Sean Rowe
New Lore
[Three Rivers Record/ Anti
2017]

seanrowe.net

File Under: modern folksingers

di Fabio Cerbone (12/04/2017)

Una di quelle voci che non passano inosservate, baritono scuro con un'anima country soul, Sean Rowe ha affinato le armi seduttive della sua musica di disco in disco. Scoperto in una soffitta del suo appartamento di Troy, stato di New York, dalla Anti, che ne pubblicò l'esordio su scala internazionale (Magic, 2011), Rowe ha viaggiato in lungo e in largo e tra concerti acustici e una solida base di ammiratori, ha avviato la campagna di raccolta fondi di Kickstarter per realizzare New Lore attraverso la personale etichetta, Three Rivers Record. Il sogno era quello di recarsi a Memphis, casa natale di certa american music che lo stesso Sean dice di adorare come principale fonte di ispirazione. Così ha fatto, incidendo negli studi leggendari della Sun di Sam Phillips sotto la direzione accorta di Matt Ross-Spang (già con Jason Isbell e Margo Price).

L'obiettivo era un album che mantenesse una certa dose di verità, un suono scarno senza vezzi di produzione, dove risaltasse proprio quella voce di cui sopra. L'operazione è solo in parte riuscita, perché il canto emozionale di Sean Rowe è sempre in prima linea, sovrasta tutto con l'intensità dovuta, lasciando che la musica sia poco ingombrante, ma è altrettanto certo che qualche leziosità di troppo, già affacciatasi nel precedente Madman, rende oggi le sue ballate più ricercate e manieristiche in alcuni passaggi. Insomma, si è persa un po' di quella oscurità affascinante a favore di una lucentezza soul, qui ribadita dall'utilizzo del piano e dal sostegno gospel che si diffonde in Promise You e I Can't Make a Living From Holding You. Rowe resta consapevole che l'arma della voce è ancora la sua qualità più spendibile, per cui le trame acustiche e solitarie di Gas Station Rose e The Very First Snow, rispettivamente apertura e chiusura di New Lore, confermano il songwriting interiore e romantico del nostro protagonista, spesso concentrato sul suolo di padre, sulla famiglia e la ricerca di comunicazione fra le persone, a volte sostenuto soltanto da una chitarra acustica e da un pianoforte.

In altri frangenti però la situazione scappa di mano e allora il falsetto di The Salmon e i suoi lievissimi cori, il pulsare funky disco di Newton's Cradle, una certa enfasi rock in The Vine non sembrano del tutto risolti, lasciando dietro di sé l'impressione che quella ricerca di essenzialità e persino di imperfezione a cui faceva riferimento Sean Rowe non sia poi ribadita nei fatti. Sarà un caso, ma quando tutto torna nella cornice asciutta delle radici, quando Rowe galoppa leggero sul terreno country di It's Hard to say Goodbye Sometimes o si abbandona alle spirali blues ipnotiche di una You Keep Coming Alive degna di un John Martyn d'annata, New Lore prende improvvisamente una piega più misteriosa e coinvolgente.


    


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