Sixteen
Horsepower
Nel
cuore del Sud
Intervista
con David Eugene Edwards
Folklore
è un titolo dal fascino incontestabile, specie per una band che è diventata, suo
malgrado, uno dei simboli della riscoperta delle radici musicali americane più
recondite, dentro l'oscura provincia sudista. Il recente successo di O Brother
Where art Thou sembra avere aperto gli occhi su un mondo sconosciuto ai più
e sarà interessante capire se anche una realtà atipica e fuori dal coro come gli
stessi Sixteen Horsepower (che all'interno di un movimento come l'alternative-country
sono sempre stati stretti) godrà di questa spinta, più meno passeggera: -"ho
già assistito molte volte a questo interesse verso la mountain music, sparirà
e tornerà di nuovo, ma sono comunque contento che esista, è un fatto positivo"-
commenta David Eugene Edwards. Sorta di scesa a patti con le
proprie ossessioni musicali, Folklore segna per la sua creatura, i Sixteen Horsepower,
un ritorno alla cruda semplicità degli esordi di Sackloth and Ashes
(era il 1995 ed il fenomeno alternative-country stava per toccare il suo apice),
con l'aggiunta dell'autoproduzione: -"il sound cambia sempre quando c'è di
mezzo un produttore, e penso che da ciò possano uscire sia delle buone cose sia
qualcosa di pessimo, ma ci sentiamo più a nostro agio nel produrci da soli"
Scarnificando ulteriormente il suono e trasformandolo in qualcosa di etereo ed
elegante, la band è andata alla ricerca delle fondamenta di certa folk music:
-"Si, effettivamente il nuovo disco rappresenta proprio un tributo che abbiamo
voluto fare alle nostre radici e spero che sia anche una continuazione del nostro
percorso, verso la musica della gente e non seguendo le mode"-. Sarà grazie
a questo afflato verso la musica della gente che David Eugene Edwards, leader
indiscusso della band, ha provato a scoprire meglio le carte, mettendo in mostra
la passione per tradizioni lontane dalla sua America, eppure vicine al cuore dei
tanti immigrati europei giunti sul suolo statunitense nel secolo scorso.
Da qui nasce l'anello di congiunzione tra Outlaw Song, brano della
tradizione ungherese rivisto alla maniera dei Sixteen Horsepower e le cover di
Hank Williams e della Carter Family, icone imprescindibili della
canzone popolare americana. -"Quello che mi attrae di più nelle melodie balcaniche
ed europee, ed in generale in qualsiasi tipo di musica nel mondo, è il sound che
ne scaturisce, più di ogni altra cosa. La scelta di recuperare brani della Carter
Family o di Hank Williams nasce dal fatto che abbiamo sempre amato queste canzoni
ed abbiamo pensato che si unissero alla perfezione con il contenuto del nuovo
disco"-. Spesso si sono collegate queste antiche passioni per marcette e walzer
della vecchia Europa come un evidente retaggio culturale di Pascal Hunbert
e Jean Ives Tola, gli altri due membri di chiare origini francesi, ma David
smentisce: -"sono cresciuti come me ascoltando la stessa musica americana e
non credo ci siano molti collegamenti col fatto di avere radici francesi"
Vero è che il nuovo corso intrapreso dalla band, seppure su sentieri già conosciuti
in passato, sembra avere accentuato lo spirito sempre meno legato alle roots strettamente
americane e sempre più intriso di una religiosità ed eleganza che li accomuna
con il percorso artistico di Nick Cave, perdendo per strada gli spigoli di elettricità
che li caratterizzavano in passato: -"dal vivo suoniamo ogni tipo di canzone,
non abbiamo abbandonato il nostro volto più elettrico, ma certe canzoni richiedono
particolari atteggiamenti e soluzioni"-. D'altronde sappiamo bene
come il gruppo sia solito interpretare e stravolgere sul palco canzoni dei Gun
Club e dei Joy Diviosion, due influenze mai celate nei Sixteen Horsepower:
-"ho sempre amato i Gun Club, dunque per me è molto semplice relazionarmi con
le loro canzoni per tanti motivi, mentre per i Joy Division la questione è più
complessa: non mi sento tanto legato al loro sound, i punti di contatto sono più
nascosti"-. Azzardiamo noi un aggancio, probabilmente nelle tematiche, spesso
malinconiche ed oscure, affrontate anche in Folklore, dove i temi dell'amore,
della morte, del peccato e della religione fanno riaffiorare tutta l'eredità della
vecchia folk music e di certa letteratura sudista, quasi il gruppo volesse catturare
la purezza di questa tradizione: -"Si, penso proprio sia uno dei nostri obbiettivi.
Quello che mi attrae delle mie radici sudiste è legato alla mia famiglia ed alla
sua storia: sono legato a questo particolare modo di vita ed ovviamente non tutto
ciò che comporta viene da me condiviso" (Fabio Cerbone) www.16horsepower.com
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