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Eddie 9V
Saratoga
[Ruf records 2024]

Sulla rete: eddie9volt.com

File Under: white guy's soul


di Fabio Cerbone (02/12/2024)

Nome di punta del nuovo rinascimento blues&soul di questi anni, il georgiano (da Atlanta) Brooke Mason Kelly in arte Eddie 9V sembra proseguire quel percorso di metamorfosi stilistica che aveva già annunciato con il precedente Capricorn, disco ricco di suggestioni rhythm’n’blues e funk inciso nell’omonimo studio della storica etichetta discografica legata al rock sudista degli anni Settanta. Questa volta concentrandosi maggiormente sulla scrittura e l’arrangiamento dei brani, e lasciando in disparte i bollenti spiriti blues della sua chitarra, quelli che avevano fatto sobbalzare di piacere in occasione dell’exploit di Little Black Flies del 2021, Eddie 9V cerca una sintesi fra passato e presente, fra il revival che lo ha imposto tra i talenti di queste stagioni e la contemporaneità di un suono più ammiccante e groovy.

Saratoga è un disco dalla doppia faccia, qualche volta in contraddizione, capace di momenti di assoluto coinvolgimento ritmico e di interpretazioni vocali da manuale del soul classico, ma anche indeciso se imboccare definitivamente una strada più moderna o restare ancora agganciato al treno della nostalgia. Registrato fra gli Echo Deco Studios di Atlanta, casa natale del musicista, e il Crown Lanes Studio di Denver in due sessioni distinte che hanno coinvolto, mai come prima, il fratello Lane Kelly (anche bassista della formazione) nella stesura dei brani, nonché servendosi dei contributi essenziali delle tastiere di Spencer Pope, Saratoga è il classico album nato “sulla strada”, cogliendo suggestioni di una vita in tour e liberando le ambizioni di Eddie 9V come autore.

L’omonima traccia di apertura detta le nuova linea di condotta, introducendo il sacro fuoco soul che brucia nell’ugola del protagonista, oggi più che mai cantante prima ancora che chitarrista, tanto è vero che spesso saranno i contributi esterni di Cody Matlock o Dustin McCook ad arricchire alcuni parti soliste, come avviene rispettivamente in Tides e Halo. Quest’ultima ribadisce il diverso approccio del disco, il suo groove moderatemente modernista, che in Love Moves Slow si struscia con un blando ritmo danzereccio, mentre la citata Tides insegue palesemente un assetto sonoro r&b più attuale. I contrasti a cui si accennava poc’anzi emergono con il numero da vecchia scuola southern soul di Cry Like a River, con una prova vocale di Eddie 9V da applausi, ma anche un conflitto con quello che adesso il musicista vorrebbe far emergere: Delta è la sintesi di questo incontro/scontro, che prosegue con più decisione in Wasp Weather, intrugli di r&b, pulsioni rock’n’roll e battito funk con abbondanza di fiati e cori che ricordano da vicino l’estetica sonora di alcune produzioni di Dan Auerbach.

La riprova di questa doppia anima, e anche del doppio passo dell’intero Saratoga, è nel trittico finale, dove una irresistibile Love You All the Way Down, tutta struggimenti soul blues, si libera finalmente per cinque minuti abbondanti, tra i migliori della raccolta, prima che la curiosa cover di Chamber Of Reflection (Marc De Marco) faccia riemergere il nuovo corso e The Road to Nowhere torni ancora indietro con la macchina del tempo, mandando tutti a casa con un saluto da crooner che mima l’Elvis più romantico.


    



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