Working Class Heroes
intervista con i Bottle Rockets

A cura di Fabio Cerbone

"...da una terra di nessuno confinata tra lo sterminato Midwest americano e la via per il Sud, i Bottle Rockets hanno raccontato con piglio naif e chitarre spianate la classe operaia del rock'n'roll, quella che da sempre si guadagna da vivere ai margini del music business macinando miglia ed esibizioni in ogni buco disponibile, narrando le gesta di un americano medio in lotta per la sopravvivenza dentro un sogno ad occhi aperti che per lui non verrà mai realizzato. Tradizionalisti ma mai conservatori, rozzi e diretti nel suono ma per nulla ordinari nella scelta del terreno da battere, questi ragazzi di Festus, periferia depressa di St. Louis, Missouri hanno scritto tra le pagine più oneste e resistenti dell'avventura alternative country, quando ancora il genere prendeva forma e non aveva santi in paradiso, si chiamava più prosaicamente "rock delle radici" e si guadagnava un piccolo posto, defilato rispetto alla bolgia sonora della scena grunge e alternativa imperante..." (leggi lo speciale in ClassicHighway)

In occasione della doppia ristampa Bloodshot dedicata ai primi due lavori della band del Missouri (l'omonimo Bottle Rockets e The Brooklyn Side), raggiungiamo via email Brian Henneman e Mark Ortmann, ultimi due superstiti della formazione originale (la foto in vetrina risale a quel periodo, 1995, anno di pubblicazione di The Brooklyn Side), per farci raccontare la loro storia di working class heroes del rock, evocare il periodo in studio che ha portato all'incisione di quei due lavori, passaggi fondamentali del suono roots americano, e ritornare alle amicizie importanti con gli Uncle Tupelo, primi a battere il sentiero dell'alternative country.

foto: © Kelly Von Plonsky


L'intervista
(a cura di Fabio Cerbone)


Ricordo bene, verso la metà degli anni 90, come il sound di quei due dischi mi colpì: era un rock'n'roll puro e grezzo che guardava alle sue radici. Non c'erano trucchi dietro la musica dei Bottel Rockets, suonavate genuini soprattutto se paragonati a parecchio del rock mainstream del tempo. Come sceglievate la strumentazione e quale effetto aveva sul vostro suono? Ho sempre pensato che quel sound vintage, caldo e valvolare dei Bottle Rockets fosse cruciale per voi…

I membri del gruppo sono abbastanza ossessivi su tutto ciò che riguarda la strumentazione e l'equipaggiamento, abbiamo speso degli anni sperimentando con il nostro set di strumenti. Spesso si finiva per provare e anche sbagliare, solo per cercare la giusta combinazione. Ovviamente anche il produttore, l'ingegnere del suono e l'ambiente dello studio gioca un ruolo importante sul come far suonare un disco. Questi due dischi in particolare non suonano datati proprio perché abbiamo evitato di utilizzare quei noiosi trend sonori che andavano di moda al tempo (riverberi digitali, batterie amplificate a dismisura ecc.)

Un'altra vostra grande qualità è sempre stata la connotazione sociale di molte vostre canzoni, specialmente in questi due lavori ristampati: devo ammettere che spesso ho pensato a voi come ad una sorta di rock'n'roll band con alle spalle segretamente un songwriter...

È vero, anche noi ci consideriamo una rock band con un'anima da singer-songwriter. Spesso scriviamo canzoni con uno stile folk di base, ma le suoniamo con un arrangiamento rock'n'roll. Gente come Fogerty, Seger, Mellencamp e Springsteen sono artisti che rispettiamo e apprezziamo, sono sicuro che ci abbiano influenzato sia in maniera diretta che inconsciamente

Welfare music, Kerosene, Sunday Sports…molte di queste canzoni sono ricche di personaggi del Midwest, ritratti di quella America rurale da cui provenite. Quali sono state le principali ispirazioni per le liriche di questi brani? Anche la letteratura o particolari scrittori hanno per caso alimentato questi versi o arrivano sloo da esperienze personali?

Tendiamo solitamente a scrivere di quello che conosciamo per esperienza diretta, e spesso ha a che fare con la working class americana e rurale perchè anche noi proveniamo da quel mondo culturale. In particolare musicisti come Neil Young, John Prine, Bob Dylan e Merle Haggard hanno avuto una influenza sul nostro modo di scrivere molto di più rispetto a qualsiasi scrittore, ma come sai l'ispirazione può arrivare un po' da ogni cosa che ci circonda

Ho sempre pensato che Wave that Flag fosse una delle vostre migliori canzoni del periodo, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto del commento sociale di cui sopra, così onesta e diretta. Come è nata e vi ricordate qualche reazione particolare da parte del pubblico ascoltando le liriche dei brani contenuti in Bottle Rockets and The Brooklyn Side

Brian ha scritto Wave That Flag come una specie di reazione alla canzone di Warren Zevon Play It All Night Long (brano di Zevon che ironizzava sulla vita rurale del Sud, prendendo a prestito la Sweet Home Aalabama dei Lynyrd Snynyrd, ndr) e sono spesso sorpreso di come venga richiesta nelle situazioni più insospettabili e sia ricevuta con entusiasmo. Più in generale le canzoni dei nostri primi due album che ancora oggi sembrano generare le reazioni più forti nei fan sono Kerosene, Welfare Music, 1000 Dollar Car e Idiot's Revenge. La gente sembra creare un legame molto profondo con queste liriche.

A proposito di Idiot's Revenge, è sempre stata presente molta ironia nelle vostre canzoni. Forse mi sbaglio, ma quel brano sembrava parlare parecchio anche della vostra condizione nel bel mezzo dell'esplosione grunge e alternative rock del periodo…è stata dura sopravvivere negli anni 90 per una band di ispiraizone roots rock come la vostra?

Si, è vero, eravamo disgraziatamente fuori posto per quegli anni e lo siamo stati un po' per l'intero corso della nostra carriera, non siamo mai rientrati a pieno in nessuna categoria. Spesso siamo stati troppo rock per la maggior parte dei fan dell'alt-country e siamo così una sorta di outsider anche dentro la scena Americana. Nonostante questo, è una soddisfazione avere resistito più a lungo dell'intera moda del grunge

Il feeling sudista della vostra musica mi è parso sempre molto evidente: il southern rock è stato un'influenza centrale durante le registrazioni di Bottle Rockets and The Brooklyn Side? E più in generale quali erano i vostri ascolti durante quel periodo?

Proveniamo tutti dallo stato di confine del Missouri, che può essere considerato uno stato nordista o sudista a seconda della persona a cui rivogi la domanda. C'è gente ad Atlanta che ci considera dei "nordisti" mentre a New York siamo dei tizi del Sud, il che dimostra ancora di più il fatto che siamo a nostro agio in entrambe le categorie. Siamo cresciuti ascoltando un mix di artisti di classic rock e gente come neil Young, Merle Haggard, Lynyrd Skynyrd e ZZ Top sono diventati delle influenze naturali sulla nostra musica

Alcune delle outtake della ristampa sono molto interessanti, specialmente ibrani acustici, le demo con iragazzi degli Uncle Tupelo. Quali sono i vostri ricordi del periodo affrontato insieme a Jeff Tweedy e Jay Farrar, avete la sensazione di essere stati dei pionieri della cosiddetta scena alternative country?

Al tempo noi e i ragazzi degli Uncle Tupelo non consideravamo quello che stavamo facendo come una sorta di scena musicale pionieristica. Mi pare cha sia molto più riconosciuta come tale oggi che allora. Non ci siamo mai considerati come i fondatori di qualsivoglia movimento perché band come Rockpile, Blasters, Rank and File e Jason & The Scorchers stavano suonando roots music una generazione prima rispetto alla ribalta del roots rock negli anni 90. E artisti quali Doug Sahm, The Band o Commander Cody la suonavano per le generazioni anocra precedenti. Così le categorie alt-county, Americana No Depression o qualsiasi altra sigla è stata semplicemente uno sviluppo di cose accadute prima

Altre outakes arrivano invece dal lontano periodo dei Chicken Truck, formazione precedente ai Bottle Rockets. Suonano molto punk e genuine nell'approccio. Com'era suonare quel tipo di musica nell'area di St. Louis all'epoca? Vi sentivate parte di una scena underground più grande o una specie di pesce fuor d'acqua per i vostri gusti musicali?

I Chicken Truck avevano in parte questa attitudine punk con un sacco di esuberanza giovanile. Eravano troppo rumorosi, troppo diversi e ci sentivamo dei veri outsider dentro la scena musicale di St. Louis. Quella band era senz'altro una specie di uccello raro ed era purtroppo destinata a non volare molto lontano

Avete registrato Bottle Rockets e The Brooklyn Side con due differenti produttori, entrambi molto rispettati sulla scena roots rock del tempo, Eric Ambel e John Keane. Potete raccontarmi qualcosa del loro modo di lavorare e quali sono state le maggiori differenze nel relazionarsi con entrambi?

Al tempo del nostro primo disco abbiamo perso due giorni di lavoro in studio con John Keane perché fummo bloccati da un incredibile tempesta di neve mentre eravamo in viaggio dalla Georgia per registrare con lui. Dato che arrivammo così in ritardo, non ci fu tempo per John di lavorare molto alla produzione e fummo costretti a registrare tutto di corsa. Praticamente registrammo quel disco in un giorno e lo mixammo il successivo. John fu meraviglioso nel lavorare sotto pressione e in grande fretta. Al contrario abbiamo avuto molto più tempo a disposizione con il secondo disco prodotto da Eric, non fummo obbligati a correre. Eric è una specie di barometro del rock'n'roll che può captare naturalmente quando qualcosa sta funzionando in studio. Possiede un intuito innato per l'arrangiamento di una canzone, non ascolta soltanto con le orecchie di un produttore, ma con quelle di un musicista anche di un vero fan della musica. Come chitarrista capisce subito una musica basata sul suono delle chitarre, che è in fondo tutto quello che sono i Bottle Rockets.

Guardando aad alcune delle migliori band del roots rock uscite negli ultimi dieci/ quindici anni, peso a gente come Drive By truckers, Lucero e ad altri più o meno conosciuti, pensate di avere in qualche modo aperto la strada per questi musicisti?

Si, presumo che abbiamo aperto un piccolo varco per alcune band che sono venute dopo di noi, ma non ci pensiamo più di tanto perché siamo sempre troppo occupati a sopravvivere giorno dopo giorno nel music business




 


<Credits>