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DeWolff
Muscle Shoals
[Mascot/ Provogue 2024]

Sulla rete: dewolff.nu

File Under: vintage soul&rock from Holland


di Paolo Baiotti (27/12/2024)

Siamo abituati a considerare il trio olandese dei DeWolff da Geleen come una band giovane, ma in realtà se guardiamo al loro percorso sono attivi da più di 15 anni, nel corso dei quali hanno inciso una decina di album in studio e quattro dal vivo, che hanno ottenuto un notevole riscontro soprattutto in Olanda, Scandinavia e Germania. In Italia li abbiamo visti in concerto come supporto dei Black Crowes nel 2022 e poi da soli, ma non sono ancora conosciuti come meriterebbero.

Formati dai fratelli Pablo e Luka Van De Poel, il primo alla voce e chitarra e il secondo alla batteria, con il tastierista Robin Piso all’organo Hammond e al Wurlitzer, hanno un suono decisamente vintage tra soul e rock con venature psichedeliche, ma ci hanno abituato a cambiamenti notevoli da un disco all’altro. Riferendoci solo alle uscite più recenti hanno pubblicato Tascam Tapes, una raccolta incisa in modo spartano, seguita da Wolfpack registrato separatamente durante la pandemia e da Love Death And In Between, un disco festoso e liberatorio in cui si sono circondati di una robusta sezione fiati e di coriste e che è stato presentato nel tour fotografato da Live & Outta Sight III.

Muscle Shoals, dal canto suo, sembra proseguire nel solco del precedente, influenzato da un viaggio a Memphis e da una conseguente iniezione potente di soul e rhythm and blues, che non poteva che essere riaffermata da un disco che porta il nome della cittadina dell’Alabama sede dei famosi studi Muscle Shoals Sound e Fame, nei quali è stato inciso per scelta del trio. Questi luoghi ci riportano a momenti storici della musica che amiamo e a registrazioni di artisti come Aretha Franklin, Wilson Pickett, Etta James, Rolling Stones, Lynyrd Skynyrd e più recentemente Black Keys, spesso accompagnati dalla leggendaria sezione ritmica degli Swampers. Seguiti dal produttore Ben Tanner (Alabama Shakes), i ragazzi hanno vissuto questa esperienza con emozione ed entusiasmo, dichiarando di avere sentito nell’aria le vibrazioni emanate da strumenti e apparecchiature utilizzati da grandi artisti.

Ne sono stati degni? Tutto sommato sì, perchè Muscle Shoals è un disco impregnato di soul mischiato a blues e rock, vitale e pieno di energia, con un suono che richiama quel periodo a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta che è il loro principale riferimento. Se c’è qualche manchevolezza è a livello compositivo, dove gli olandesi denotano dei limiti in alcune tracce un po’ monocordi, anche se complessivamente il disco regge più che onorevolmente. La scanzonata partenza del funky-soul In Love, il riff dinamico di Natural Woman e il mid-tempo soul Out Of The Town, che ricorda i primi Deep Purple con riusciti intrecci di hammond e chitarra, lanciano positivamente Muscle Shoals, album che rallenta con l’avvolgente ballata Let’s Stay Together, riprendendo vigore con l’incalzante Ophelia, venata di psichedelia, e con il robusto rock di Truce in cui si inserisce un sax tagliente.

La parte centrale è appesantita da un paio di brani meno riusciti, ma nel finale l’ipnotico ritmo della doorsiana Winner, il rock-blues Fools & Horses e l’epica ballata Snowbird con un notevole break strumentale di chitarra e organo jazzato che fanno risalire l’attenzione fino alla conclusione di Ships In The Night che alterna momenti soul, blues e rock.


    



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