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2012:
I 50 dischi di RootsHighway | ||
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"...se questo fosse il disco di un esordiente (potrebbe esserlo, i riferimenti sono vecchi, ma il risultato è decisamente attuale), lo saluteremmo con la stessa enfasi riservata ad un Kurt Vile o altri nuovi piccoli eroi del mondo rock sotterraneo. Qui Ranaldo esibisce una buona prova d'autore..." | ![]() | ![]() | ||||
"...non il disco da regalare ad un amico audiofilo, piuttosto una sorta di manuale in 41 minuti su come rendere viva e pulsante una musica dall'anima vetusta, che non inventa nulla (un quarto di folk dylaniato, un quarto di tradizione appalachiana, un quarto di scombinato "slackerismo" post-Beck, un quarto di attitudine punk), semplicemente interpretando ogni nota come se fosse l'ultima... " | ![]() | ![]() | ||||
"...è un ponte gettato verso il passato, tanto quanto la conferma di Jim Sclavunos (Nick Cave, Grinderman) in cabina di regia, che tuttavia non elimina la sensazione di un gruppo interessato ad esplorare l'intera gamma delle proprie ispirazioni. In apparenza immobili stilisticamente, Jim Jones Revue finiscono per liberarsi di qualche catena... " | ![]() | ![]() | ||||
"...in questa direzione A Wasteland Companion è forse il disco meno avventuroso dal punto di vista artistico e al tempo stesso uno dei più accessibili della sua carriera, un veloce sunto delle caratteristiche di questo atipico folksinger..." | ![]() |
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"...l'anima di Animal Joy è tutta nel titolo e nelle unghie della copertina, nell'animale che abita nella grancassa del batterista Thor Harris, una bestia che sbraita con passo pesante e fa rimbombare la pareti con un "big drum sound" d'altritempi che imperversa anche quando magari il ritmo si fa dark e ipnotico..." | ![]() | ![]() | ||||
"...Blues Funeral non inizia e finisce nulla, semplicemente si butta in una operazione degna del David Bowie che fu, dove l'artista superiore al volgo profano continua a guardarsi intorno con adeguata modestia invece di trincerarsi nel proprio rassicurante genio personale..." | ![]() | ![]() | ||||
"...fin dalle prime battute di No Future/No Past - un'ipnosi angosciosa e disturbante che ci riporta alla rabbia implosa di In Utero dei Nirvana - prende forma un assalto diretto alla memoria e all'immaginario sonoro di una generazione, quella che ha assistito, al volgere tra gli '80 e i '90, alla rapida e sfavillante combustione dell'alternative rock americano..." | ![]() | ![]() | ||||
"...Darker Than Light gli rende finalmente giustizia: è il suo testamento roots, il sigillo che chiude un ideale cerchio e si riappropria del passato di Bobby Bare, cominciando dal fantasma di Woody Guthrie rievocato nella cover di Going Down the Road (I Ain't Going to Be Treated This Way)... " | ![]() | ![]() | ||||
"...trovarlo poi non così diverso dai suoi predecessori, se non in termini di ispirazione, conferma l'impressione di musicista ormai consacrato alla ricerca di un grado zero del suono e della scrittura fatto di arrangiamenti minimali, canzoni scontornate nei minimi dettagli e variazioni impercettibili.." | ![]() | ![]() | ||||
"...parole , pensieri, immagini, percezioni, emozioni, istantanee di vita riprodotti in una dimensione musicale immediata e naturale. New Mind Revolution sintetizza non solo il blues, ma l'universo tangibile della musica americana passando da gospel al rock d'autore, il tutto divertendosi con livelli qualitativi impressionanti..." | ![]() | ![]() | ||||
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