Ridin' free
Intervista a Jonny Kaplan

Sarà un concetto banale ma è davvero raro scovare dei personaggi caratterizzati da una cristallina coerenza tra espressività artistica e stile di vita. In Jonny Kaplan è dato cogliere esattamente questa indissolubile commistione tra l'essere e la musica, tra la filosofia esistenziale di un novello hippie, autenticamente legato al più bel sogno dell'America dei sixtees e le canzoni che quell'idea riescono a trasfondere ricreando efficaci immagini, sia pure un po' stereotipate, del mito a stelle e strisce e utilizzando splendide sonorità che viaggiano dalle radici ai classici del rock. Paragonato, a ragione, a Gram Parsons (c'è anche una certa somiglianza fisica), Jonny nel suo personale percorso artistico ha certamente concesso tributo ai padri del country ed ai mostri sacri degli anni '60 e '70 (Dylan e Stones su tutti) ma ha saputo conferire un'impronta speciale al proprio sound, caratterizzato da linee melodiche pregevoli, da eccellenti intrecci chitarristici e da un cantato di sicuro impatto emotivo, inserendosi prepotentemente nel gotha della scena Americana. Molto apprezzato dagli addetti ai lavori e stimato dai più famosi colleghi (è molto amico di Chris Robinson e Lucinda Williams), ha partecipato al concerto evento in onore di Gram Parsons (è stato realizzato anche un dvd dal titolo Return to Sin City), a fianco a gente come Keith Richards, Steve Earle, Norah Jones, Dwight Yoakam, Wilco, Ben Harper, Black Crowes. Tre dischi all'attivo (California Heart - 1997; Ride Free - 2005; Seasons - 2008) ed uno in dirittura d'arrivo (l'uscita dovrebbe essere imminente), a fronte di questa parsimoniosa produzione Jonny, accompagnato sempre dai fidi Lazy Stars, ha da sempre abbinato un'attività live frenetica in giro per il mondo, interrotta solo dal periodo di convalescenza seguito al suo terribile incidente in moto. Grandi canzoni, grande voce, grande presenza scenica ma, soprattutto, grande affabilità, grande umiltà e grande autenticità. Jonny Kaplan è un tipo cool, fuori tempo se vogliamo ma davvero speciale ed è stato un piacere enorme intervistarlo.
(Domenico Grio)

Jonny Kaplan & The Lazy Stars
Seasons [Ripe Records 2008]

Il country rock californiano e lo spirito di Gram Parsons rivivono in un piccolo disco dimenticato di un novello hippie...
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Johnny Kaplan & Lazy Stars
Ride Free [Ripe records 2002]

Il piccolo capolavoro di Jonny, un disco nel solco della tradizione stradaiola americana, fra Tom Petty e Ryand Adams...
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www.jonnykaplanmusic.com


L'intervista
(a cura di Domenico Grio)



Nell'enciclopedia del rock il tuo nome andrebbe inserito tra i Kaleidoscope e Jorma Kaukonen. E' evidente che la California era nel tuo destino. Il tuo unico errore è stato quello di scegliere Los Angeles e non San Francisco! Comunque, scherzi a parte, quanto è stato importante per te e per la tua musica vivere in questa splendida città?

Quando ero un ragazzo di 21-22 anni mi sono trasferito a Los Angeles per suonare la musica di cui avevo sempre sentito il fascino. Mi piacciono le atmosfere legate a Hollywood, alle motociclette, all'oceano ed alle montagne e, in fondo, più che per la musica la mia è stata la scelta di uno stile di vita. Tutti nel mondo sognano di andare ad abitare in California in quanto è più semplice e rilassante vivere lì piuttosto che a New York, dove i ritmi sono davvero vertiginosi. Prima, infatti, suonavo a New York e mi piaceva anche molto ma poi ho capito che avevo bisogno di cambiare, di provare a stare in un posto più tranquillo e comunque molto stimolante. Il mio trasferimento in California è stato una grande opportunità e a L.A. sembrava che tutte le porte fossero aperte. Quando sono arrivato non ero ancora un cantante, suonavo la chitarra e non scrivevo neanche canzoni, cercavo solo un gruppo per fare rock. Mi sono trasferito negli anni in cui ci suonavano tipi come i Guns N' Roses ed era fantastico, credo che sia stato l'ultimo periodo in cui a L.A. ci sia stato un movimento così sano e coinvolgente per la scena rock. Prima di allora c'è stato il pump rock negli anni '60 e '70 ma dopo la fase dei Guns N' Roses è come se non si riuscisse a ripetere il fenomeno. Detto ciò è un posto fantastico in cui vivere, se potessi scegliere mi piacerebbe abitare piuttosto a San Francisco ma amo troppo il caldo ed ho un sacco di amici a L.A.. Qualche anno fa ho provato a trasferirmi, ho vissuto a Nashville ma preferisco la West Coast perché è come se ci fosse una vibrazione invisibile che pervade tutto, è come se tutti possano realizzare quello che vogliono. Quando vivi altrove negli States tutti sono cauti, negativi sulle cose che possono fare nella loro vita, in California non è così, c'è un ottimismo diffuso e puoi anche diventare una rockstar!

Ascoltando la tua musica e guardando i tuoi video penso che tu abbia voluto omaggiare i B-Movies e, ovviamente, il cinema di Quentin Tarantino (mi viene in mente, per esempio, Grindhouse). Sei d'accordo con questa opinione e, ad ogni modo, ami i film di Tarantino? Ti piacerebbe realizzare qualche colonna sonora, magari per i Cohen Brothers?

Sono un appassionato di molte cose "cattive". Immagino tu stia pensando al video di "Ride Free". L'idea in quel caso è stata del regista non nostra ma concordo con lui. Mi piacciono tutti i vecchi biker movies, mi piace molto Tarantino e, in ogni caso, una parte del fatto di vivere a L.A. è legata alla possibilità di riuscire a scrivere canzoni per un film o per uno show televisivo. Scrivere una colonna sonora per Jim Jarmusch o Tarantino sarebbe come realizzare un sogno. Stiamo ancora lavorando per far si che ciò si avveri! Uno dei miei dischi preferiti di Dylan è la soundtrack del film "Pat Garrett and Billy the Kid" degli anni 70. L'idea di stare con la mia band e con i miei amici, guardare un film per qualche settimana e poi scriverne la colonna sonora è un qualcosa che mi affascina moltissimo.

Conosci qualche regista a Los Angeles?

Conosco alcuni registi a L.A., qualche mia canzone è stata utilizzata per degli show televisivi. Alcuni amici mi chiedono di scrivere qualcosa per loro e a me piace molto farlo. Mi auguro che il nuovo disco possa avere degli spazi in tal senso, infatti abbiamo inserito delle jam e dei pezzi strumentali tra le canzoni ed è come fare pratica per realizzare qualcosa di simile ad una soundtrack, quasi come fare musica dal vivo.

Motorbikes e rock'n'roll, le tue canzoni potrebbero esistere senza la strada, senza i tuoi viaggi, senza le tue motociclette?

Non credo, per alcuni probabilmente si ma non per me, io traggo ispirazione dalle esperienze che vivo. Ci sono tanti cantautori professionisti che magari decidono di scrivere una canzone su Harley Davidson e riescono a farlo, per me sarebbe impossibile. Se non sono ispirato non riesco a realizzare una canzone. Purtroppo riesco a scrivere solo delle esperienze che mi hanno coinvolto e delle cose che mi appassionano, per esempio le motociclette. Non avrei potuto scrivere una "Ride Free" se non avessi guidato una motocicletta e non mi fosse piaciuta quell'immagine.

La musica oltre ad essere la tua professione, è la tua grande passione. Considerando che oggi nel r'n'r system e, generalmente, nel mondo la cosa più importante sono diventati i soldi, non credi di essere un pò fuori moda?

No, non credo. Ognuno è libero di scegliere, ognuno può decidere di avere più soldi ed essere così più libero (perché i soldi danno la libertà) ma quello che si decide di fare deve piacere anche se lo fa gratis. Io sono felice di quello che sto realizzando e sono convinto che se fai una cosa che ti dà soddisfazione per tanto tempo alla fine le cose inizieranno a girare positivamente ed arriveranno anche i soldi. Devi mettere in conto la rinuncia a molte cose che la maggior parte delle persone danno per scontate, tipo avere una casa o una famiglia e più diventi vecchio, più tutto questo può essere davvero pesante ma se vuoi seguire la strada per diventare un vero artista devi fare sacrifici e con i sacrifici alla lunga i risultati arrivano. Certo a chi non piacciono i soldi? E' ovvio che mi piacerebbe vincere alla lotteria ma, ad ogni modo, non credo che la mia vita cambierebbe più di tanto.

In ogni caso ti è mai capitato di dover scendere a dei compromessi per denaro?

Quando vivevo a Nashville l'ho fatto. Fortunatamente mi rispettavano molto ed ho iniziato a scrivere canzoni con i più grandi cantautori ma erano canzoni che potenzialmente potevano andar bene per me e per altri. Alcune erano buone altre erano orribili, quasi imbarazzanti. Immagina di stare seduto con qualcuno che non conosci e di dover comporre dei testi che parlano di fiori e cuccioli!

Molte persone ti hanno paragonato a Gram Parsons. Cosa ne pensi? Raccontaci della tua esperienza al concerto tributo. Come è stato dividere il palco con un mucchio di artisti così famosi?

Gram Parsons ha ovviamente avuto una grande influenza su di me quando ho iniziato a cantare ed a suonare. E' vero, sono stato sempre attratto dalla roots music, dalla musica country e da Gram Parsons in particolare. Lui era uno spirito rock prestato alla country music e mi ha fatto scoprire molte cose. Naturalmente mi piacciono tutti i suoi lavori. Da quando ho iniziato a cantare molti dicono che i nostri stili siano simili, che gli somiglio anche fisicamente e questo per me è fantastico. E' un onore essere paragonato ad una leggenda. Inoltre è bello far parte della stessa grande famiglia che gravita attorno a lui. Quando suoni musica country rock in California è come se con gente come la figlia di Parsons o come le band che collaboravano con lui negli anni 70, si condividesse la stessa storia. E' splendido essere associati a persone che ami davvero! Il Tribute show è stato fantastico, io ed i Lazy Stars siamo stati fortunati perché abbiamo suonato con gruppi e musicisti famosissimi. Abbiamo condiviso il palco con Ben Harper, i Wilco, Steve Earle, Black Crowes, Nora Jones. E' stato favoloso, mi sentivo come un bambino. Ho anche avuto l'opportunità di incontrare Keith Richards!

Questa esperienza ha prodotto qualche collaborazione importante?

Sì, mi piacerebbe collaborare con Keith Richards ma non credo che lui ci tenga tanto quanto ci tengo io! (ride) Questa esperienza non ha prodotto delle collaborazioni per il momento, magari nei prossimi anni sarà possibile realizzare qualcosa, forse con Lucinda Williams. Siamo ottimi amici. Mi piacerebbe molto suonare di nuovo con alcuni di questi artisti. Negli ultimi 7-8 anni abbiamo concentrato tutte le nostre energie nel promuovere la nostra musica attraverso concerti in Europa, ora stiamo promuovendo il nuovo disco negli States perché riuscire a farlo emergere lì significa riuscire a sfondare anche negli altri Paesi e più abbiamo successo e più siamo in grado di collaborare con chi vogliamo. Fortunatamente negli States siamo abbastanza rispettati da gruppi e artisti di rilievo.

In merito alla tua musica, penso che il tuo sound sia grande e che la tua voce sia perfetta per il genere. Nelle tue canzoni, secondo me, si può cogliere il mood dei Rolling Stones, lo stile di Tom Petty, le melodie di Ryan Adams o il southern accent dei Lynyrd Skynyrd. Quale tipo di musica e quali artisti ti hanno davvero influenzato?

Ci sono tanti tipi di musica che mi hanno influenzano e ciascuno sotto differenti aspetti. Io preferisco i classici di Bob Dylan e, tra le band, i Rolling Stones ed i Little Feat. Da adolescente ascoltavo i Led Zeppelin, gli Aerosmith ed i Black Sabbath, classic rock (hard rock) bands, questo prima che scovassi la mia vera passione, quella per la musica country. Ma i tre dischi che venivano insistentemente suonati da mio padre e che credo mi abbiano più di tutti influenzato sono "Music From Big Pink" della Band, "All Things Must Pass" di George Harrison, "With a Little Help for my Friends" di Joe Cocker.

E' vera la storia che si legge sulla tua pagina myspace relativa alla nascita del tuo primo disco (n.d.r. Jonny va a Seattle per sostituire nei Blind Melon il cantante Shannon Hoon, appena deceduto ma poi finisce in studio di registrazione e dà alle stampe il suo primo album)?

La storia è assolutamente vera. Sebbene quando i Blind Melon mi hanno chiesto di farlo ho pensato di non essere proprio adatto allo scopo, considerato che erano degli amici e stavano avendo un grande successo, mi sono detto perché non farlo. Se loro sono contenti e questo può aiutare la mia carriera, è perfetto. Loro sono delle persone davvero cool e Shannon Hoon era speciale, molto difficile da rimpiazzare. Ero convinto di fare questa nuova esperienza ma in realtà ero stato un po' imbrogliato in quanto Christopher (Thorn) aveva un'altra idea, voleva che andassi a Seattle per registrare il mio primo album. Mi ha fatto un regalo incredibile! Mi ha portato via da L.A., dove facevo un po' fatica e una volta arrivato a Seattle mi ha detto: "ora siamo qui e facciamo un disco" ("California Heart").

Parlando del tuo nuovo album, è diverso rispetto ai tuoi precedenti lavori? Quando hai scritto le nuove canzoni? Chi è il produttore?

Il mio nuovo album dovrei produrlo io. Si tratta di canzoni originali, scritte da me negli ultimi sette mesi. Ci sarà anche una cover song. Rispetto ai precedenti album quello che rende questo disco particolarmente interessante è che tutte le canzoni sono diverse tra di loro, non sono solo country rock. C'è un livello di sofisticazione e di ricercatezza che non avevamo raggiunto nei precedenti album, perché le canzoni sono molto emozionanti e la band è fantastica. Io e questi ragazzi (Lazy Stars) abbiamo suonato assieme per così tanto tempo che se il mio primo album non fosse uscito solo con il mio nome, probabilmente adesso ci saremmo semplicemente chiamati The Lazy Stars. Loro sono dei fratelli, non gli dico cosa suonare, ci litigo .. (ride). Sono molto impaziente di finire questo nuovo album e tutti siamo sicuri che sia la cosa migliore che abbiamo mai fatto.

I Lazy Stars collaborano attivamente alla produzione del disco?

Loro contribuiscono anche nella costruzione delle canzoni, normalmente quello che succede è che io butto giù un'idea e poi la definiamo, ci costruiamo le sonorità più adeguate.

Circa la scrittura delle nuove canzoni, che tipo di storie racconti? .

Molte delle canzoni del nuovo disco sono molto personali, parlano di situazioni sentimentali che ho vissuto negli ultimi 3 anni, ci sono molte emozioni che vengono tradotte in musica. Come dicevo prima negli ultimi mesi tutto è cambiato. Per me è stato un anno strano perché sono quasi morto in un incidente con la moto, ho trascorso molto tempo da solo a curarmi, sentendomi perso ed ogni giorno c'era una canzone che veniva fuori.

Forse sarà un capolavoro come quello di Dylan dopo l'incidente!

(Ride) Sono molto orgoglioso di questo disco, non dovrei dirlo proprio io ma questo è quello che provo per questo lavoro, penso sia il disco più forte che abbiamo mai fatto.

Pensi che esista ancora una vera scena alternative country, specialmente in California? Che cos'è per te la Americana music?

In California del sud c'è una vera scena di country rock Americana che si allarga o restringe e di cui fanno parte diversi gruppi che conosciamo, alcuni on the road sin dagli anni 60. C'è anche una scena di musica Americana in tutti gli States che non è molto vasta, di cui fanno parte i vari Ryan Adams, Lucinda Williams, The Cardinals, Ryan Bingham, etc.. Comunque ci sono centinaia di piccole Americana bands che girano, suonano nei bar, si spostano con piccoli van e fanno la loro musica. Per fortuna c'è molta gente che suona. Magari non tutti riescono a vivere facendo musica ma è un ambiente molto vivace.

Abbiamo amato molto la scena west coast degli anni 80, il c.d. Paisley Underground. Band come i Dream Syndicate, i Thin White Rope, i Long Ryders o i Green on Red. Hai mai collaborato con qualcuno di questi artisti?

Tipo la musica psichedelica, Byrds, etc..? No, non ho mai collaborato con loro. Ho conosciuto il batterista dei Long Ryders, perché viveva a Londra e poi a L.A.. Negli anni 80 ero piuttosto coinvolto con hard rock bands tipo Guns N' Roses.

Secondo te la musica ha ancora un ruolo sociale o … it's only rock'n'roll?

Credo dipenda dall'artista, c'è molta gente che magari pensa a fare solo la propria musica ed a guadagnare tanti soldi ma se prendi ad esempio i più grandi musicisti come Bob Marley, Bob Dylan e John Lennon o Joe Strummer dei Clash e sei una persona intelligente, con una visione critica delle cose che succedono intorno a te, è giusto esprimere le tue idee rivolgendoti alle persone che ti ammirano e ti seguono nella speranza di fare del mondo un posto migliore. A me piace l'idea di farlo, non predico nelle mie canzoni ma penso che dovremmo essere evoluti e coinvolti politicamente anche perché la musica che abbiamo amato negli anni 60 ha cambiato il mondo ed ora il mondo versa in condizioni abbastanza disperate, quindi ora tocca a tutti fare qualcosa. Molti già lo fanno.

Cosa ne pensi degli artisti che si fanno coinvolgere nella propaganda politica?

Springsteen ha suonato per Obama ma c'è stato chi ha suonato per Bush. Ciascuno è libero di supportare la causa che ritiene più giusta, di sicuro è importante non lo farlo per soldi.

 

(Un ringraziamento speciale a Maria Pia Misiti per la traduzione)


 


<Credits>