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Autori
Vari Song
of America
[Split Rock Records/Thirty One Tigers 2007]
 
La domanda che sorge spontanea accostandosi a questo monumentale triplo cd
è senza dubbio questa: si può riassumere la storia (seppure relativamente breve)
di un popolo in cinquanta canzoni? Già, perché lo scopo dichiarato di quest'opera
è proprio questo: creare una vera e propria antologia da utilizzare nelle scuole
per raccontare l'America in tutte le sue sfaccettature. La cosa che colpisce molto,
e in positivo, fin dalle splendide note di copertina, corredate, tra l'altro,
di una manciata di altrettanto splendide fotografie, è come, finalmente, si voglia
dare alla canzone, intesa come forma espressiva, una dignità artistica quantomeno
pari alla letteratura o alle arti visive. E per rendere possibile tale progetto,
si è mossa addirittura una figura importante e di grandissimo rilievo politico
e culturale come Janet Reno, prima donna della storia a ricoprire la carica
di Ministro degli Interni negli Stati Uniti, sotto la presidenza di Bill Clinton,
che ha curato personalmente tutta l'operazione in veste di produttore esecutivo.
L'intento è semplice e nello stesso tempo molto ambizioso: raccogliere e registrare
nuovamente con un progetto organico tutte quelle canzoni, partendo idealmente
dal 1492 e giungendo fino ai giorni nostri, che, legate insieme, formano una specie
di Bildungsroman di un'intera nazione, coinvolgendo a questo scopo cinquanta
artisti particolarmente rappresentativi.
Si parte in maniera significativamente
simbolica da un canto tradizionale degli indiani Dakota per concludere con una
delle canzoni che più di tutte rappresentano lo spirito unitario e patriottico
(nell'accezione più nobile del termine) del popolo americano, ossia quella This
land is your land scritta oltre cinquant'anni fa da Woody Guthrie.
Nel mezzo, troviamo frammenti di storia moderna e contemporanea, illustrata dalle
canzoni dei padri pellegrini ai canti di guerra, dalle invocazioni spirituali
degli schiavi di colore ai canti degli irlandesi emigrati, dalle work-songs al
vaudeville passando per le ballate popolari del West, fino ad arrivare ai grandi
inni di protesta dei nostri giorni. L'intento da solo meriterebbe istantaneamente
il massimo dei voti, ma visto che da queste parti ci occupiamo specificamente
di musica, andiamo ad analizzare nel dettaglio il valore prettamente musicale
dell'opera. Le canzoni, cinquanta, come detto prima, sono divise in tre cd seguendo
un rigoroso ordine cronologico: nel primo troviamo quelle canzoni che vanno idealmente
dal 1492 al 1860, nel secondo si va dal 1861, anno dell'inizio della Guerra di
Secessione, al 1945 mentre nel terzo si parte dal 1946 per arrivare ai giorni
nostri. I musicisti reclutati dal produttore artistico Ed Pettersen (già
discreto songwriter di area folk) vanno da nomi eccellenti quali John Mellencamp,
Bettye LaVette, i Marah ed i Blind Boys of Alabama, passando per ottimi
outsiders quali Old Crow Medicine Show, Malcolm Holcombe, Andrew Bird
e Matthew Ryan, per arrivare a illustri sconosciuti come l'ottima Julie
Lee o Jen Chapin. Impossibile parlare nello specifico di tutti i brani. Sicuramente,
ed inevitabilmente, trattandosi di un'opera così variegata, non tutte le canzoni
sono allo stesso livello, per cui a momenti di grande levatura artistica ed emotiva
seguono altri di stanca e qualche calo di tensione. Ma questo non sminuisce minimamente
il valore dell'opera, intendiamoci.
Le vette assolute le toccano sicuramente
Bettye LaVette, con una versione toccante di Streets
of Philadelphia di Bruce Springsteen in cui la cantante di colore trasforma
la canzone facendola diventare un drammatico pezzo di sofferenza soul e rendendola
quasi più bella dell'originale; i Marah, con Dave Bielanko che si cala perfettamente
nei panni di uno Shane McGowan del Mid-West per regalarci una furiosa e allo stesso
tempo irriverente versione del classico John Brown's
body; i BR5-49 (nei quali milita Donnie Herron, membro stabile
della backing band di Bob Dylan negli ultimi anni di Neverending tour), che offrono
una commovente versione di Sweet Betsy From Pike,
antica ballata di origine scozzese risalente al diciottesimo secolo. Quelli che
non convincono appieno, invece, sono le versioni "moderniste" di alcuni brani,
come per esempio la How You Gonna Keep 'em Down On The
Farm qui interpretata da Andrew Bird o la scialba versione di Ohio
di Neil Young ad opera di Ben Taylor. Discorso a parte merita l'hip hop
di The Message, originariamente di Grandmaster
Flash che, seppure possa risultare fastidioso (e d'altronde, siamo su Rootshighway,
ad anni luce di distanza dall'estetica del ghetto), inserita nel contesto sociologico-culturale
dell'opera, acquista anch'essa un senso. In chiusura, giusto per guardare il pelo
nell'uovo, l'unica considerazione che possiamo fare a livello filologico è domandarci
come mai un artista come Bob Dylan sia rappresentato da un brano solo (The
Times They Are A-changin' nella discreta versione della Del McCoury
Band), come, per esempio, Alejandro Escovedo (che, pur essendo un grande artista,
non può certamente reggere un confronto con Dylan), contro i tre di Guthrie ed
i due di Springsteen. Ma, tant'è, questo è solamente un peccato veniale di fronte
ad un tentativo così onorevole e meritorio di dare una dignità nuova ed invocata
da anni ad un'arte spesso considerata minore come la "canzone leggera".
Tirando
le somme, diamo un ampio 9,5 alla portata culturale dell'operazione ed un 7,5
al risultato artistico, consigliando a tutti di avvicinarsi a quest'opera così
come ci si avvicina ad un testo di storia dell'arte o della letteratura. E ce
ne fossero, di progetti così interessanti e culturalmente rilevanti! (Gabriele
Gatto)
www.myspace.com/songofamerica
La scaletta e i partecipanti: Disco 1 1. Earl Bullhead
- Lakota Dream Song 2. Julie Lee - Once More Our God Vouchsafe To Shine
3. The Blind Boys of Alabama - Let Us Break Bread Together 4. John
Wesley Harding - God Save The King 5. Elizabeth Foster - Young Ladies
In Town 6. Malcom Holcombe - The Old Woman Taught Wisdom 7. Ed Pettersen
- The Liberty Song 8. Harper Simon - Yankee Doodle 9. The Wilders
- Jefferson & Liberty 10. Steven Kowalczyk-Santoro - Hail Columbia
11. Take 6 - The Star Spangled Banner 12. Beth Nielsen Chapman - Sometimes
I Feel Like A Motherless Child 13. Freedy Johnston - Peg and Awl 14.
BR549 - Sweet Betsy From Pike 15. Will & Jehnean - Trail of Tears
16. Minton Sparks/Pat Flynn - Declaration Of Sentiments 17. Fisk Jubilee
Singers - Go Down Moses 18. The Mavericks featuring Thad Cockrell - Dixie's
Land Disco 2 1. Marah - John Brown's Body 2. Joanna Smith
- Battle Hymn of the Republic 3. Janis Ian - Johnny I Hardly Knew Ye
4. Tim O'Brien - Thousands Are Sailing To Amerikay 5. Otis Gibbs - The
Farmer Is The Man 6. Joni Harms - Home On The Range 7. Jake Shimabukuro
- Stars & Stripes Forever 8. Judith Edelman & Neilson Hubbard - Sleep,
My Child (Schlof Mayn Kind) 9. Jen Chapin - Over There 10. Andrew Bird
- How You Gonna Keep 'Em Down On The Farm 11. Karen Parks - Lift Every
Voice and Sing! 12. Danielson - Happy Days Are Here Again 13. Andy
Bey - Brother Can Spare A Dime? 14. Jim Lauderdale - Seven Cent Cotton
and Forty Cent Meat 15. Old Crow Medicine Show - Deportee (Plane Wreck
at Los Gatos) 16. Suzy Bogguss - Rosie The Riveter 17. Folk Family
Robinson - Reuben James Disco 3 1. Elizabeth Cook and The
Grascals - The Great Atomic Power 2. Devendra Banhart - Little Boxes
3. The Del McCoury Band - The Times They Are A Changin' 4. Scott Kempner
- Apache Tears 5. Kim Richey - Get Together 6. The Dynamites with
Charles Walker - Say It Loud, I'm Black and I'm Proud 7. Ben Taylor - Ohio
8. Anthony David - What's Going On? 9. Martha Wainwright - I Am Woman
10. Matthew Ryan - Youngstown 11. Gary Heffern & Chris Eckman - Wave
12. Shortee - The Message 13. Bettye LaVette - Streets of Philadelphia
14. The Wrights - Where Were You When The World Stopped Turning 15. John
Mellencamp - This Land Is Your Land |