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Steve
Wynn ![]() Artista di culto per eccellenza, impegnato in mille progetti che lo portano continuamente in giro per il mondo, Steve Wynn è nato a Santa Barbara in California nel 1960. Il suo nome è entrato nella storia come leader dei Dream Syndicate, formati con Kendra Smith agli inizi degli anni ottanta, autori di alcuni dischi tra i più importanti del rock americano di quel decennio. Dopo lo scioglimento della band nel 1988, è stato impegnato principalmente in una corposa attività solista avviata con Kerosene Man e tuttora in corso con i Miracle 3, alla quale ha affiancato numerose collaborazioni, dai Gutterball a Danny & Dusty (con Dan Stuart dei Green On Red), da The Baseball Project (con Peter Buck dei R.E.M.) agli Australian Blonde. Nel 2012 ha riformato i Dream Syndicate per un tour spagnolo; soddisfatto dell'accoglienza e dell'intesa sia con i vecchi compagni Mark Walton e Dennis Duck che con il nuovo chitarrista Jason Victor (proveniente dai Miracle 3), ha ripreso a suonare con la vecchia band con una certa continuità. Da alcuni giorni è in giro per l'Europa per il suo primo tour elettrico da solista. In attesa di ascoltarlo nel nostro paese per le cinque date previste tra il 18 e il 22 marzo, lo abbiamo raggiunto via mail per un'intervista alla quale si è sottoposto con la consueta gentilezza e disponibilità. |
L'intervista
Hai appena iniziato il tuo primo "solo" tour elettrico. Quali sono le sensazioni di queste prime date? Com'è il rapporto con il pubblico? SW: Non posso credere di non averci mai provato prima. Era così ovvio. Sono un musicista di rock, è quello che faccio, quello che ho sempre fatto. Cerca di capire…mi piace suonare acustico come un folk singer. Ma mi accorgo in questo tour che un concerto da solista può essere eccitante, caldo, forte, selvaggio, morbido e inquietante allo stesso tempo, così come sono i miei dischi. Questo tipo di concerto solista è il più vicino alla mia storia discografica e mi sembra che il pubblico si stia divertendo. Hai preparato un mix di brani da ogni fase della tua carriera? SW: Ogni cosa
fa parte del menu. Le scalette hanno coperto ogni fase della mia carriera, dai
Dream Syndicate ai Miracle 3 e ogni altra cosa. Sto suonando parecchi pezzi dei
Gutterball in questi giorni. E anche alcune covers divertenti e sorprendenti.
Come ti è venuta l'idea? E' vero che sei stato ispirato da concerti solisti di altri artisti? SW: E' vero. Ho visto tre musicisti suonare da soli elettrici nel giro di due settimane a New York: Grant Hart, Bob Mould e Elvis Costello. Sono stato eccitato da ognuno di loro, vedendo quanto ognuno di loro miscelava l'intimità di un concerto solista con qualcosa di più potente di un tipico concerto acustico. Dei tre devo dire che lo spettacolo di Grant è quello che mi è piaciuto di più. Mi piace l'idea di vendere un cd inedito personalizzato durante i concerti (Steve disegna la copertina sul momento). Spero che ne avrai abbastanza copie! SW: Farò in modo di portarne alcune copie in Italia. Non vorrei deludere il mio splendido e affezionato pubblico italiano. Hai sempre permesso al tuo pubblico di registrare e condividere i concerti. Pensi che questa libera circolazione abbia aiutato la tua popolarità? SW: Probabilmente sì. So che i fans apprezzano questa apertura alle registrazioni e allo scambio. Talvolta applico la mia sensibilità di sincero appassionato di musica alle mie scelte. Colleziono registrazioni dei miei artisti preferiti, per cui sarebbe ipocrita vietare ad altri di fare la stessa cosa con i miei concerti. Ed è pratico quando ho bisogno di trovare un concerto o una canzone! A gennaio hai aperto alcune serate per Ian Hunter. Avete suonato insieme? Sei stato influenzato dalla musica di Ian? SW: Sono stato un grande fan di Ian Hunter e dei Mott The Hoople da quando ero ragazzo. E' stato un grande onore suonare con lui e avere la possibilità di frequentarlo per un po'. E mi ha accolto ogni sera sul palco per cantare All The Young Dudes. Puoi immaginare come sia stato emozionante? Voglio dire, è stato uno dei primi singoli che ho comprato! Stai anche componendo la colonna sonora di Dag, una fiction norvegese. E' musica strumentale? Pensi di pubblicare questo materiale in futuro? SW: Ah, è strano che tu me lo abbia chiesto. Proprio questa mattina parlavo con un conoscente in Norvegia sulla possibile pubblicazione di un cd o ep delle canzoni che sto scrivendo per Dag. Uscirà probabilmente in autunno quando verrà trasmessa la nuova stagione della fiction. Hai molti progetti: concerti solisti, Dream Syndicate, The Baseball Project, Miracle 3, colonne sonore…non è troppo? Hai paura di riposarti? SW: Non ho bisogno di riposare…faccio quello che preferisco fare. Scrivere, registrare, collaborare, suonare dal vivo, viaggiare, mangiare cibo di qualità, rivedere vecchi amici…che cosa c'è di meglio? L'unico momento difficile è scegliere il prossimo progetto. Per cui non scelgo e li porto avanti tutti! Sei un artista di culto. Ti piace questa dimensione o speri ancora di raggiungere un pubblico più ampio?. SW: E' sempre bello suonare per più persone. Ma non è essenziale. O qualcosa che io possa controllare. Ho lo stesso approccio di 33 anni fa quando ho iniziato a pubblicare dischi. Faccio semplicemente la musica che vorrei ascoltare, cerco di realizzare il disco che vorrei fosse il mio preferito e poi spero che altri abbiano la stessa sensazione. E' vero che da ragazzo volevi diventare un giornalista sportivo? Qual è il tuo sport preferito oltre al baseball? SW: Beh, quando scrivevo di sport mi piaceva e scrivevo di tutto. Penso che il mio secondo sport sia il basket, ma oggi ho tempo di seguire ossessivamente solo uno sport e questo ovviamente è il baseball. Parlando dei Dream Syndicate, sei ancora in contatto con Kendra Smith e Karl Precoda? SW: Non parlo con Karl da vent'anni. Le cose vanno in questo modo…conosci qualcuno quando sei giovane e poi ti allontani. Niente di strano in questo, semplicemente il mio legame con Karl è più pubblico rispetto a molte amicizie giovanili. Riguardo a Kendra ogni tanto ci sentiamo, sebbene sia una persona molto privata, per cui il rapporto è sporadico. The Medicine Show è stato prodotto da Sandy Pearlman, famoso come produttore dei Blue Oyster Cult. Sapendo che Karl era un grande appassionato della loro musica, è stato lui a suggerire il suo nome o è stato per il suo lavoro con The Clash? SW: E' divertente. Karl amava il suo lavoro con i BOC, io amavo il suo lavoro con The Clash e soprattutto con The Dictators. Così Sandy è stato un perfetto compromesso per entrambi. Amo Ghost Stories. Alcuni brani come When The Curtain Falls e See That My Grave Is Kept Clean sono potenti e allo stesso tempo melodici… SW: Grazie! Devo ricordarmi di suonare alcune di queste canzoni in Italia. Sono molto orgoglioso di questo disco e lo collego a dei momenti piacevoli sia in studio che in tour. Qual è il tuo disco preferito dei Dream Syndicate? SW: Ha Ha! Questa è difficile! Cambia ogni momento. Mi piacciono tutti e quattro. Ma ci sono giorni nei quali preferisco Live At Raji's. Eravamo fatti per suonare dal vivo! Sei soddisfatto delle ristampe dei dischi dei Dream Syndicate? Ci sono ancora brani inediti? Ho apprezzato le bonus tracks di Ghost Stories e The Complete Live At Raji's… SW: Alcune sono migliori di altre. Penso che Medicine Show abbia un bell'aspetto e suoni bene. Ma le migliori devono ancora uscire: la Omnivore (un'etichetta californiana che ha ristampato i miei dischi) sta preparando una ristampa di The Days Of Wine And Roses con materiale che nessuno ha mai ascoltato. Penso che uscirà in estate o in autunno.
Ho assistito al concerto della reunion dei Dream Syndicate a Mezzago…che serata piena di energia, vero rock and roll! Ci sono possibilità di un nuovo album in studio o pensi di pubblicare un disco dal vivo da questi concerti? SW: Entreremo in studio tra qualche mese. Penso che l'attuale line-up abbia il potenziale di essere la migliore di tutte. Jason è il perfetto chitarrista per i DS e attualmente tendiamo a suonare per lui, una piacevole nuova ispirazione per una band di veterani. E' come Derek Trucks per gli Allman Brothers. Penso che il disco (e i prossimi concerti) saranno grandi. In effetti sono stato impressionato da Jason Victor. E' stato difficile per lui interagire con una sezione ritmica differente o è stato naturale visto che conosceva gran parte del materiale dei DS? SW: E' facile. E' sempre stato un grande appassionato e anche un esperto della mia storia, per cui sa che cosa suonare nella band. E' il mixaggio perfetto tra il rispetto per la storia e la volontà di portare qualcosa di diverso. Mark e Dennis si trovano molto bene con lui. Perché i DS sono più popolari in Europa che negli Usa, come altre band simili (Green On Red, Rain Parade, True West…)? SW: Abbiamo suonato molto in Europa, per cui la nostra popolarità è aumentata ogni volta che suonavamo. E gli europei erano più interessati ai gruppi underground americani in quel periodo. Più fedeli, meno volubili, meno distratti. Ha funzionato bene per noi. Ma adesso sembra che gli Usa siano stati coinvolti…i nostri concerti americani sono stati veramente buoni. Hai pubblicato due tributi a Bob Dylan e uno a Neil Young. Sono le tue influenze principali? SW: Sono due delle principali…questo è sicuro. Ma ce ne sono molte altre, davvero molte. Dylan, Neil, Lou Reed, CCR, The Fall, Miles Davis, Leonard Cohen, le raccolte di Nuggets, gli Stones…devo proseguire? The Lost Weekend è uno dei tuoi dischi migliori. 22 anni dopo hai registrato con Dan Stuart (Green on Red) il seguito Cast Iron Souls. Pensi che questo secondo disco sia all'altezza del precedente? Sono rimasto un po' deluso, mentre mi è piaciuto molto il doppio live tratto dal tour. SW: E' buffo che tu lo dica. So che molti sono stati delusi o confusi dall'album. A me piace e so che anche Dan la pensa allo stesso modo. Abbiamo scelto di fare un disco fedele ai cambiamenti e alle vite che stavamo vivendo, che rispecchiasse noi stessi come persone e come amici nel 2006. Penso che le canzoni, i testi e le interpretazioni siano molto buone. Credo che regga bene. In questi giorni hai suonato con Dan. Com'è andata? Avete suonato insieme? SW: Siamo stati ingaggiati per un concerto insieme, ma ognuno con un suo set a Zurigo. Il proprietario del club è un amico e un grande appassionato e sono sicuro che sperava in una collaborazione. Ovviamente è successo! Abbiamo suonato insieme Baby We All Gotta Go Down, King Of The Losers e Warren Oates. Ma la collaborazione migliore è stato il terzo set quando ci siamo seduti al bar fino alle due di mattina parlando di tutto. Penso che ne verrebbe fuori un bel disco…molto divertente! Della discografia solista che cosa sceglieresti per mostrare la tua musica a una persona che non conosca il tuo lavoro? SW: Direi Here Come The Miracles oppure Crossing Dragon Bridge. Ma sono orgoglioso di quasi tutti i miei dischi. Sceglierei davvero quello che ho pubblicato tra il 2000 e il 2010 rispetto agli altri periodi della mia vita. Sono i miei lavori migliori. E adesso è il momento di fare ancora meglio! Stai preparando un nuovo disco con i Miracle 3 oppure hai altri progetti in studio per il 2015? SW: A parte il disco dei Dream Syndicate, vorrei pubblicare un disco solista il prossimo anno. Ma non necessariamente con i Miracle 3. Vedremo… Grazie mille per la tua disponibilità…spero di vederti al concerto di Torino tra qualche giorno… SW: Mi piace Torino! Non vedo l'ora di suonare in Italia. |