Session Americana
North East

[Appaloosa/ IRD 2019]

sessionamericana.com

File Under: east coast folklore

di Fabio Cerbone (12/10/2019)

Collettivo musicale proveniente dall’area di Boston, aperto alle più disparate collaborazioni, cinque membri attualmente in pianta stabile che si giostrano più strumenti (il leader Ry Cavanaugh, chitarre, organo, basso; Dinty Child, piano, organo, accordion, mandolino, banjo; Jimmy Fitting, armonica; Billy Beard, batteria; Jon Bistline, basso) e una lista abbondante di amici e voci ospiti che supera qui la dozzina, Session Americana si conferma un progetto interessante per l’approccio rispettoso ma non necessariamente convenzionale che ha mostrato nei confronti della matrice folk, nelle sue varianti dall’acustico all’elettrico, a volte jazzata e notturna, altre più spiccia e rurale.

Li avevamo apprezzati con Pack Up the Circus, album prodotto insieme alla cantautrice Anais Mitchell, proseguendo quindi con ottimi risultati nel successivo Great Shakes, entrambe raccolte di materiale originale che provava a mantenere fede alla ragione sociale di partenza, una session spontanea, democratica, votata alla libertà di approccio dei linguaggi che costituiscono la spina dorsale della tradizione americana. Northeast è da questo punto di vista un approdo, anche se nascosto sotto le mentite spoglie di un “semplice” disco di cover: l’attitudine della band, la scelta del repertorio, l’interessante concept che risiede alle spalle lo definiscono tuttavia come un lavoro meno scontato del previsto. L’anima musicale è nel New England, terra di rivoluzione industriale e di ancestrali lignaggi inglesi, che Steven Beeber, fra le note allegate al disco (edizione italiana Appaloosa, con i tre brani inizialmente inclusi solo nella versione digitale) definisce come il “Mississippi Delta” della folk music del nord, per la sua ricchezza di contributi, bacino culturale da cui attinge Session Americana per omaggiare autori e musicisti in apparenza distanti fra loro.

Altrimenti non si spiegherebbe la presenza fianco a fianco di Riding on a Railroad di James Taylor (il timbro vocale di Cavanaugh assai affine all’originale), Merrimack County di Tom Rush (alla voce il battersita Billy Beard), Here Comes Your Man dei Pixies (in una curiosa veste rootsy), The Night di Mark Sandman (Morphine), Dim All the Lights di Donna Summer (l’ospite John Powhida al canto, con insolito tono acuto) e Roadrunner dei Modern Lovers di Jonathan Richman (qui interpretata da Dinty Child). Solo un veloce campionario, sia detto, che tuttavia rende già l’idea dell’eclettica formula di Session Americana, accresciuta inoltre dalla folta rappresentanza di invitati al banchetto, soprattutto di voci soliste, tra cui si distinguono diverse protagoniste femminili come la co-produttrice Kris Delmhorst (in Air Running Backwards), Rose Polenzani (You Go Your Way) e Jennifer Kimball (che rilegge la Patty Griffin di Goodbye).

Nessuno si pesta i piedi, le incisioni mantengono una certa apertura mentale e inventiva di fondo, magari senza particolari picchi, ma l’agilità del repertorio è la chiave di lettura finale.


    


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