:: Chris Cacavas, intervista
From Tucson to Germany

In stagioni recenti il suo nome è tornato a legarsi indissolubilmente ai compagni di un tempo: spesso in tour con Steve Wynn, Chris Cacavas ha prestato il suo inconfondibile pianismo alle apprezzabili reunion di Danny&Dusty e Green on Red, dimenticando persino gli antichi screzi con l'irascibile Dan Stuart. Una valvola di sfogo che gli ha permesso di girare mezzo mondo, compresa l'Europa, suonando del buon vecchio rock'n'roll impastato di quella polvere del deserto che da sempre copre come una coltre la sua musica. Tuttavia Cacavas non è esattamente un sopravissuto di quella fervida nidiata del rock californiano passata sotto il nome di Paisley Underground, se non altro grazie ad una lunga, paziente carriera solista. Nella dimensione di autore non abbandona certo il vecchio tracciato: sono lontani i tempi dei misconosciuti e brillanti lavori con i Junkyard Love (Pale Blonde Hell, New Improved Pain e altre oscure scintille di folk rock dai tratti noir), eppure Love's been Discontinued, prodotto dallo stesso Cacavas in Germania, dove da tempo divide la sua vita, prosegue nel cammino di un folk rock malinconico, con qualche tentazione pop e un delicato sentore di psichedelia, badando all'essenzialità di un trio - il basso di Filippo Costanza e la batteria di Wieland Rochel - allargato all'occorrenza dal violino di Vicky Brown o dalle percussioni di Kai Niederberg. Al resto ci pensa Chris, il quale come al solito predilige le chitarre alle tastiere quando si tratta di fare il songwriter in proprio. Lo abbiamo raggiunto e intervistato per via telematica pochi giorni prima della sua unica data italiana, all'Auditorium di Piazza Libertà, Bergamo il prossimo sabato 28 novembre (in apertura la band italiana dei Lowlands)
(a cura di Fabio Cerbone)

www.chris-cacavas.com

© foto: Daniel Weisser - danielweisser.com


L'intervista

Come è nato l’incontro con i musicisti delle nuova band che ha inciso Love’s Been Discontinued? Raccontami come vi siete conosciuti e cosa pensi che abbiano portato di diverso nella tua musica rispetto al passato.

Dopo che mi sono trasferito in Germania nel 2002 ho incontrato un batterista, Wieland Rochel, durante uno dei miei show, il quale mi ha invitato a raggiungerlo e a suonare con lui nella sua sala prove a Pforzheim. Nello studio ho conosciuto Filippo Costanza (il bassista, ndr) e da allora abbiamo sempre suonato insieme. La voce di Nadia Leonti (da Basilea, Svizzera) è finita sul disco dopo un incontro casuale su myspace. Vicky Brown, che arriva invece direttamente da Tucson, Arizona, si trovava a Francoforte e così l'ho invitata a restare per un week end alla condizione che si portasse dietro il suo vioino e voilà, ecco la sua parte e un grande solo su Tell Me Everything!

In Love’s Been Discontinued mi pare ci sia più spazio per un suono orientato verso ballate pop rock fra l'elettrico e l'acustico: una canzone come All that Air mi ha ricordato il sound della West Coast, la psichedelica californiana. Spesso nella tua musica è presente un grande amore per un certo suono folk rock degli anni '60: ti ritrovi in questa descrizione e più in generale quali sono le tue principali influenze musicali? Ci sono dischi o artisti che hai ascoltato di recente e che pensi abbiano influenzato la musica di Love’s Been Discontinued?

Una parte della prima musica che ricordo di avere ascoltato sono stati i dischi dei miei genitori, tra i quali Johnny Cash, The Band, Bob Dylan, The Beatles e molti altri. Poco dopo ho scoperto quelli dei miei fratelli, come Velvet Underground, Temptations, Rolling Stones. Riguardo invece alla influenza del suono West coast, posso dire di essere sempre stato una fand dei fratelli Brian e Dennis Wilson, di Byrds, Buffalo Springfield e altri artisti di quel genere. Nel corso degli anni mi sono sforzato di ascoltare la musica più varia (e buona) possibile e sono certo che tutte queste sonorità sono finite dentro il mio DNA e hanno influenzato i miei dischi di oggi e del passato. Recentemente fra gli artisti che più ho ascoltato ci sono Sparklehorse, Bon Iver, Nada Surf, Iron & Wine, MGMT, Scott Walker, The Guess Who, Arcade Fire e numerosi altri. Il mio desiderio di sentire musica sempre nuova è praticamente insaziabile!

Who's your whore mi è sembrata subito una delle canzoni più particolari, anche dal punto di vista ritmico, forse si ricollega ad alcuni artisti da te appena citati. Come sono nate le canzoni che fanno parte di Love’s Been Discontinued? Arrivano tutte da uno stesso periodo e sono legate fra loro?

In realtà alcune di queste canzoni non sono di nuovissima composizione, ma tutte sono state concepite fra il 2002 e il 2007. Siamo partiti registrando 22/23 canzoni di base e le 12 che sono finite poi su Love's Been Discontinued sono, secondo me, le migliori del mucchio. La parte ritmica su Who's Your Whore è stata una felice coincidenza. Per questa canzone avevo intenzione di utilizzare un delay analogico sulla mia voce (ed è quello che ho fatto) e inaspettatamente abbiamo suonato la parte delle conga di Kai Niedernberg attraverso l'effetto delay. Mi è piaciuto il suono e la nuova parte ritmica, così abbiamo finito per usarla.

Sia nei testi sia nella tua musica e nel tuo modo di cantare ho sempre trovato una certa malinconia di fondo: mi chiedo allora se quello che scrivi e che componi sia spesso autobiografico e molto personale. O sei ispirato di più dalle persone e dalle storie che ti circondano?

A volte le canzoni sono autobiografiche, a volte di pura invenzione o il contrario oppure una qualsiasi combinazione delle precedenti. Non cerco di scrivere in nessuna forma "pura" o in un qualsiasi tipo di stile narrativo. Sono ispirato da eventi del presente e del passato e cerco sempre una giusta combinazione delle parole che suonino bene insieme, cercando di lavorare su ritmica e melodia facendo si che abbiamo tra l'altro un senso compiuto.

Ho sempre trovato interessante però il fatto che spesso nei tuoi dischi tu abbia preferito dare più importanza al suono delle chitarre piuttosto che al piano o all’organo, strumenti con cui sei cresciuto come musicista ad inizio carriera. Da dove nasce questa scelta, componi allo stesso tempo al pianoforte e alla chitarra, o ci sono differenze?

Ho avuto una educazione classica al piano da bambino e adoro ancora adesso suonare il piano e l'organo nei miei dischi e così dal vivo con qualsiasi band mi capiti, ma ad un certo punto ho iniziato a comporre le mie canzoni alla chitarra e continuo a farlo per il 95% del mio tempo. Il piano è uno strumento davvero lineare, mentre per me la chitarra, quando si tratta di scrivere canzoni, offre accordi più imprevedibili e diverse combinazioni di toni.

Hai spesso collaborato con chitarristi dalla grande personalità, penso a John Thoman nei Junkyard Love e poi Jason Victor, come mai questa volta hai scelto di occuparti direttamente di tutte le parti di chitarra nel disco?

Si è trattato semplicemente di una questione di costi. Non potevo permettermi di portare tutti i musicisti in Germania per registrare il disco!

Ma credi sia cambiato qualcosa nel tuo approccio, nel tuo modo di comporre, dopo la chiusura del periodo con i Junkyard Love? Mi pare che la tua musica si sia fatta più intima, più autorale da quel momento in poi.

Dopo che ho pubblicato l'ultimo disco con i Junkyard Love (New Improved Pain) ho avuto la sensazione che non avrei più potuto suonare la musica che volevo davvero suonare con quella band. Non ero neppure sicuro che tipo di musica volessi fare, e dopo tutto avrei forse potuto continuare a suonarla anche con i Junkyard Love, ma ho sciolto il gruppo e sono andato avanti, nonostante tutto.

In questi anni hai riallacciato i contatti con vecchi compagni di strada: come giudichi le avventure e i tour che hai affrontato con i riformati Green on Red e Danny & Dusty? Cosa ti porti dietro da queste esperienze, è stato un modo per ritrovarsi?

Il tour della reunion con i Green on Red e le registrazioni con le seguenti esibizioni con Danny & Dusty sono state tutte esperienze fantastiche! È stato bello soprattutto tornare insieme e ritrovarsi con vecchi amici, i quali sono tutti maturati come persone e come musicisti e abbiamo dimostrato di poter fare ancora grande musica insieme.

In particolare la tua amicizia e collaborazione con Steve Wynn arriva da lontano, avete spesso collaborato sia in studio sia dal vivo: cosa vi unisce in modo particolare, a livello musicale e non solo?

Ho incontrato per la prima volta Steve nel 1981 quando mi sono trasferito a Los Angeles. Fin dal primo momento c'è stato un forte legame musicale e tutto ciò si è sviluppato anche in una amicizia ancora più stretta. È stato spesso un mentore per me, mostrandomi grandi esempi sia sul piano musicale sia su quello umano.

Esiste un tuo rapporto speciale con l'Europa e la Germania in particolare: è una cosa che si ripete da tempo, anche con le tue precedenti esperienze avevi forse ottenuto più attenzioni da queste parti, come te lo spieghi?

Quando sono arrivato per la prima volta in Europa con i Green on Red negli anni 80 sono rimasto colpito dallo stile di vita, che era molto diverso da quello che c'era negli Stati Uniti. Sembrava che nei paesi europei si desse molta più importanza agli aspetti sociali e in genere il modo di vivere è più rilassato. Detto questo, allora vivevo a Los Angeles e praticamente qualsiasi posto sulla Terra è certamente più tranquillo di L.A.! Comunque, ebbi la sensazione da subito che avrei vissuto in Europa un giorno.

Mantieni ancora i contatti con Tucson e la sua scena musicale? Mi sembra una città sempre molto vivace musicalmente parlando, basta pensare ai numerosi artisti che incindono da quelle parti...

Sfortunatamente non vado così spesso a Tucson ultimamente, e se per questo nemmenno negli Stati Uniti, ma mi diverto sempre nell'incontrare e nel suonare con i miei vecchi concittadini, che siano Howe Gelb, i ragazzi dei Calexico, Rich Hopkins o altri, quando questi ultimi sono in tour per l'Europa.

Oggi, ascoltando artisti della scena indie rock o alternative country mi sembra evidente una riscoperta di alcune intuizioni musicali che avevate introdotto voi per primi tanti anni fa. Pensi che il tuo contributo musicale, in gruppi come i Green on Red o da solista, sia arrivato a queste nuove generazioni di musicisti, li abbia influenzati in qualche modo?

Non sono sicuro fino a che punto la mia storia musicale abbia influenzato qualunque artista di maggiore o minore importanza, ma se è avvenuto spero si sia trattato di una influenza positiva! Un paio di anni fa (durante un tour in Italia) ho incontrato Willy Vlautin e i Richmond Fontaine sulla spiaggia a Ravenna. Poco tempo dopo hanno preparato il loro soundcheck e hanno suonato 'Time Ain't Nothing' dei Green on Red mentre io ero seduto in platea. Tutto quello che ho potuto fare è stato abbozzare un gran sorriso

 




 


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