Gary Clark Jr.
Live

[Warner 2014]

www.garyclarkjr.com

File Under: soul hard blues

di Silvio Vinci (09/12/2014)

Giovane virgulto americano, Gary Clark Jr. è una delle più promettenti bocche da fuoco della musica rock. Nero, trentenne, texano, chitarrista fascinoso, ruffiano il giusto (lezione imparata dal suo alter ego bianco, John Mayer) belloccio e attento alle regole del marketing discografico (non si è lasciato sfuggire l'occasione di suonare ai vari festival con i migliori guitar heroes del momento, tanto meno si è tirato indietro quando ha prestato i suoi riff ad Alicia Keys e ai Foo Fighters). In un'intervista recente, alla solita domanda di rito su quali fossero le sue influenze musicali, ha risposto: "Soul, jazz, blues, hard rock, hip hop... ", risposta da "figlio di puttana" che deve confezionare e vendere il prodotto a tutti, hippies buongustai e amanti del vintage, giovanotti attenti al look e strippati da You Tube. Fatta questa premessa, ascoltando il dischetto dal vivo di cui sto scrivendo, ho cercato di ricordare come fosse il suo disco da studio del 2012, Blak And Blu, che ricordavo molto bello, un po' commerciale ma bello, di classe, con lo spessore tecnico che quest'ultimo lavoro dal vivo esalta e conferma ulteriormente.

Diciamo subito che il signorino Gary Clark Jr. è un chitarrista con i fiocchi, capace di leggere su spartiti tipicamente Hendrixiani, ma anche di ricostruire in chiave moderna il suono, sporco e bluesy che fu di Steve Ray Vaughan, suo conterraneo, di Alvin Lee, Buddy Miles e Rory Gallagher, alfieri di questo sound negli anni d'oro del genere. Non a caso Live inizia con Catfish Blues, nella classica formazione a tre, dove, con partenza a marce basse s'intravede in che direzione può correre la manina abrasiva del nostro amico: veramente bella questa versione bluesy e acida di Robert Petway (l'originale), ma nota a tutti nella sferzante interpretazione di Jimi Hendrix. Next Door Neighbor Blues è ancora hard blues, in modalità power trio (Johnny Bradley al basso e Johnny Radelat alla batteria), di sapore molto vintage, con la sezione ritmica che marcia ordinata, agli ordini della ruvida chitarra di Gary Clark Jr. Travis Country, già apprezzata nel disco in studio, mantiene anche dal vivo quel brioso incedere boogie, con ritornello che lo porterà tra i classici dell'artista. When My Train Pulls In è sempre blues rock di classe, bel riff, è forse un debito pagato a Joe Bonamassa, comunque sia resta un altro buon pezzo nel repertorio. Un altro brano originale Don't Owe You a Thang, polveroso e aggressivo boogie rock, autostrada dove correre senza freni con assoli e ride a palla. Dopo le scorribande arriva puntuale il bluesaccio, 12 battute 12, sigaretta in bocca e birretta tattica sull'amplificatore, in modalità sabato pomeriggio al pub, Three O'clock blues, dove oltre il classico sound ho apprezzato molto l'interpretazione da bluesman consumato.

Più avanti, sulla stessa linea d'onda ascolteremo la dolce andatura shuffle di If Trouble was Money, la ballad Black and Blue e il country-soul When The Sun Goes Down col pubblico completamente inebriato. Il disco scivola via che è un piacere, è tutto rock blues di alto livello, tra brani del disco in studio (Numb, Please Come Home), originali e cover, con variazioni soul come in Things Are Changin o rhythm and blues come in Ain't Messin Round, già hit single nel lavoro precedente. Dal vivo così come nel disco in studio, mi ha colpito la straordinaria interpretazione, moderna e adattata al proprio stile, di Third Stone from the Sun, lisergica e funky allo stesso tempo.

In conclusione, un gran bel lavoro; personalità, audacia e anche originalità sono le doti di Gary Clark Jr. che si propone, fuori dal tempo e dagli schemi, con il suo hard blues, di solito materia dei bianchi, con matrici e chimica da colored, che attinge naturalmente dal soul e dal funky, plasmando un sempre attuale (e il suo successo commerciale lo conferma) vintage sound, che non potrà passare inosservato sia agli amanti del classico rock, sia a chi è alla ricerca di nuovi idoli.



    


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