Working
Class Heroes intervista
con i Bottle Rockets A cura di Fabio Cerbone
"...da
una terra di nessuno confinata tra lo
sterminato Midwest americano e la via
per il Sud, i Bottle Rockets
hanno raccontato con piglio naif e chitarre
spianate la classe operaia del rock'n'roll,
quella che da sempre si guadagna da
vivere ai margini del music business
macinando miglia ed esibizioni in ogni
buco disponibile, narrando le gesta
di un americano medio in lotta per la
sopravvivenza dentro un sogno ad occhi
aperti che per lui non verrà mai realizzato.
Tradizionalisti ma mai conservatori,
rozzi e diretti nel suono ma per nulla
ordinari nella scelta del terreno da
battere, questi ragazzi di Festus, periferia
depressa di St. Louis, Missouri hanno
scritto tra le pagine più oneste e resistenti
dell'avventura alternative country,
quando ancora il genere prendeva forma
e non aveva santi in paradiso, si chiamava
più prosaicamente "rock delle radici"
e si guadagnava un piccolo posto, defilato
rispetto alla bolgia sonora della scena
grunge e alternativa imperante..."
(leggi lo speciale in ClassicHighway)
Ricordo bene, verso
la metà degli anni 90, come il sound di quei due dischi mi colpì: era un rock'n'roll
puro e grezzo che guardava alle sue radici. Non c'erano trucchi dietro la musica
dei Bottel Rockets, suonavate genuini soprattutto se paragonati a parecchio del
rock mainstream del tempo. Come sceglievate la strumentazione e quale effetto
aveva sul vostro suono? Ho sempre pensato che quel sound vintage, caldo e valvolare
dei Bottle Rockets fosse cruciale per voi…
I membri
del gruppo sono abbastanza ossessivi su tutto ciò che riguarda la strumentazione
e l'equipaggiamento, abbiamo speso degli anni sperimentando con il nostro set
di strumenti. Spesso si finiva per provare e anche sbagliare, solo per cercare
la giusta combinazione. Ovviamente anche il produttore, l'ingegnere del suono
e l'ambiente dello studio gioca un ruolo importante sul come far suonare un disco.
Questi due dischi in particolare non suonano datati proprio perché abbiamo evitato
di utilizzare quei noiosi trend sonori che andavano di moda al tempo (riverberi
digitali, batterie amplificate a dismisura ecc.)
Un'altra vostra grande qualità è sempre stata la connotazione sociale di molte
vostre canzoni, specialmente in questi due lavori ristampati: devo ammettere che
spesso ho pensato a voi come ad una sorta di rock'n'roll band con alle spalle
segretamente un songwriter...
È vero, anche noi ci
consideriamo una rock band con un'anima da singer-songwriter. Spesso scriviamo
canzoni con uno stile folk di base, ma le suoniamo con un arrangiamento rock'n'roll.
Gente come Fogerty, Seger, Mellencamp e Springsteen sono artisti che rispettiamo
e apprezziamo, sono sicuro che ci abbiano influenzato sia in maniera diretta che
inconsciamente
Welfare music,
Kerosene, Sunday Sports…molte di queste canzoni sono ricche di personaggi
del Midwest, ritratti di quella America rurale da cui provenite. Quali sono state
le principali ispirazioni per le liriche di questi brani? Anche la letteratura
o particolari scrittori hanno per caso alimentato questi versi o arrivano sloo
da esperienze personali?
Tendiamo solitamente a scrivere
di quello che conosciamo per esperienza diretta, e spesso ha a che fare con la
working class americana e rurale perchè anche noi proveniamo da quel mondo culturale.
In particolare musicisti come Neil Young, John Prine, Bob Dylan e Merle Haggard
hanno avuto una influenza sul nostro modo di scrivere molto di più rispetto a
qualsiasi scrittore, ma come sai l'ispirazione può arrivare un po' da ogni cosa
che ci circonda
Ho sempre pensato che
Wave that Flag fosse una delle vostre migliori canzoni del periodo, soprattutto
per quanto riguarda l'aspetto del commento sociale di cui sopra, così onesta e
diretta. Come è nata e vi ricordate qualche reazione particolare da parte del
pubblico ascoltando le liriche dei brani contenuti in Bottle Rockets and The Brooklyn
Side
Brian ha scritto Wave That Flag come una
specie di reazione alla canzone di Warren Zevon Play It All Night Long (brano
di Zevon che ironizzava sulla vita rurale del Sud, prendendo a prestito la Sweet
Home Aalabama dei Lynyrd Snynyrd, ndr) e sono spesso sorpreso di come venga
richiesta nelle situazioni più insospettabili e sia ricevuta con entusiasmo. Più
in generale le canzoni dei nostri primi due album che ancora oggi sembrano generare
le reazioni più forti nei fan sono Kerosene, Welfare Music, 1000 Dollar Car e
Idiot's Revenge. La gente sembra creare un legame molto profondo con queste liriche.
A proposito di Idiot's Revenge,
è sempre stata presente molta ironia nelle vostre canzoni. Forse mi sbaglio, ma
quel brano sembrava parlare parecchio anche della vostra condizione nel bel mezzo
dell'esplosione grunge e alternative rock del periodo…è stata dura sopravvivere
negli anni 90 per una band di ispiraizone roots rock come la vostra?
Si,
è vero, eravamo disgraziatamente fuori posto per quegli anni e lo siamo stati
un po' per l'intero corso della nostra carriera, non siamo mai rientrati a pieno
in nessuna categoria. Spesso siamo stati troppo rock per la maggior parte dei
fan dell'alt-country e siamo così una sorta di outsider anche dentro la scena
Americana. Nonostante questo, è una soddisfazione avere resistito più a lungo
dell'intera moda del grunge
Il feeling
sudista della vostra musica mi è parso sempre molto evidente: il southern rock
è stato un'influenza centrale durante le registrazioni di Bottle Rockets and The
Brooklyn Side? E più in generale quali erano i vostri ascolti durante quel periodo?
Proveniamo
tutti dallo stato di confine del Missouri, che può essere considerato uno stato
nordista o sudista a seconda della persona a cui rivogi la domanda. C'è gente
ad Atlanta che ci considera dei "nordisti" mentre a New York siamo dei tizi del
Sud, il che dimostra ancora di più il fatto che siamo a nostro agio in entrambe
le categorie. Siamo cresciuti ascoltando un mix di artisti di classic rock e gente
come neil Young, Merle Haggard, Lynyrd Skynyrd e ZZ Top sono diventati delle influenze
naturali sulla nostra musica
Alcune
delle outtake della ristampa sono molto interessanti, specialmente ibrani acustici,
le demo con iragazzi degli Uncle Tupelo. Quali sono i vostri ricordi del periodo
affrontato insieme a Jeff Tweedy e Jay Farrar, avete la sensazione di essere stati
dei pionieri della cosiddetta scena alternative country?
Al tempo
noi e i ragazzi degli Uncle Tupelo non consideravamo quello che stavamo facendo
come una sorta di scena musicale pionieristica. Mi pare cha sia molto più riconosciuta
come tale oggi che allora. Non ci siamo mai considerati come i fondatori di qualsivoglia
movimento perché band come Rockpile, Blasters, Rank and File e Jason & The Scorchers
stavano suonando roots music una generazione prima rispetto alla ribalta del roots
rock negli anni 90. E artisti quali Doug Sahm, The Band o Commander Cody la suonavano
per le generazioni anocra precedenti. Così le categorie alt-county, Americana
No Depression o qualsiasi altra sigla è stata semplicemente uno sviluppo di cose
accadute prima
Altre outakes arrivano
invece dal lontano periodo dei Chicken Truck, formazione precedente ai Bottle
Rockets. Suonano molto punk e genuine nell'approccio. Com'era suonare quel tipo
di musica nell'area di St. Louis all'epoca? Vi sentivate parte di una scena underground
più grande o una specie di pesce fuor d'acqua per i vostri gusti musicali?
I
Chicken Truck avevano in parte questa attitudine punk con un sacco di esuberanza
giovanile. Eravano troppo rumorosi, troppo diversi e ci sentivamo dei veri outsider
dentro la scena musicale di St. Louis. Quella band era senz'altro una specie di
uccello raro ed era purtroppo destinata a non volare molto lontano
Avete registrato Bottle Rockets e The Brooklyn Side con
due differenti produttori, entrambi molto rispettati sulla scena roots rock del
tempo, Eric Ambel e John Keane. Potete raccontarmi qualcosa del loro modo di lavorare
e quali sono state le maggiori differenze nel relazionarsi con entrambi?
Al tempo del nostro primo disco abbiamo perso due giorni di lavoro in studio
con John Keane perché fummo bloccati da un incredibile tempesta di neve mentre
eravamo in viaggio dalla Georgia per registrare con lui. Dato che arrivammo così
in ritardo, non ci fu tempo per John di lavorare molto alla produzione e fummo
costretti a registrare tutto di corsa. Praticamente registrammo quel disco in
un giorno e lo mixammo il successivo. John fu meraviglioso nel lavorare sotto
pressione e in grande fretta. Al contrario abbiamo avuto molto più tempo a disposizione
con il secondo disco prodotto da Eric, non fummo obbligati a correre. Eric è una
specie di barometro del rock'n'roll che può captare naturalmente quando qualcosa
sta funzionando in studio. Possiede un intuito innato per l'arrangiamento di una
canzone, non ascolta soltanto con le orecchie di un produttore, ma con quelle
di un musicista anche di un vero fan della musica. Come chitarrista capisce subito
una musica basata sul suono delle chitarre, che è in fondo tutto quello che sono
i Bottle Rockets.
Guardando aad alcune
delle migliori band del roots rock uscite negli ultimi dieci/ quindici anni, peso
a gente come Drive By truckers, Lucero e ad altri più o meno conosciuti, pensate
di avere in qualche modo aperto la strada per questi musicisti?
Si,
presumo che abbiamo aperto un piccolo varco per alcune band che sono venute dopo
di noi, ma non ci pensiamo più di tanto perché siamo sempre troppo occupati a
sopravvivere giorno dopo giorno nel music business