Radio Days -C'est
la Vie [Tannen/
Insubordination 2011] Matt Waldon - Amanesia [Arkham
Records 2011]
Si fa presto a dire power pop, poi occorre suonarlo: con i suoi codici, le sue
ferree regole, le ispirazioni collocate al punto giusto. I milanesi Radio Days
non si vergognano di lavorare "nel genere" e di costruire di conseguenza un
disco "di genere", ma mai espressione fu meno dispregiativa, perché la qualità
dei brani, della produzione, la cura di ogni dettaglio chitarristico e vocale
premia il lavoro della band. Uscito da qualche mese sul mercato italiano e questa
primavera planato persino negli States per l'etichetta Insubordination, C'est
la Vie è il loro secondo lp (vale la dicitura, visto che è stata pubblicata
anche una versione in vinile), di contorno ad ep e singoli vari che collocano
i Radio Days in un contesto un poco retrò, ma senza apparire per forza derivativi.
Possiedono infatti sufficiente personalità per giocarsi mezz'ora abbondante di
ballate pop e svelti rock'n'roll che citano a mani basse, mai superando la soglia
della pura imitazione. Un disco contagioso, solare, che annuncia il caldo estivo
e la voglia di leggerezza attraverso dieci brani killer: non c'è un solo momento
di incertezza, di C'est la Vie si prende tutto e in colpo solo. Dalla corsa di
Spinning Round the Wheel e So
far So Close alla contagiosa The Meaning of
Fire, passando per i Beach Boys in salsa elettrica di Sleep
It Off Elizabeth, è un corso accelarato di come si scrive una pop song:
Enemies for Friends e Sweetest
Lullaby porrebbero essere un buon inizio. Si scomoderanno i sixties,
la brezza beatlesiana o il culto dei Big Star: ci sta tutto, anche se la coppia
di chitarre di Dario Persi e Omar Assadi, per restare incollati ai nostri tempi
(o a quelli apena trascorsi...), evocano outsider e piccoli maestri del power
pop come i Velvet Crush o gli scozzesi Teenage Fanclub nei loro momenti più "leggeri".
Chi lo ha detto che lavorando dentro una formula stretta non si ottengano egregi
risultati? (7.5) (Fabio
Cerbone)
Matt
Waldon è uscito dal gruppo, o perlomeno al momento si è preso una pausa dopo
7 anni on the road. Avevamo da poco segnalato il cd di esordio dei suoi Miningtown
(Out Of Love), che ecco che prontamente il leader di questa giovane band di Rovigo
prova a tastare il terreno con un progetto a proprio nome. Amnesia
è un ep di 5 brani, 3 firmati dallo stesso Waldon, uno (Ghosts)
firmato dalla giovane Elisa Clementi (che si prodiga anche nelle backing vocals),
e una doverosa cover-omaggio a Ryan Adams con Elizabeth,
You Were Born To Play That Part (era su 29), con Matt impegnato con
successo in un numero piano-voce. Il piccolo lotto mostra subito decisi miglioramenti
in fase di realizzazione in studio, evidenti soprattutto nella splendida versione
di Breathe, brano presente anche nell'album
dei Miningtown, qui riproposto in versione ancora più calda per suoni e interpretazione,
ma sempre con il piano di Stefano Boranga in evidenza. Molto buona anche la stessa
Amnesia che apre le danze, mentre qualche
pecca esecutiva rende ancora perfettibili Ghosts e l'alt-country di Secret
Flower. Da considerarsi come prova generale per un progetto più ampio,
ma già i segnali per il futuro sono più che buoni. (7) (Nicola
Gervasini)