decine di songwriter), qui diventata Il
braccio della morte di Sonora, border song degna di un Tom Russell
o di un Dave Alvin.
Ciò che resta viaggia tra gli inevitabili alti e bassi di una doppia raccolta
di cover, tra il curioso, l’interessante e (qualche volta) il trascurabile.
Di impronta per lo più elettro-acustica, allineate all’autentico spirito
roots di un album come Buscadero Americana, meritano senz’altro una menzione
gli approcci non convenzionali, e testimonianza di una forte personalità,
di Anthony D’Amato con la classica protest song Eve of Destruction,
Christian Kjellvander alle prese con una rarefatta versione di Listen
to Her Heart (Tom Petty) e ancora il trio degli Orphan Brigade con
l’inusuale scelta di True Love Will Find You in the End di Daniel
Johnston.
Quarant’anni di vita quest’anno per il Buscadero (sul cui primo numero,
nel 1980, risaltava la figura di Bruce Springsteen), e già una tradizione
consolidata per il corrispettivo Buscadero Day: che questa doppia
antologia sia soprattutto una celebrazione di quanto fatto e una spinta
a continuare il lavoro di divulgazione per gli anni a venire.
Tracklist
CD 1
1. Thom Chacon feat Mary Gauthier - The speed of the sound of the lonelyness
(John Prine)
2. James Maddock- Madam George (Van Morrison)
3. Ron Lasalle - Roll Me Away (Bob Seger)
4. Michael McDermott - Thunder Road (Bruce Springsteen)
5. Tim Grimm - I Know Love Is All I Need (Rodney Crowell)
6. Anthony D`Amato - Eve Of Destruction (P.F.Sloan)
7. Brian Mitchell - Simple Twist of Fate (Bob Dylan)
8. Chris Buhalis - We don`t Run (Willie Nelson)
9. Jaime Michaels - Pacing The Cage (Bruce Cockburn)
10. Andrea Parodi - Sonora Death Row (Blackie Farrell)
CD2
1. Eric Anersen - Snowin` on Raton (Townes Van Zandt)
2. Willie Nile - Everybody Knows (Leonard Cohen)
3. Christian Kjellvander - Listen To Her Heart (Tom Petty)
4. Jono Manson - Trascendental Blues (Steve Earle)
5. Annie Keating - Like a Hurricane (Neil Young)
6. The Orphans Brigade - True Love Will Fill You in The End (Daniel
Johnston)
7. David Immergluck - Dance of the inhabitants of the Palace of King
Philip XIV of Spain (John Fahey)
8. Richard Lindgren - Louisiana 1927 (Randy Newman)
9. Danni Nichols - Me & Bobby McGee (Kris Kristofferson)
10. Johnny Irion feat Olivia Nora Guthrie Irion - Losing End Again
(Neal Casal)