:: Say Zu Zu - we're an american band

Cliff Murphy
e Jon Nolan
ci raccontano dei cambiamenti nella formazione e dei nuovi arrivati, della voglia di cotinuare a fare del sano rock'n'roll, del nuovo contratto e soprattutto della soddifsazione per l'ultimo arrivato in famiglia, Every Mile, disco che ripropone la band tra le più genuine realtà della scena roots-rock provinciale americana, pronti ancora una volta a percorrere altre miglia nel nome dell'amore per la musica.
di Fabio Cerbone

Recensione di Every Mile


So che la line-up della band è cambiata. Perchè James e Steve hanno deciso di lasciare il gruppo? È stato difficile trovare nuovi musicisti per assestare il colpo?

Jon
: il rock'n'roll comporta spesso una vita dura. Penso che, date le esperienze avute durante gli ultimi anni, le situazioni difficili hanno influito su James e Steve. Anche se io e Cliff siamo dispiaciuti che se ne siano andati, è sembrata una decisione del tutto naturale per loro, e per fortuna anche indolore. Niente litigi o robe del genere. Il nostro nuovo bassista, Jon Pistey è stato il nostro tecnico per alcuni anni, mentre Tim suonava la batteria in un'altra band con James qualche anno fa. È per questo che ci sentiamo ancora una famiglia e questo è importante per noi. Siamo stati fortunati: sono ragazzi eccezionali ed è forte suonarci insieme.


Volevo sapere qualcosa sul significato del titolo Every Mile. È una sorta di road record, come se aveste scritto queste canzoni durante i vostri tour?

Jon
: il titolo certamente richiama il concetto di distanza, ed alcune canzoni parlano dell'essere sulla strada, ma penso che significhi soprattutto una distanza ideale, immaginaria. Ogni esperienza è un "viaggio", e il disco rappresenta il culmine delle nostre esperienze fatte negli ultimi anni, musicalmente e personalmente.


Secondo me Every Mile suona molto più duro rispetto ai vecchi dischi. Ci sono un sacco di pezzi rock'n'roll e meno influenze roots-country. Voi che ne pensate?

Cliff: un disco di rock'n'roll è in fondo un disco roots. Chuck Berry, Elvis, Dylan, Springsteen o i Beatles e i Rolling Stones fanno parte della musica roots tanto quanto Leadbelly, Willie Nelson o Johnny Cash. È sicuramente un disco molto più aggressivo rispetto agli altri. Abbiamo scelto queste canzoni perchè formassero un disco tematico, sia nelle liriche che nelle musica.


Mi puoi dire se avete ascoltato qualche disco durante le registrazioni che via ha influenzato. Molte delle canzoni di Every Mile e specialmente le parti di chitarra mi hanno riportato al rock degli anni settanta o al southern-rock.

Cliff: si, abbiamo ascoltato moltissimo Neil Young, specie After the Goldrush, Everybody Knows e Tonight's the Night e poi Springsteen, The River e Darkness, e Tom Waits con Mule Variations. Ci sono molte altre influenze oltre a queste, ma sicuramente questi dischi hanno una certa atmosfera, un feeling "live" che volevamo catturare per il nostro disco. Credo ci siano certamente alcune influenze country, ma non vedo collegamenti con il southern-rock.


Ci sono sostanzialmente due autori nella band: come scegliete le canzoni per il nuovo disco? È una scelta del tutto "amichevole"?

Jon: Cliff ed io siamo amici da tanto tempo, siamo cresciuti insieme. Lavoriamo di comune accordo da molti anni ormai e credo che la scelta delle canzoni non sia così difficile. Entrambi lavoriamo con lo stesso obbiettivo di fare il miglior disco possible. Per fortuna riusciamo ad evitare ogni problema di invidia che questo lavoro comporta.
Cliff: all'inizio abbiamo avuto una dura scazzottata su quail canzoni includere. No scherzo! Dato che sono passati quasi quattro anni da Bull, avevamo molte più canzoni di quelle che sono finite poi su Every Mile. Questa è la prima volta che succede. Di solito, quando avevamo abbastanza canzoni per un disco, lo registravamo. Questa volta, a causa di problemi contrattuali e i cambi di formazione, ci abbiamo messo più tempo, e così abbaimo avuto il lusso di scegliere le canzoni che tematicamente stavano meglio insieme. Tre delle canzoni registrate nelle sessioni per Every Mile non sono finite sul disco per questo motivo. Ci saranno sul prossimo.


Per chi non conosce i vostri dischi: potete spiegare i temi principali delle vostre canzoni? Ce n'è qualcuna in particolare a cui vi sentite legati…a me è piaciuta molto Indipendence Day

Cliff: Still cattura alla perfezione i temi di base delle mie canzoni sul disco. You Don't Know Me, Lonely e Still parlano tutte dello stesso problema, del fatto di essere stanchi di essere soli e di impazzire perchè una relazione è finita male nonostante i miei sforzi per farla continuare. Good Girl e Don't Leave parlano del passare oltre, trovare nuovi stimoli e superare le paure del passato
Jon: penso che entrambi scriviamo di ciò che conosciamo, cioè delle nostre esperienze di vita, sia dirette che indirette. Un tema centrale che ho riscontrato in tutte le nostre canzoni è la speranza. Le nostre canzoni trattano della vita di tutti i giorni, delle sue difficoltà, e del fatto che domani sarà sicuramente un giorno migliore. In questo disco sono molto legato a Blue to here. I piccoli dettagli di una giornata qualunque, la vita che ti scorre accanto, la bellezza nelle cose semplici, e poi è la prima canzone che scrivo al piano.


So che tu e John registrate con un'altra band chiamata Hog Mawl. Ho ascoltato il cd ed è certamente molto più country, pieno di canzoni honky-tonk. Come è nato questo progetto? È solamente un divertimento o avete intenzione di registrare altro materiale?

Cliff: ho deciso di fondare gli Hog Mawl perchè volevo una band che suonasse honky-tonk. È divertente, ma anche una cosa seria, come la stessa country music. Suoniamo poche serate al mese ed è una cosa che continueremo a fare. Ci divertiamo un sacco.


Com'è attualmente la scena locale? Ve lo chiedo perchè mi sembra che la scena roots sia molto più scollegata che in passato: sapete, troppe bands, troppe etichette e meno opportunità di emergere.

Cliff: non credo ci siano troppe band e nemmeno trope etichette. Se non ci fossero state queste etichette, non ci sarebbero stati nemmeno i dischi dei Say Zu Zu. Il mercato non è interessato a spingere veramente il roots-rock. Lo vogliono rendere commerciale, farlo suonare come i Wallflowers o i Matchbox 20. Questo non è roots-rock, è pop-rock commerciale, con l'intento esclusivo di vendere. Certamente c'è un aspetto commerciale in ogni disco, ma le etichette indipendenti tendono ad essere più rispettose nei confronti dell'integrità artistica di un gruppo. Saremmo contenti se ci fossero più band roots: questo significherebbe che ognuno dovrebbe lottare duro per emergere. Questo comporta una musica più convincente e dischi milgiori. La scena è certamente più diffusa di dieci anni fa, quando le uniche roots band sembravano essere Uncle Tupelo, Jayhawks o Blue Mountain. Questo è un fatto positivo: c'è più musica in giro e non devi sederti ad ascoltare i soliti dieci dischi tutte le volte!


Come siete venuti in contatto con la Blue Rose qui in Europa: credo sia la scelta migliore per promuovere il vostro tipo di musica.

Jon: ci siamo in qualche modo trovati, la Blue Rose è una splendida realtà
Cliff: siamo in contatto con la Blue Rose sin da quando fu realizzato Take These Turns nel 97. Avevano messo gli occhi su di noi da parecchio tempo. Quando eravamo ad Austin nel marzo 2001 ci siamo incontrati con Edgar (il talent-scout dell'etichetta, ndr). Era venuto a vederci e gli piaceva il nostro nuovo materiale. Abbiamo parlato della faccenda ed abbiamo concluso il contratto in agosto. Ci hanno supportato molto, lasciandoci incidere quello che volevamo: non ci hanno mai imposto cosa fare. Hanno detto semplicemente di registrare quello che ci piaceva. Questo dovrebbe essere sempre il metodo
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