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2014:
i 50 dischi dell'anno di RootsHighway | |
Top
Ten 2014 |
"...in questa alternanza di luci e ombre e nella buona tenuta strumentale della nuova line up risiede la solidità del disco, che non avrà dalla sua parte l'irruenza e l'assalto degli anni giovanili, ma vi sopperisce con il mestiere..." | ![]() | ![]() | ||||
"...oggi più che mai The Lights From The Chemical Plant accelera il passo e lo impone senza sconti tra le giovani voci più interessanti di certo cantautorato ai confini fra tradizione e pop. È l'altra faccia della medaglia, a detta dello stesso texano Ellis..." | ![]() | ![]() | ||||
"...nel caso di Henry significano una forma di ballata elegante e scarna al tempo stesso, una perfezione quasi formale raggiunta dal suo modo di cantare, mai troppo lodato eppure riconoscibilissimo, e di raccontare i versi, tra schegge acustiche e delicate decorazioni degli strumenti a fiato..." | ![]() | ![]() | ||||
"...se cercate ancora il rocker fiero di provincia, se desiderate un'altra Small Town e le sporche chitarre alzate al cielo, mettetevi il cuore in pace. John Mellencamp è oggi una delle voci più scure e schiette (mai titolo del disco fu più esplicativo…) del songwriting americano e per questo una delle più credibili e costanti nei risultati...." | ![]() | ![]() | ||||
"...è uno dei loro dischi più brillanti e ispirati, un album che conferma la produzione lungimirante di Ted Hutt (alla guida anche nell'ottimo capitolo precedente, Carry Me Back) trovando nuova linfa in quell'immenso patrimonio delle radici dell'american music che tanto hanno saputo indagare questi ragazzi..." | ![]() | ![]() | ||||
"...il sesto disco di inediti della band californiana non assomiglia a nessuno dei suoi predecessori (se non, a tratti, a Recovering the Satellites) ma non aspettatevi abiure o rivoluzioni: siamo sempre sospesi tra rock e pop, radici piegate al loro sound, chitarre energiche e organo e tastiere a cesellare il tutto..." | ![]() | ![]() | ||||
"...se in superficie Brothers and Sisters of the Eternal Son non si allontana troppo dalle fervide intuizioni del suo predecessore, è altrettanto vero che vi scava in profondità, aumentando il tumulto di suoni sintetici, di riverberi, di evasioni psichedeliche e soprattutto di ritmiche che il produttore Swift ha deciso di calare sul tavolo... " | ![]() | ![]() | ||||
Podio
2014 |
"...sarà un dolce effetto di nostalgia, sarà la mancanza cronica di songwriter che oggi abbiano voglia di maneggiare questa materia abusata, ma se american rock'n'roll deve essere, allora nel 2014 Ryan Adams ha posto ancora la sua firma in calce..." | ![]() | ![]() | ||||
"...un sentiero tracciato inesorabilmente nel 2011 con Slave Ambient, il disco della rivelazione internazionale ed oggi confermato da questi dieci episodi di "space rock" dilatato, dalla tensione epica e intriso di chiare reminiscenze post punk anni 80..." | ![]() | ![]() | ||||
Disco
dell'anno 2014 |
"...ecco spiegato dunque il profluvio di jam chitarristiche in studio, le code strumentali, la libertà di esecuzione dal vivo, anche vocale, tanto è vero che il registro, pur limitato, della Williams non è stato mai utilizzato così intensamente, un saliscendi di mormorii, fremiti e confessioni. Il tutto racchiuso da una calda ambientazione sudista..." | ![]() | ![]() | ||||
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